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Canyoning e bouldering in Riviera, si comincia facendo ordine

Definite apposite zone parcheggio per gli appassionati. L’Otr annuncia l’avvio di uno studio per sondare la necessità di uno spazio dove poter dormire

Un torrentista durante una discesa nel Riale di Iragna (Ti-Press)
18 giugno 2021
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Sono circa 20mile le persone che ogni anno si recano in Ticino per praticare canyoning (torrentismo) e bouldering (arrampicata su grossi massi senza imbragatura e con tappetoni messi a terra). Una parte importante degli appassionati opta per il Comune di Riviera, località nota a livello mondiale dagli appassionati di tutta Europa per le sue rocce, le sue gole e i suoi riali distribuiti tra Lodrino, Cresciano, Osogna e Iragna. La grande affluenza registrata nelle ultime stagioni aveva indotto il locale Municipio e l’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat) ad approfondire alcune tematiche. A cominciare dalle problematiche legato all’aumento del traffico. «Stiamo ora mettendo a punto una sorta di prima fase per quanto riguarda il progetto di sviluppo e promozione del canyoning e del bouldering – spiega il direttore dell’Otr-Bat Juri Clericetti –. Insieme al Municipio, all’Ente regionale di sviluppo Bellinzonese e Valli e alla società professionistiche che organizzano le attività, si è fatto un primo passo per quanto riguarda l’ordine, andando a definire delle aree parcheggio per torrentisti e rocciatori ad Osogna, Iragna e Lodrino». Zone che saranno segnalate e dove da quest’estate le persone potranno posteggiare e cambiarsi per poi avviarsi verso il luogo delle attività sportive. «I nostri quartieri sono piccoli e la situazione iniziava a diventare difficile, tenuto conto anche dei numerosi turisti che in estate affittano case secondarie nel nostro comune – rileva il municipale Fulvio Chinotti (capodicastero Sicurezza pubblica e mobilità) –. Per questo motivo il Municipio ha spinto affinché si facesse un po’ di ordine, concentrandosi sulla creazione di queste apposite zone per posteggiare». Per quanto riguarda Cresciano – località di punta del bouldering – si sta discutendo con le Ffs in merito alla possibilità di disporre di un parcheggio a sud della stazione. Qui si prevedono una quindicina di posteggi a disposizione degli appassionati più alcuni cartelli informativi.

Ipotesi campeggio

Nei piani del Municipio dell’Organizzazione turistica regionale c’è l’idea di valorizzare ulteriormente le due attività. «Come Otr – spiega Clericetti – vogliamo affidare uno studio a un ente esterno con l’obiettivo di avere a disposizione un’analisi che ci permetta di valutare la realizzazione di un centro più ampio, una sorta di campeggio con servizi e docce, dove gli appassionati di canyoning e bouldering potrebbero anche dormire. È tuttavia importante stare attenti alle strutture ricettive che già offrono la possibilità di pernottare. Lo studio, che puntiamo ad avviare il più presto possibile, sarà dunque finalizzato ad avere indicazioni sulla reale domanda degli sportivi». Per il settore bouldering si vorrebbe invece implementare la visibilità creando un concetto di ’Boulder Park’, sulla linea di quanto fatto in Val Bregaglia. Cresciano riceve ogni anno la visita di migliaia di persone che partecipano a mantenere viva e divulgare la pratica del bouldering.

Prevenzione: ‘Il consiglio è rivolgersi alle guide locali’

Un altro tema sollevato è quello relativo alla sicurezza e alla sensibilizzazione ai pericoli che presenta il canyoning, anche in seguito di due incidenti mortali verificatosi nella Valle di Lordino durante la scorsa estate. Su questo tema era stata presentata anche una mozione dai granconsiglieri socialisti Raoul Ghisletta (primo firmatario), Carlo Lepori e Fabrizio Sirica: chiedevano di modificare la legislazione per fare in modo che chi pratica questo genere di attività disponga di un certificato o sia accompagnato da una guida. Una proposta giudicata sproporzionata dal Consiglio di Stato che, preavvisando negativamente la mozione, indicava come i due incidenti sarebbero purtroppo molto probabilmente accaduti anche se le vittime avessero svolto in precedenza un esame sulle conoscenze del territorio cantonale. A causa dell’elevato numero di turisti che annualmente si recano in Ticino per praticare il torrentismo, aggiungeva il governo nella risposta alla mozione, risulterebbe inoltre difficile soddisfare l’elevata richiesta di guide locali, con la possibile conseguenza che queste persone potrebbero praticare il canyoning selvaggiamente.

La posizione del Municipio, ribadisce Chinotti, rimane quella di consigliare di rivolgersi alle apposite società presenti sul territorio comunale per praticare questo genere di attività in piena sicurezza. Della stessa opinione Juri Clericetti: «Per noi è importante che ci sia sempre qualcuno che conosca il territorio e le sue insidie. Il consiglio, anche per le persone esperte, è dunque quello di approcciarsi sempre a una guida locale». A titolo personale, Chinotti afferma che potrebbe anche sostenere la causa sollevata dalla mozione, «ma credo che la spinta dovrebbe arrivare dal Cantone, altrimenti si rischierebbe di avere più regolamenti comunali che rischierebbero di generare confusione per i gruppi di canyonisti, in particolare quelli che vengono dall’estero».

Riportiamo di seguito le raccomandazioni principali della Commissione Acque sicure del Dipartimento delle istituzioni, autrice di un flyer dedicato al canyoning: chiedere consiglio a esperti del luogo e quindi scegliere l’itinerario in base alle proprie capacità; raccogliere informazioni aggiornate sul percorso (impianti idroelettrici a monte del percorso, cartine, check-point, vie di fuga ecc.); valutare le previsioni meteorologiche e durante la progressione tenere costantemente sotto controllo il livello dell’acqua; attenersi scrupolosamente alle indicazioni delle aziende idroelettriche se ci si trova a valle di impianti idroelettrici.

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