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Maltempo e prevenzione: 'Eventi che impongono una riflessione'

'Andranno rivisti i parametri per realizzare le opere di contenimento', afferma il municipale Bang dopo l'esondazione che ha invaso l'asilo del Palasio

Il muro di sostegno 'sbriciolato' dalla forza dell'acqua (foto laRegione)
9 agosto 2021
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Proseguono i lavori di ripristino alla Scuola dell'infanzia del Palasio di Giubiasco, devastata dal maltempo abbattutosi in particolare sul Bellinzonese nella giornata di sabato. A causa della piena del riale Fossato, che ha divelto un muro della camera di contenimento riversandosi nel sottostante prato fino ad allagare il pianterreno dove si trovano le otto sezioni per 160 allievi e quindici insegnanti, la sede scolastica non sarà agibile per almeno 4-8 mesi, verosimilmente per tutto l'anno scolastico. 

Sul posto per le operazioni di messa in sicurezza e sgombero dell'ingente quantitativo di acqua, fango e detriti, la priorità degli addetti ai lavori riguarda la ricostruzione del muro di sostegno della camera di contenimento. Sollecitato dalla 'Regione', il capodicastero Opere pubbliche del Comune di Bellinzona, Henrik Bang, spiega che alla luce di un sopralluogo effettuato questa mattina dai servizi comunali insieme a uno studio d'ingegneria e una ditta di specialisti «si è deciso di procedere con la realizzazione di un muro provvisorio con degli appositi blocchi modulari. Un'operazione che richiederà un paio di giorni. Nel corso delle prossime settimane – continua il municipale – dovrebbe poi essere definito il progetto, in collaborazione con l'Ufficio cantonale dei corsi d'acqua, per la ricostruzione definitiva dell'infrastruttura». 

Il municipale torna sulla forza d'urto del riale e sull'adeguatezza delle opere di premunizione realizzate sul riale Fossato dopo le simili inondazioni verificatesi nel 2002 e nel 2008. «È sicuramente impressionate pensare che la forza dell'acqua abbia fatto cedere la parete della vasca di contenimento. Da ingegnere forestale posso dire che molto probabilmente i cambiamenti climatici devono imporre una riflessione sui parametri in base ai quali si realizzano queste opere. Si dice che un evento del genere si presenta ogni 50 anni, ma negli ultimi 20 ne ricordo almeno altri tre. A mio avviso sarà dunque compito della politica e del settore della progettazione e dell'ingegneria chinarsi sulla questione dal momento che questi fenomeni atmosferici sono sempre più frequenti. Un altro tema – annota ancora Bang – è la densificazione del territorio. Abbiamo sempre più asfalto che non dà sfogo all'acqua. Va poi valorizzata la gestione e la pulizia del territorio, aspetti per i quali c'era maggiore attenzione in passato». 

'Danni tra uno e due milioni di franchi' 

Bang stima tra uno e due milioni il costo dei danni all'asilo. «Già ieri sera è stata fatta uscire tutta l'acqua, mentre oggi ci sono tre camion che stanno portando via il fango. Per il mobilio c'è poco da fare. Nei prossimi giorni, anche alla luce delle operazioni di deumidificazione, potremo valutare il danno per l'impiantistica della struttura. Direi che ci vorranno un paio di settimane per avere un quadro completo». 

'Il piano d'evacuazione c'è'

Di fronte alla potenza con cui il riale Fossato è uscito dagli argini riversandosi sul prato e invadendo poi lo stabile del Palasio (colpito anche da alcune pietre del muro di sostegno), il fatto che sabato l'edificio scolastico fosse vuoto non può che far tirare un sospiro di sollievo (durante le settimane estive gli spazi sono occupati dalla colonia diurna, frequentata da decine di bambini e organizzata dall'associazione Artebambin). In ogni caso «tutti gli edifici pubblici e quindi anche le scuole sono obbligate ad avere un piano d’evacuazione con apposite procedure (punti d'incontro, vie di fuga, ecc), di cui tutti i responsabili sono a conoscenza e che vengono testate regolarmente», precisa ancora Bang. Inoltre, anche in un caso estremo e straordinario come questo «l’acqua ha iniziato a entrare lentamente nello stabile prima che la vasca di contenimento cedesse». Un segnale d’allarme che avrebbe dunque fatto «reagire immediatamente, nel caso fossero stati presenti persone nella sede, docenti e responsabili, applicando le istruzioni ricevute per casi di questo genere». 

