Bellinzonese

Passeggeri fatti scendere a Bellinzona: ‘Anzitutto la sicurezza’

Le Ffs spiegano cos’è successo sabato in stazione, dove il treno diretto a Basilea è arrivato già strapieno: ‘Non ci aspettavamo una domanda così grande’

Destinazione Basilea, ma già pieno al suo arrivo in stazione a Bellinzona
2 novembre 2022
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«Le Ffs non fanno compromessi in fatto di sicurezza». Interpellate dalla redazione dopo il nostro articolo del 30 ottobre, che riferiva di quanto successo il giorno prima, sabato, nella stazione di Bellinzona, le Ferrovie federali svizzere prendono posizione tramite il loro ufficio comunicazione centrale. Arrivato in stazione dal Sottoceneri il treno diretto delle 10.18 con destinazione Basilea via Arth-Goldau, Lucerna e Olten – ci avevano spiegato due utenti – diverse decine di passeggeri hanno tentato di salire a bordo trovando il convoglio già completamente occupato da molti turisti con bagagli, anche negli spazi fra un vagone e l’altro. Dopo qualche istante un appello diffuso attraverso gli altoparlanti invitava chi era salito a Bellinzona, specialmente gli utenti sprovvisti di prenotazione del posto a sedere, a scendere e ad attendere il prossimo treno, quello delle 10.47, diretto però a Zurigo. Siccome nessuno scendeva, l’invito è stato ripetuto dal personale ferroviario in modo un po’ sgarbato, stando alle nostre testimonianze. Il messaggio era chiaro: "Il treno non riparte finché non scendete". Al che una ventina/trentina di passeggeri sono scesi e poi saliti su quello giunto mezz’ora dopo, ritardando così il loro arrivo a destinazione.

‘Quelle nell’app, non sono informazioni in tempo reale’

Stando alle testimonianze, l’app delle Ffs non indicava quella mattina che il treno in questione avesse un’occupazione ‘molto alta’, bensì soltanto ‘alta’, ciò che solitamente non impedisce di trovare un posto a sedere anche senza prenotarlo. Invece pure allo sportello, al momento di acquistare il biglietto, a una passeggera era stato detto che non vi erano in quel momento indicazioni secondo cui la prenotazione (5 franchi di sovrapprezzo) fosse necessaria. «Le informazioni contenute nell’app sono sempre previsioni e non informazioni in tempo reale, quindi un gran numero di viaggiatori con breve preavviso non può esservi rappresentato», specifica a questo riguardo la portavoce delle Ffs Sabrina Schellenberg. E in effetti solo... retroattivamente, ossia il giorno dopo, l’app delle Ffs ha aggiornato l’informazione del giorno prima con ‘occupazione molto alta’.

Bipiano non previsto per gli EuroCity

Una situazione, quella capitata sabato, che ha colto di sorpresa anche le stesse Ferrovie: «Per il treno menzionato, in questo periodo dell’anno e a quest’ora non ci aspettiamo normalmente una domanda così grande», specifica Sabrina Schellenberg. Perciò il treno «circolava nella formazione prevista dall’orario annuale, compresa una carrozza ristorante con servizio», la quale carrozza secondo le nostre testimonianze non era però accessibile, ciò che era stato annunciato all’altoparlante ancora prima che il treno giungesse in stazione. Dal canto loro le Ffs sostengono il contrario, e cioè che era accessibile, ma solo per poter mangiare, non per poter viaggiare quale sfogo logistico essendo gli altri vagoni strapieni. Quanto al fatto che il convoglio, in un weekend di fine ferie autunnali per cinque Cantoni romandi, fosse monopiano e composto soltanto da quattro comparti di seconda classe e da tre di prima classe, mentre il treno di rientro quella sera alle 19.03 da Basilea fosse più lungo, bipiano e semivuoto, le Ffs specificano che «trattandosi, quello della mattina, di un EuroCity, su questo collegamento viene utilizzato materiale rotabile a un piano. Il treno non può quindi essere paragonato a quello che parte da Basilea la sera e che circola solo all’interno della Svizzera». EuroCity, infatti, partito la mattina da Milano Centrale alle 8.10 con fermate a Como, Chiasso e Lugano. Inoltre i turisti romandi che rientrano da sud, ci viene spiegato, solitamente prendono altre vie.

‘Le vie di fuga devono essere libere’

Andando quindi al nocciolo della questione, le Ferrovie affermano di «comprendere il dispiacere dei passeggeri che non sono potuti salire sul treno o che sono dovuti scendere a Bellinzona. Si tratta di una misura di sicurezza. Il personale ferroviario è incaricato di evitare che dei treni fortemente sovraffollati attraversino la galleria di base del San Gottardo. Il motivo è che le vie di fuga (a bordo: ndr) devono essere libere in caso di emergenza». Come detto all’inizio, conclude Sabrina Schellenberg, le Ffs «non fanno compromessi in fatto di sicurezza. In questi casi, il personale del treno chiede ad alcuni passeggeri di scendere dal treno e aspettare la coincidenza successiva, che arriva 30 minuti dopo».

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