Bellinzonese

Un ricco patrimonio storico a portata di... cellulare

Presentata a Giornico l’applicazione ‘Chiavi della cultura’ che permette di accedere a monumenti (per ora due chiese) del Bellinzonese e Alto Ticino

La chiesa di Santa Maria di Giornico
(Svizzera Turismo)
26 agosto 2022
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Aprire le porte di monumenti storici e culturali grazie a un’applicazione nuova di zecca. È l’originale idea presentata stamane ad autorità locali, enti e rappresentanti dei media dinnanzi alla chiesa di Santa Maria del Castello di Giornico, uno dei primi due edifici che hanno aderito al progetto sperimentale ‘Chiavi della cultura’ promosso dall’Associazione progetti non profit (A-Pro). La finalità principale è infatti di facilitare l’accesso in modo autonomo alle peculiarità del patrimonio culturale della regione.

Facile e gratuito

E il comune leventinese sembra essere perfetto per lanciare questa iniziativa vista l’importante presenza di luoghi di culto. «Il tutto è iniziato circa sette anni fa: eravamo di fronte a una chiesa del nostro territorio appena ristrutturata, ma ahinoi la serratura era chiusa – ha spiegato il promotore Marcello Martinoni –. Da questa complicazione è quindi nata l’idea di realizzare un sistema telematico (di semplice lettura, gratuito e scaricabile su tutti i dispositivi) capace di offrire un’alternativa a custodi o proprietari alla classica fisicità delle chiavi in mano». Contattati alcuni informatici, grazie all’acume dei collaboratori di Stagend.com e Salto l’applicazione ha iniziato a prendere forma.

Di funzione anche didattica

Finora hanno aderito come detto la chiesa di Santa Maria del Castello, di cui simbolicamente è stata aperta la porta oggi, e quella di San Pellegrino, sempre a Giornico. «La serratura elettronica viene azionata mediante la scansione di un codice QR ubicato fuori dall’edificio così da permettere di visitare in maniera spontanea luoghi altrimenti accessibili in periodi limitati – ha continuato il segretario di A-Pro –. La protezione del bene culturale è garantita dalla tracciabilità delle entrate: oltre a tutta una serie di procedure di sicurezza, il sistema chiede anche di fornire i propri dati personali». L’iniziativa ha però anche una finalità didattica: «All’interno del monumento è possibile reperire la descrizione storica dell’edificio tradotta in quattro lingue. Non bisogna poi dimenticare la facoltà di effettuare delle donazioni a favore del mantenimento di queste infrastrutture». Chi non ha l’applicazione potrà comunque continuare a richiedere la chiave ‘originale’ ai custodi.

‘L’intenzione? Ampliare l’offerta a tutto il cantone’

L’iniziativa ha finora interessato ‘solo’ edifici del comune di Giornico, ma il territorio della Svizzera italiana è disseminato in modo capillare da monumenti storici e culturali. Dai centri urbani alle vallate più discoste, tutti presentano la stessa problematica: la difficoltà di accesso in qualsiasi momento. «Nei prossimi mesi l’intenzione è di coinvolgere una ventina di altre strutture (chiese, mulini, torchi) della regione così da ampliare il progetto ad altre destinazioni a livello cantonale e, speriamo, nazionale», ha concluso Martinoni. Negrentino, oratori e i Fortini della Fame sono possibili candidati dell’investimento di ampia portata stimato a circa 150mila franchi.

Una comunicazione a utenza mirata

A detta del direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino Juri Clericetti il progetto valorizza il patrimonio culturale trasformandolo in elemento centrale a livello turistico. «La cultura – ha affermato – assume infatti un ruolo rilevante nella promozione della regione. L’applicazione non solo permette di accedere a un monumento in qualsiasi momento, ma incentiva anche la fruizione di informazioni a un’utenza mirata, di nicchia, in maniera moderna». Il sistema, ha ribadito il direttore, permette inoltre di creare una comunità e, non da ultimo, completare l’offerta turistica.

‘Potenziale, spesso inespresso’

Alle parole di Clericetti ha fatto eco Michele Guerra, in rappresentanza dell’antenna leventinese dell’Ente regionale di Sviluppo del Bellinzonese e Valli: «È una soluzione di primo acchito semplice, ma che determina la valorizzazione del comprensorio. Di una zona ricca di potenziale, spesso però rimasto inespresso. Le valli a livello artistico, storico e culturale sono un museo a cielo aperto, non sempre di facile fruibilità. Il patrimonio di cui disponiamo verrà ulteriormente valorizzato grazie a questa iniziativa. Speriamo possa succedere anche in altre realtà». Per maggiori informazioni: www.chiavicultura.ch.

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