Bellinzonese

Lumino, pronta la strategia contro i disastri: costerà 7 milioni

Dopo l’alluvione del 7 agosto il Masterplan indica tutte le opere da realizzare per incrementare la sicurezza e ‘recuperare il tempo perduto’

Domenica 8 agosto 2021: il sindaco Nicolò Parente sui luoghi del disastro
(Ti-Press)
31 marzo 2022
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«Questa è la priorità numero uno della legislatura in corso e del Piano finanziario comunale 2021/25 nell’ambito del quale abbiamo giocoforza dovuto ‘spalmare’ diversamente, rispetto a quanto inizialmente previsto, i vari altri investimenti, senza tuttavia rinunciarvi». Lumino corre ai ripari con una strategia a medio-lungo termine «per preservare la popolazione e le future generazioni» dai pericoli naturali. Uno sforzo eccezionale orientato a incrementare la sicurezza dell’abitato. Dopo il disastro dello scorso 7 agosto, quando una quarantina di abitazioni presenti nella parte sud del paese sono state invase e danneggiate dalla fuoriuscita dei riali Bruga e Valentra – due corsi d’acqua dalle dimensioni ridotte e che all’apparenza non mostrano criticità particolari – questa mattina il sindaco Nicolò Parente e il vice Alessandro Spano hanno presentato il piano d’azione contenente le misure da adottare a partire da subito e nei prossimi quattro/cinque anni coinvolgendo anche i riali Buseno, Carrale di Cima e Val Grande, il fianco della montagna e le immediate vicinanze. Si tratta di realizzare – in una ventina di situazioni ritenute deficitarie, e altre potrebbero aggiungersi – opere idrauliche e nuovi manufatti, nonché ampliare e/o rafforzare infrastrutture già presenti. Lavori che richiederanno un impegno calcolato in circa 7 milioni di franchi che, dedotti i sussidi cantonali, si ridurranno a 2,5 a carico delle casse comunali. Due milioni e mezzo da cui detrarre ancora i possibili contributi di miglioria che una parte della popolazione potrebbe essere chiamata a versare; al riguardo, specifica il sindaco, approfondimenti seguiranno.

Imminente l’aggiornamento del Piano delle zone di pericolo

La strategia, man mano che andava sviluppandosi, è stata condivisa nei mesi scorsi con i preposti servizi cantonali ed è ora sfociata in un Masterplan elaborato dallo studio GeoAlps Engineering Sa incaricato di analizzare il presente e pianificare il futuro. «D’accordo col Cantone abbiamo da subito avviato l’elaborazione del Masterplan che ha superato nella sua tempistica l’aggiornamento del Piano delle zone di pericolo di competenza cantonale. Pzp che sarà ultimato prossimamente e che andrà ad affiancare il Masterplan affinando e completando l’elenco di interventi di premunizione da eseguire». Dal canto suo il Cantone «ha nel frattempo preso atto dell’impostazione strategica del Masterplan approvandone i principi generali e lodando il nostro approccio organico e completo alla problematica. Cantone che condivide pure la sequenza temporale degli interventi da prevedere da qui al 2025/26».

Progettare gli interventi e affinare la prontezza

La linea di manovra è contenuta in due messaggi municipali inviati nei giorni scorsi al Consiglio comunale. Nel primo, completo di Masterplan, si chiede di stanziare 750mila franchi per finanziare la progettazione di massima delle opere previste nella prima tappa, ciò che consentirà di elaborare un preventivo di costo più accurato ottimizzando così l’investimento nel suo complesso. Il secondo messaggio propone di stanziare 55mila franchi per aggiornare il Piano d’emergenza comunale, adottare nuovi sistemi di previsione più dettagliata (radar meteo che analizzerà meglio le cellule temporalesche), acquistare piccolo materiale di primo intervento (compreso un sistema di comunicazione) e installare un sistema di videosorveglianza (tre videocamere nei punti più critici) in grado di migliorare la prontezza d’intervento in caso di evento estremo che potrebbe nuovamente chiamare in azione il Presidio territoriale formato da autorità locali e servizi di pronto intervento.

Camere, argini, biglie e pareti: cos’è previsto e dove

Tutto ciò dopo che nell’immediato post-disastro il Legislativo aveva già stanziato 520mila franchi a copertura dei lavori urgenti di sgombero e messa in sicurezza subito eseguiti, e 522mila franchi per progettare e ricostruire in tempi stretti la vasca di contenimento del riale Valentra su via Rampighetta (lavori iniziati il 7 marzo). Cui se ne aggiungerà una nuova, a monte, su via alla Cava con una capacità di ritenuta molto più grande, fra i 2’750 e i 3’750 metri cubi. In via Rampighetta la vasca rifatta sarà pronta entro fine maggio: riprenderà la forma precedente spazzata via otto mesi fa, avrà una parete in beton armato alto quattro metri e un volume contenutivo di 750 metri cubi anziché i precedenti 600. Stessa situazione per il torrente Bruga: all’attuale vasca di 1’400 metri cubi se ne aggiungerà una nuova di 2’500-3’000. Lungo entrambi i corsi d’acqua sono inoltre previste nuove piste d’accesso per la manutenzione, il rialzo e rinforzo di vari tratti d’argine, puntuali miglioramenti idraulici e il rifacimento di briglie. Quindi il riale della Val Grande: la prima vasca sarà ampliata aumentando la capacità di 5’000 metri cubi; pure previsti, a valle, muri di protezione a tutela di palestra e asilo.

