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Il guanto ‘magico’ che aumenta la qualità del massaggio cardiaco

Ideato dal 42enne di Claro Michele Musiari, l’utilità del ‘Life Glove’ è confermata dallo studio scientifico pubblicato su una rivista specializzata

L’ultimo prototipo del guanto
24 dicembre 2021
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“Un guanto in grado di fornire ai non professionisti un feedback in tempo reale, attraverso un sistema di ‘coaching’ che valuta frequenza, profondità e decadimento delle compressioni, può aiutare nell’esecuzione di un’appropriata manovra del massaggio cardiaco”. Questa la conclusione dello studio scientifico, pubblicato negli scorsi sulla rivista specializzata ‘Frontiers in Cardiovascular Medicine’, che di fatto promuove il guanto salvavita ideato e realizzato dal medico Michele Musiari. «Ora sarebbe bello poter trovare potenziali interessati per sviluppare un progetto industriale, visto che ad oggi sul mercato non esiste questo tipo di prodotto», spiega il 42enne di Claro, capoclinica di anestesia all’Ospedale cantonale di Friborgo e attivo anche alla Rega come medico d’urgenza dopo aver militato all’ospedale San Giovanni di Bellinzona e in precedenza tra le fila di Tre Valli Soccorso. Nato come soccorritore professionista, oggi Musiari è anche direttore sanitario del servizio ambulanza della Città di Friborgo. «È noto che un massaggio cardiaco tempestivo è fondamentale per ridurre la mortalità in caso di arresto cardiaco (ogni minuto che passa comporta un 10% in meno di probabilità di salvare una vita). È però altrettanto importante che venga effettuato correttamente, con la giusta frequenza e un’adeguata profondità delle compressioni toraciche. Per molte ragioni (ad esempio mancanza di esperienza e affaticamento), questo risultato spesso non viene raggiunto». Musiari si riferisce ai primi soccorsi forniti da persone senza una formazione specifica nel settore sanitario. Fa notare che in queste situazioni concitate di estrema emergenza, nonostante qualche nozione che può riaffiorare ad esempio dai corsi per ottenere la patente o durante la scuola reclute, «non è facile mantenere la calma, capire come agire con lucidità. Spesso prevale il panico. Per questo, dopo aver contattato il 144, l’operatore di centrale mantiene il contatto per indicare le istruzioni su come deve comportarsi in attesa dell’arrivo dei soccorritori professionisti. Ma il guanto salvavita può accompagnare e facilitare in maniera ancora più accurata, permettendo di rimanere pienamente focalizzati sul paziente».

In grado d’impartire tutte le istruzioni

Entrando nei dettagli il guanto, tascabile, è un prototipo in grado d’impartire a chi lo indossa tutte le istruzioni utili a eseguire un corretto massaggio al petto di una persona colpita da arresto cardiaco, il tutto mentre lo stesso guanto lancia l’allarme alla centrale di soccorso sanitario con la quale è anche possibile comunicare via voce e immagini grazie a microfono, altoparlante e microcamera incorporati. Uno strumento, spiega il 42enne di Claro, che oltre a migliorare la qualità della manovra di rianimazione cardiopolmonare favorisce anche la comunicazione ai soccorritori grazie a un sistema Gps che risolverebbe i problemi in caso di assenza del segnale di rete.

La svolta nel 2017

È il 2012 quando Musiari, sulla base dell’esperienza maturata come soccorritore professionista, concepisce il ‘Life Glove’, elaborando l’idea nel garage di casa. Con il sostegno della Supsi, nel 2015 il prototipo è ultimato (faranno seguito due aggiornamenti prima di pubblicare lo studio scientifico) e viene selezionato tra i 10 finalisti della Start-Cup ticinese. Il progetto era stato sostenuto da vari enti (tra cui l’Ente Ospedaliero Cantonale e la Fondazione Ticino Cuore). Sull’onda dell’entusiasmo, insieme all’amico e manager Danilo Moroso fonda una start-up ma, dopo alcune esposizioni e i primi incoraggianti contatti, l’idea non decolla. Il punto di svolta, racconta Musiari, arriva nel 2017 grazie a un incontro con il Cardiocentro e in particolare con il Professor Tiziano Cassina, primario di cardioanestesia e cure intensive. «Mi è stato fatto capire che oltre al prototipo era fondamentale effettuare uno studio scientifico». Studio che viene effettuato al Cardiocentro dal 6 marzo al 26 aprile 2019 e che, oltre a Cassina, viene infine sottoscritto anche da altri rinomati medici ticinesi e d’Oltralpe che hanno deciso di partecipare. Il progetto viene presentato a congressi europei di emergenza sanitaria e, grazie all’aiuto del Dr. Med Samuele Ceruti e della sua equipe di ricerca, il lavoro viene infine accettato dalla rivista scientifica.