La priorità: ‘Tutti gli allievi e i docenti nella stessa sede'

Come noto i 160 allievi e quindici insegnanti non potranno riprendere le attività scolastiche a Giubiasco e il Municipio di Bellinzona sta dunque cercando sedi provvisorie alternative. «Al momento stiamo approfondendo due-tre soluzioni», sottolinea il capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità Renato Bison. «Per tutte le opzioni vi sono pro e contro e stiamo quindi valutando tutti i dettagli. Non si tratta infatti solo di trovare l’ubicazione adatta, ma anche di trovare le soluzioni ideali per l’eventuale trasporto dei bambini, considerando pure la disponibilità di una mensa o una cucina e così via. Inoltre la nostra priorità è quella, nel limite del possibile, di far sì che tutti gli allievi e docenti possano continuare a frequentare la stessa sede, senza separarli». Una soluzione potrebbe essere quella di usufruire «dei prefabbricati presso le Scuole Nord, che sono stati posati alcuni anni fa in vista della ristrutturazione di questa sede. Ristrutturazione che è però slittata a settembre 2022 a causa della pandemia di coronavirus. Questi prefabbricati, che possono ospitare dodici sezioni, sono dunque già agibili, collaudati e approvati dal Cantone per poter essere utilizzati come aule di scuola». Una decisione definitiva sulla sede provvisoria sarà presa verosimilmente mercoledì durante la prossima seduta di Municipio. 

Un territorio con un rischio di esondazioni più elevato

Anche i Pompieri di Bellinzona hanno dovuto svolgere del lavoro straordinario per far fronte ai disagi dovuti al maltempo. Lavori che dopo due giorni non sono ancora terminati: «Oggi avevamo in servizio ancora una quindicina di militi, in parte per la pulizia e la manutenzione del nostro materiale e in parte per risolvere le ultime problematiche come alcune cantine ancora allagate», afferma il comandante Samuele Barenco. «Dove vi sono stati ‘solo’ allagamenti, la problematica si risolve piuttosto facilmente. Le difficoltà principali, invece, si sono verificate dove, oltre all’acqua, anche fango e altro materiale ha invaso le proprietà e le strade: non abbiamo i mezzi per sgomberare questi spazi dal fango, dal legname o dai sassi. In questi casi noi interveniamo appena si verificano i disagi per evitare che la situazione peggiori con il passare del tempo». In seguito sono poi i relativi Comuni a occuparsi del ripristino della situazione per quanto riguarda il suolo pubblico. Un evento straordinario che «abbiamo potuto gestire con una certa tranquillità», sottolinea il comandante dei pompieri di Bellinzona. «E questo grazie alla nostra organizzazione basata sul volontariato, molto versatile e flessibile, che permette di mettere in campo forze supplementari già formate in caso di eventi eccezionali e puntuali come questo».

Ma quanto spesso accadono eventi simili? Ricordiamo ad esempio le esondazioni del torrente Guasta nel 2002 e quelle proprio del riale Fossato nel 2008 che avevano provocato ingenti danni. «Eventi simili – prosegue Barenco – accadono ogni circa 10-20 anni e quindi non sono rimasto particolarmente sorpreso. Inoltre, ci troviamo su un territorio fragile: alle pendici delle valli vi è ovviamente un rischio più elevato di esondazioni di torrenti o scoscendimenti. Viene quindi fatto un grande lavoro di prevenzione e di monitoraggio per identificare le situazioni di pericolo che porta poi alla messa in atto delle rispettive misure che devono però essere oggettive e proporzionate». Misure che tuttavia in caso di eventi eccezionali e imprevedibili non sempre sono sufficienti per evitare danni.

Lumino, sempre evacuata la famiglia residente in via Rampighetta 

Particolarmente toccata dal maltempo anche la parte più a sud del paese di Lumino dove, spiega da noi contattato il sindaco Nicolò Parente, ci vorranno ancora alcuni giorni svuotare le vasche di contenimento dei riali Bruga e Valentra e portare a termine il ripristino provvisorio della parte di muro di contenimento ceduta. Invariata la situazione per la famiglia che ha dovuto abbandonare casa in via Rampighetta e per l'altro nucleo familiare costretto a salire al secondo piano della propria abitazione. 

 

 

 

 

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