Le ultime grandi realizzazioni risalgono a 40 anni fa

"L’evento del 7 agosto – esordisce l’Esecutivo nel primo messaggio – ha evidenziato, senza possibilità d’appello, quanto la natura non faccia sconti. L’alluvione ha mostrato l’importanza di uno sviluppo regolare di tutte le opere di premunizione da pericoli naturali, e relative disposizioni d’emergenza, a maggior ragione se il Comune, com’è stato il caso per Lumino, ha vissuto nei decenni una crescita demografica in buona parte accompagnata anche da un importante sviluppo edilizio". E qui il nuovo Municipio entrato in carica un anno fa volge lo sguardo indietro di dieci legislature, indirizzando una critica puntuale ai politici che lo hanno preceduto: poiché le ultime grandi opere di premunizione risalgono a cavallo degli anni ’70 e ’80, ritiene di "dover rapidamente intervenire, guardando al futuro, per recuperare il tempo perduto".

Quattro decenni durante i quali non si è ritenuto necessario apportare ulteriori adeguamenti. Una critica, appunto, alle precedenti amministrazioni comunali? «Non siamo noi a dirlo – risponde il sindaco – ma gli esperti che hanno analizzato la situazione dopo il 7 agosto. La parte abitata si è nel tempo sviluppata anche attorno ai corsi d’acqua che scendono dalla montagna e l’evento eccezionale della scorsa estate ha danneggiato sia case recenti ma anche talune costruite prima degli anni 80». Ora, specifica il messaggio municipale, quanto si andrà a fare "ha tempi stimabili in anni, poiché si è confrontati con una progettualità senza precedenti che prevede degli iter" con tempistiche accorciabili "ma non evitabili". Chiaro l’obiettivo: l’Esecutivo vuole che "tutta la popolazione di Lumino possa sentirsi in sicurezza e perciò dedica il massimo impegno e tutte le risorse a disposizione per consegnarle un Comune al passo coi tempi dal punto di vista della premunizione da pericoli naturali".

I fattori scatenanti: saturazione ed eventi ravvicinati

Tra i fattori scatenanti quella sera – rimarca il Municipio – vi sono state la saturazione dei terreni boschivi, sopra l’abitato, a causa delle frequenti e abbondanti precipitazioni di giugno e luglio; e la concatenazione di due eventi estremi verificatisi la sera del 7 agosto, il primo alle 18.30 e il secondo fra le 20.20 e le 20.40. Importanti colate detritiche, rafforzate dalla presenza di un sottobosco puntualmente gestito in modo inadeguato, si sono verificate specialmente lungo i riali Buseno, Valentra e Bruga comportando il rapido riempimento e straripamento di queste due ultime vasche di ritenuta. Quella di Valentra è collassata a causa dello straordinario impeto del flusso detritico, tanto che attualmente e fino a ricostruzione ultimata le abitazioni a valle non sono più protette da eventuali successivi eventi di piena o di trasporto di materiale. Lungo il canale che dalla vasca del torrente Bruga si sviluppa verso la strada cantonale (via Bellinzona) l’argine è stato superato in più punti. «Quella notte stessa – ricorda il vicesindaco Spano – il Presidio territoriale si è immediatamente attivato per comprendere la portata del problema e coordinare i primi interventi urgenti d’aiuto alla popolazione colpita. Si è lavorato bene in una situazione di super urgenza. Tutto ciò ha rappresentato per noi una lezione di cui tener conto per il futuro, migliorando laddove possibile l’approccio e prevenendo, anche grazie alla tecnologia, le situazioni più rischiose».

BOSCO

Migliorare la cura per evitare il peggio

I fari inevitabilmente si spostano anche sul bosco presente a monte dell’abitato, sulla sua regolare pulizia e manutenzione. Pena il riversamento a valle di materiale e il riempimento repentino delle camere di contenimento dei riali, con conseguente esondazione in strade, case e giardini. "Vi è la necessità di una cura costante e programmata dei boschi. Un’attività, considerate le diverse abitudini odierne rispetto a cinquant’anni fa, non più portata avanti in modo regolare in passato e che quindi necessita di una profonda riflessione. Il Municipio sta così portando avanti rapidamente il tema del Piano di gestione forestale con il quale il Consiglio comunale sarà prossimamente confrontato", ma al di fuori del Masterplan. Piano di gestione che dovrà far tesoro di quanto verificatosi la scorsa estate, quando i meteorologi hanno più volte evidenziato la tendenza a eventi improvvisi ed estremi anche alle nostre latitudini, come in effetti capitato alla fine di agosto 2020 sul Piano di Magadino e lo scorso 7 agosto.

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