I risultati: 21,4% in più di accuratezza

130 i volontari senza una formazione specifica nel settore sanitario coinvolti nella fase di test del prototipo su manichini elettronici. Sono stati divisi in due gruppi: solo uno ha effettuato il massaggio cardiaco con l‘ausilio del guanto. Il ciclo di frequenza appropriato è risultato del 92,4% nel gruppo con il guanto rispetto al 71% nel gruppo ’classico’, con una differenza significativa del 21,4%. “Il feedback acustico e visivo fornito dal sistema di coaching del dispositivo – si legge nelle conclusioni dello studio – è stato utile per dettare la corretta frequenza delle compressioni traducendola in una rcp significativamente più accurata”. Per una questione di costi, durante il test non è stato attivato il piccolo monitor installato sul guanto: i volontari hanno ricevuto il feedback visivo e acustico tramite un portatile (le informazioni che si vedono sul pc sono le stesse che il prototipo consente di osservare sul display del guanto e che vedrebbero in tempo reale anche i soccorritori in remoto). Per quanto riguarda, invece, la profondità delle compressioni toraciche la profondità media di compressione nel gruppo con guanti è stato di 5,2 centimetri e di 5,5 nel gruppo di controllo. È stata osservata una riduzione media della profondità di compressione nel tempo di 5,3 millimetri al minuto nel gruppo di controllo rispetto a una riduzione di 0,83 millimetri al minuto nel gruppo dei guanti. Dopo 10 minuti di massaggio cardiaco, la profondità di compressione nel gruppo di controllo è risultata di 4,9 centimetri rispetto ai 5,1 nel gruppo dei guanti. Pur se non emerge una differenza significativa, si legge nelle conclusioni dello studio, “fattori come la qualità del messaggio e il decadimento nel tempo erano già visibili durante questo breve test, e si può quindi ipotizzare che, con una potenziale maggiore durata del tempo di rcp, questo divario tra i due gruppi potrebbe aumentare”. Anche se, ammette Musiari, sono necessari miglioramenti tecnici e ulteriori studi per confermare questi risultati promettenti, «il nostro approccio innovativo potrebbe potenzialmente migliorare l’efficacia della rcp effettuata da persone non formate nel settore sanitario, sui pazienti vittime di arresto cardiaco improvviso». Come detto in apertura, il desiderio del medico di Claro sarebbe quello di riuscire a coinvolgere partner interessati per sviluppare un progetto industriale.

Ogni anno 300 arresti cardiaci in Ticino

Gli incidenti cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo. Ogni anno in Ticino – informava il professor Cassina in occasione della conferenza stampa dello scorso agosto per informare sulle condizioni critiche del compianto Sindaco di Lugano Marco Borradori – vengono registrati 300 arresti cardiaci. Per i pazienti che arrivano in ospedale con ritmo defibrillabile (circa 40 all’anno) la sopravvivenza può arrivare fino al 50% (più che in altre aree della Svizzera e del mondo), che si riduce al 10% per quanto riguarda le persone che non hanno ritmo defibrillabile. Un cantone, sottolinea Musiari, dove la rete di soccorso attraverso la Federazione Cantonale Ticinese dei Servizi Ambulanza, 144 Ticino Soccorso, Fondazione Ticino Cuore, è giudicata ‘estremamente efficiente’: 900 i defibrillatori presenti sul territorio, 3’500 ‘first responder’.

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