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Rustici e turismo, due Otr si schierano contro il divieto

Da Bellinzonese e Locarnese lettere all’Agenzia cantonale affinché chieda al Consiglio di Stato di eliminare i vincoli previsti

(Ti-Press)
10 ottobre 2023
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Si allarga il fronte di coloro – politici, enti, associazioni e ora anche Organizzazioni turistiche regionali – che sollecitano il Consiglio di Stato affinché adotti un approccio meno rigido e più favorevole nei confronti dei proprietari di rustici interessati ad affittarli a scopo turistico per periodi brevi al di sotto dei 90 giorni annui. Proprietari tuttavia obbligati – come da disposizioni federali cui il governo cantonale si attiene rigorosamente – a inoltrare una domanda di costruzione “atta a verificare la possibilità per un cambiamento di destinazione” da residenza secondaria a edificio turistico, scrive la Sezione enti locali nel richiamo spedito in agosto ai Comuni e di cui abbiamo riferito il 15 settembre. Circolare nella quale specifica che “eventuali autorizzazioni devono essere valutate in base alle severe disposizioni federali concernenti la costruzione al di fuori delle zone edificabili, autorizzazioni che potranno essere concesse solo in casi eccezionali”. Oltre alla non garanzia di riuscita, la procedura comporta a carico dei proprietari oneri non indifferenti e il rischio di dover fare i conti con ispezioni e il conseguente obbligo di sanare vecchi abusi edilizi anche di poco conto, eventualmente con tanto di sanzione. Ciò che può facilmente indurre più di un proprietario a chiedersi se veramente il santo valga la candela, lasciando inespresso sul territorio un potenziale turistico interessante. Ma non finisce qui, perché sempre la Sezione enti locali nella missiva estiva spiegava che “per gli alloggi che si trovano nel Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti (Puc-Peip), la questione è più delicata. Se non rientranti nella limitata casistica degli edifici tutelati da una situazione acquisita, le locazioni di breve durata a scopi turistici sono escluse”.

Oltre ad alcuni granconsiglieri, oltre all’Associazione dei Comuni ticinesi e agli Enti regionali di sviluppo, di cui abbiamo riferito recentemente, oggi è il turno di due Organizzazioni turistiche regionali. In particolare delle Otr del Bellinzonese e Locarnese responsabili dei comprensori dell’Alto Ticino maggiormente caratterizzati dalla presenza di rustici. Otr che in questi giorni hanno scritto al Consiglio di amministrazione dell’Agenzia turistica ticinese (Att) chiedendo una riflessione strategica sul tema nell’ottica di sollecitare il governo cantonale.

‘Si rischia il naufragio’

Fabio Bonetti, direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli, interpellato dalla redazione spiega di «aver espresso la nostra grande preoccupazione per il possibile divieto d'affitto a scopi turistici di case, appartamenti e rustici che si trovano nel perimetro del Puc-Peip e fuori zona, ovvero praticamente tutte le valli del Locarnese (Verzasca, Maggia, Onsernone, Centovalli) e l'area di Indemini (Gambarogno). Se dovesse entrare in vigore un divieto del genere, avremmo una grossa perdita di offerta turistica, specialmente nelle valli. Si fa di tutto per promuovere l'economia nelle aree periferiche o a basso potenziale di sviluppo, dove il Cantone ha oltretutto creato i Masterplan affidati agli Enti regionali per lo sviluppo e dove si sta lavorando per favorire proprio il turismo, motore della possibile crescita economica di queste zone... E poi con una simile limitazione si rischia di far naufragare tutto». Tanta preoccupazione quindi, ma anche la speranza che si riesca ancora a correggere il tiro. «Si stanno muovendo un po’ tutti, dalla politica ai Comuni fino all’Ente sviluppo che la pensa esattamente come noi. L’Att è l’ente di riferimento per i rapporti istituzionali, per cui le chiediamo di farsi portavoce delle nostre preoccupazioni e rivendicazioni presso i dipartimenti di riferimento, che sono più d'uno: Istituzioni, Territorio e Finanze ed economia».

‘Misura in contrapposizione ai Masterplan’

Stesso approccio all’ombra dei castelli: in una lettera inviata al Cda dell’Att il presidente dell’Otr Bellinzona e Alto Ticino Luca Bianchetti e il direttore Juri Clericetti parlano di procedura “troppo restrittiva e tendente a un divieto di affittare”. Ciò che li spinge a esprimere seria preoccupazione immaginando quali potrebbero essere le negative ripercussioni a livello turistico ed economico: “Anzitutto perché questa direttiva ridurrebbe ancor maggiormente il numero di posti letto messi a disposizione dei turisti. Numero che già da tempo, soprattutto nelle aree periferiche come le nostre valli, è carente, in particolare considerando la mancanza di alberghi e altre strutture ricettive”. Inoltre la misura “risulta essere in contrapposizione ai Masterplan attualmente in fase di sviluppo in Leventina e in Val di Blenio. Tra gli obiettivi prefissati da entrambi i progetti, infatti, vi sarebbero importanti investimenti a livello turistico ed economico nelle regioni periferiche, con l’intento di incentivare l’affitto di case secondarie e rustici fortemente richiesti grazie alla loro tipicità e unicità”. Detto altrimenti: si sta pianificando qualcosa che già in partenza è impossibile da realizzare. Da qui l’auspicio che l’Att “possa sostenere le nostre osservazioni e preoccupazioni e che si faccia portavoce verso il Consiglio di Stato e le autorità competenti in modo da limitare i vincoli previsti”. Sempre l’Otr “vista l’importanza e urgenza” si dichiara da subito “disponibile per eventuali incontri con gli organi competenti”, confidando che avvengano in tempi brevi.

Dal canto suo il presidente di Att, Simone Patelli, si dice pronto ad avviare una riflessione interna, specificando però che quello in oggetto non è un tema di competenza diretta di TicinoTurismo, chiamato semmai a fare marketing promuovendo il territorio. In attesa di confrontarsi col Cda, per il momento sottolinea che «per noi è importante che siano favorite tutte le opportunità di ‘fare turismo’».

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