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Tunnel salva-cervi, contadini pronti a ritirare l’opposizione

L’Uct ha ottenuto dal Cantone garanzie sufficienti per una migliore gestione degli ungulati che scenderanno nel Piano di Magadino

Il ‘render’ mostra come la galleria artificiale sarà inserita sulla strada cantonale Gudo-Sementina
14 febbraio 2023
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L’auspicato punto d’incontro si è materializzato sotto forma di garanzie fornite dal Cantone, ciò che indurrà l’Unione contadini ticinesi (Uct) a ritirare l’opposizione inoltrata l’anno scorso al Municipio di Bellinzona contro la realizzazione del tunnel faunistico previsto sulla strada cantonale Bellinzona-Locarno vicino alla curva a ‘S’ di Gudo. È la novità principale che emerge dai lavori della Commissione parlamentare ambiente, territorio ed energia, presieduta dal segretario dell’Uct Sem Genini, che sta approfondendo il messaggio col quale il Consiglio di Stato chiede al Gran Consiglio di stanziare i crediti milionari di competenza cantonale nell’ambito della seconda tappa – quella in zona boschetti a Sementina – di rinaturazione di alcuni tratti e sponde del fiume Ticino di cui è committente il Consorzio correzione che beneficia di finanziamenti federali e cantonali nell’ordine del 90%.

Il rovescio dell’ascensore

La nuova galleria artificiale s’inserisce appunto nella seconda tappa ed è stata voluta per risolvere due problemi: l’importante attraversamento stradale di animali selvatici all’origine di incidenti con veicoli e la caduta di detriti sulla cantonale attualmente gestita con ampie reti paramassi. Queste, trovandosi proprio sul corridoio faunistico d’importanza sovra-regionale Ti21, obbligano gli ungulati a spostarsi lateralmente per cercare di salire e scendere dal Piano di Magadino, estendendo così la loro presenza sulla carreggiata in un ampio tratto di strada cantonale. Il tunnel mira dunque a creare un tragitto sali-scendi più diretto e sicuro per cervi e caprioli, ma anche rospi, a tutto vantaggio loro e dei conducenti. Ma a svantaggio – teme l’Unione contadini – del settore primario che rischia di vedere aumentata sul Piano di Magadino la già importante presenza di animali selvatici golosi di pannocchie e affini. Proprio questo punto, ma non è il solo, aveva indotto l’Uct a inoltrare opposizione. Infatti, come scrive il governo nel proprio messaggio, la soluzione proposta "genererà indubbiamente un impatto positivo per la fauna, considerando anche il fatto che la golena rivitalizzata potrà assumere in futuro un maggiore ruolo quale polo attrattore per la fauna in generale, intensificando ancora maggiormente il traffico faunistico tra il versante pedemontano e la golena del fiume Ticino". Una frase dai toni positivi, per qualcuno, negativi per altri. Se i cervi e consimili ruminano felicemente, i contadini masticano amaro.

Approccio proattivo al problema

L’opposizione ha generato gli effetti sperati Da subito infatti il Consorzio correzione fiume Ticino, presieduto da Edgardo Malè, ha voluto impostare la discussione in modo conciliativo per individuare un punto d’incontro con l’obiettivo di non infilare l’importante progetto in un tunnel ricorsuale senza uscita. Obiettivo raggiunto. La palla è passata nel campo dell’Ufficio caccia e pesca e della Divisione cantonale dell’ambiente che hanno preso a cuore le preoccupazioni espresse dal mondo agricolo. Già oggi, come si diceva, essendo all’origine di danni significativi alle colture gli ungulati vengono gestiti con catture mirate effettuate dai guardacaccia e da alcuni cacciatori selezionati (guardacampicoltura). Un compito di monitoraggio e prelievo, il loro, destinato a venire ulteriormente affinato, se si pensa che già attualmente interi gruppi di cervi stazionano di giorno in modo discreto nelle zone palustri del Piano, dove vivacchiano mimetizzandosi fra i canneti, per poi uscire nottetempo allo scoperto e raggiungere gli agognati campi coltivati superando agilmente il fiume Ticino. Le uccisioni, oltre a risolvere situazioni puntuali, mirano peraltro anche a modificare il comportamento degli ungulati, inducendoli se possibile a non frequentare le zone agricole. E così, dopo gli incontri che l’Unione contadini e la Commissione parlamentare hanno avuto col direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali e i suoi collaboratori, le garanzie messe nei giorni scorsi nero su bianco sembrano mettere tutti d’accordo. Anche perché prevedono il coinvolgimento dell’Uct nella costante valutazione dell’efficacia delle misure adottate e l’analisi di possibili strategie e ottimizzazioni.

Le cifre in ballo

La partecipazione finanziaria richiesta al Cantone per la tappa Boschetti, la seconda di tre nell’ambito del vasto progetto di parco fluviale, ammonta a 4,74 milioni per la sistemazione del fiume Ticino, più altri 3 per la realizzazione della galleria faunistica e 330’000 franchi per il sussidio della progettazione definitiva e procedura di approvazione. Ma il tunnel artificiale di milioni ne richiederà in tutto più di 7: i 3 richiesti dal CdS riguardano la sola parte della strada cantonale, mente altri 4,24 milioni saranno sussidiati dal settore corsi d’acqua.

Come sarà

Stando al progetto, la nuova morfologia del terreno mira anche a valorizzare la superficie agricola sottostante la strada cantonale, tenuto conto anche dell’aspetto economico e ambientale riguardante la gestione dei materiali provenienti dall’allargamento del fiume Ticino che appunto in zona Boschetti beneficerà di uno slargo con l’eliminazione della sponda creata a fine ’800 durante le operazioni di bonifica del Piano. Non da ultimo il ponte faunistico permetterà di creare un deposito per il materiale contaminato da neofite invasive. Lunga 75 metri e illuminata, la galleria sarà collocata in un tratto diritto prima della curva a ‘S’ in direzione di Sementina: la carreggiata di 11 metri sarà suddivisa in due corsie veicolari di 3 metri, due corsie ciclabili di 1,5 metri (oggi assenti), un marciapiede 1,5 metri lato valle (oggi assente) e una banchina laterale lato monte di mezzo metro. La realizzazione è prevista sulla sede attuale della strada cantonale con lo spostamento temporaneo di questa nel periodo di cantiere "per minimizzare i disagi al traffico su questo asse molto frequentato", puntualizza il governo nel messaggio.

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