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Mortale a Sementina, autista condannato a 10 mesi sospesi

Il giudice Amos Pagnamenta ha parlato di ‘colpa grave’ riferendosi alla responsabilità del 61enne che nel 2023 ha investito mortalmente una 17enne

In sintesi:
  • Per la Corte l'imputato non ha prestato sufficiente attenzione
  • La difesa aveva chiesto l'assoluzione 
(Rescue Media)
18 febbraio 2025
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«La triste realtà è che non era attento su quanto avveniva nella sua direzione di marcia, perché era distratto nel guardare alla sua sinistra». Oggi, durante il processo alle Assise correzionali a Lugano, il giudice Amos Pagnamenta ha condannato a una pena detentiva di 10 mesi sospesi con la condizionale per omicidio colposo l’autista italiano, oggi 61enne, del camion che il 28 giugno 2023 ha investito una 17enne di Bellinzona in sella alla sua moto a Sementina, schiacciandola e uccidendola quasi all’istante. Il presidente della Corte, leggendo la sentenza, ha parlato di «colpa grave», in particolare perché l’imputato «avanzando alla cieca ha violato le norme più basilari della circolazione stradale» che impongono il dovere di prestare sempre grande attenzione per prevenire eventuali inconvenienti. E il fatto che la giovane vittima fosse un’allieva conducente (sulla moto era apposta la ‘L’) avrebbe dovuto portare l’autista a essere ancora più prudente. Nella commisurazione della pena, il giudice ha tenuto conto delle «umanamente comprensibili» sofferenze psicologiche del camionista, che a seguito dell’incidente si sottopone regolarmente a cure psicologiche. Il procuratore pubblico Zaccaria Akbas aveva infatti chiesto una pena di 12 mesi sospesi, mentre l’avvocato difensore Andrea Rigamonti l’assoluzione.

‘Non guido più e non riesco più a dormire’

Il processo si è aperto con l’interrogatorio all’imputato da parte del presidente della Corte. Imputato che era ancora visibilmente scosso dalla tragedia avvenuta all’incrocio tra via al Ticino e via Locarno. «Da allora non guido più, fatico a dormire e non riesco a tirarmi fuori», ha affermato in aula l’autista (oggi magazziniere) con alle spalle un’importante esperienza alla guida di veicoli pesanti. All’incrocio la ragazza, preceduta da suo padre in sella a un’altra moto, si sarebbe messa in marcia per svoltare verso Monte Carasso. A quel punto anche il camionista è partito: «Ho guardato a sinistra per vedere se sopraggiungevano veicoli e poi è successo. Sono distrutto, è allucinante, non me lo sarei mai aspettato», ha affermato. Va detto che la dinamica dell’impatto non è stata chiarita fino in fondo. In base a una perizia le ipotesi sono due: o il camion ha urtato la moto ferma (ma non ci sono prove evidenti in tal senso) oppure la ragazza (come detto allieva conducente) è incappata in un errore di guida, fermandosi improvvisamente o cadendo a terra.

‘Avrebbe dovuto vederla’

Resta il fatto che, stando al procuratore pubblico, il 61enne «avrebbe potuto evitare l’investimento: bastava prestare la giusta attenzione alla strada». Il perito ha infatti «stabilito che l’imputato avrebbe dovuto vedere la motociclista: in modo diretto attraverso il parabrezza fino a un secondo prima della collisione e fino a circa due secondi prima guardando nello specchietto d’ingombro» che inquadra la parte non visibile anteriore al camion. «Ma mentre procedeva guardava a sinistra e non davanti a sé, né nello specchietto d’ingombro». Insomma «non era attento» e si è trattato dunque di una «grave negligenza», ha sottolineato Akbas, ricordando inoltre che nel caso in cui sulla strada si è preceduti da un allievo conducente «bisogna prestare ancora più attenzione». In ogni caso, «anche una disattenzione di un secondo costituisce una colpa». Da qui la richiesta di pena di 12 mesi di detenzione sospesi.

‘Mai fatto autocritica’

Pure per il legale rappresentante dell’accusa privata, Damiano Salvini, si è trattato di «una negligenza del tutto evitabile». Inoltre, il 61enne «non si è preso le sue responsabilità e non ha mai fatto autocritica: non ha mai parlato di ‘errore’, ma di una fatalità che non sa spiegare». Insomma, «gli atti ci dicono che non si è comportato in modo adeguato. Se l’avesse fatto, avrebbe potuto scongiurare la morte di una giovane ragazza brillante e il dolore, destinato a durare per sempre, a una famiglia».

‘Errore di guida non ipotizzabile’

Dal canto suo, l’avvocato Rigamonti ha innanzitutto premesso che si tratta di «una tragedia immane: una giovane vita spezzata, due famiglie distrutte e un dolore incommensurabile». Stando al patrocinatore del 61enne, l’urto fra camion e moto andrebbe escluso, visto che «né la perizia, né le fotografie scattate dalla polizia, né gli accertamenti tecnici lo hanno certificato». Vi è però un testimone che lo ha descritto, ma la difesa dubita della sua attendibilità, ritenendo che si trovasse troppo lontano dai fatti. L’avvocato è quindi partito dal presupposto che la giovane vittima abbia commesso un errore di guida. Se così fosse, il tutto sarebbe accaduto in circa quattro secondi: moto e camion partono (primo secondo); l’autista guarda verso sinistra per vedere se arrivano veicoli e siccome non è il caso avanza a una velocità di circa 10 km/h (sono passati due secondi, duranti i quali la ragazza era ancora visibile); al terzo secondo il perito ipotizza un problema di guida per la 17enne che scompare quindi dalla visuale diretta attraverso il parabrezza; l’imputato riporta poi lo sguardo sulla carreggiata e non vedendo nessun ostacolo, procede (quarto secondo). E lo specchietto d’ingombro? «Viene solitamente utilizzato solo per le manovre e non in mezzo al traffico», ha affermato l’avvocato difensore. Insomma si sarebbe trattato di un errore di guida da parte di un allievo conducente «non ipotizzabile» dall’autista. Rigamonti ha dunque chiesto il proscioglimento dell’imputato.

Durante la lettura della sentenza il giudice Pagnamenta ha dapprima indicato che le prove non permettono di definire l’esatta dinamica dell’incidente. In ogni caso essa «non è determinante». Quello che conta è che il 61enne «non ha riportato lo sguardo nella direzione di marcia», ciò che avrebbe permesso di scorgere la ragazza alcuni attimi prima del fatale incidente.

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