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Stazioni invernali, sussidi cantonali verso una ricalibrazione

Per il nuovo credito quadro 2021/25 si ipotizza un biennio transitorio di statu quo e una successiva revisione in base alla destagionalizzazione

Secondo due altre stazioni, Airolo-Pesciüm beneficia eccessivamente dell'aiuto cantonale alla manutenzione (Ti-Press)
9 giugno 2021
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Torna d’attualità il sussidio cantonale alla gestione ordinaria delle cinque stazioni invernali di Airolo, Bosco Gurin, Campo Blenio, Carì e Nara, contributo che nel credito quadro 2017-21 ammonta a 5,4 milioni di franchi da destinare alle opere di manutenzione regolare degli impianti a fune. Torna d’attualità perché il Dipartimento finanze ed economia ha iniziato a elaborare – non senza qualche complicazione viste le sollecitazioni giunte da più parti – il messaggio governativo da sottoporre al Gran Consiglio entro l’estate/autunno per il quadriennio 2021/25. I possibili scenari in fase di approfondimento sono almeno quattro: il primo equivale allo statu quo con una chiave di riparto invariata rispetto all’ultimo credito quadro, ossia un sussidio annuo di 800mila franchi per Airolo (totale 3,2 milioni nel quadriennio), 180mila per Bosco Gurin (720mila), 80mila per Campo Blenio (320mila), 120mila per Carì (480mila) e 170mila per il Nara (680mila). Il secondo scenario – che sembrava inizialmente poter fare breccia, ma è nel frattempo stato messo in standby – vede talune stazioni, per esempio Bosco Gurin e Carì, lamentare una disparità di trattamento e sollecitare una chiave di riparto differente che le favorisca un po’ di più rispetto ad Airolo. Il terzo scenario mira a premiare quelle stazioni che avranno dimostrato d'investire nell’offerta estiva, così da riposizionarsi turisticamente sul piano cantonale consolidando l’attrattiva nell’arco delle quattro stagioni a fronte anche di inverni tendenzialmente (eccezioni a parte, come l’ultimo) sempre più avari di neve.

Analizzare altre possibili chiavi di riparto

Il quarto scenario – che al momento sembra piazzarsi in pole position – è un ibrido fra i primi tre e mira garantire lo statu quo nei primi due anni, concedendo il tempo necessario ai servizi cantonali, in collaborazione con le cinque stazioni, per approfondire altre possibili chiavi di riparto considerando più elementi in gioco: fra questi, ancora una volta, gli investimenti fatti per incrementare l’offerta estiva senza dover dipendere da quella invernale, il successo ottenuto delle varie iniziative e di conseguenza i bilanci consuntivi degli ultimi anni, lo stato generale delle finanze e degli impianti e le differenze fra gli stessi considerando la presenza di scilift, seggiovie e funivie.

Rizzi: ‘Approfondire le complessità’

Responsabile del dossier è la Divisione dell’economia al Dfe: il suo direttore, Stefano Rizzi, informa che i lavori sono in corso e da parte del Governo non è ancora stato approvato il messaggio per il rinnovo del credito. «Come lo era stato in passato, anche oggi il dossier presenta una serie di complessità che vanno affrontate e approfondite», si limita a dire. Un incontro si è in effetti tenuto la scorsa settimana a Bellinzona e ha permesso a ciascuna destinazione di mettere sul tavolo le proprie idee, proposte, attese e rivendicazioni.

‘A noi 180, a loro 800’

Ciò che appare subito chiaro è che talune stazioni – com’era accaduto negli anni passati quando c’era stata una levata di scudi contro il rischio che a beneficiare degli aiuti cantonali fosse la sola Alta Leventina – insistono su un’adeguata attenzione nei confronti della loro offerta che risulta essere complementare, e molto apprezzata dall’utenza, a quella delle stazioni a maggior richiamo. Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di Bosco Gurin, dall’incontro della scorsa settimana esce con sentimenti contrastanti: contento e deluso allo stesso tempo. «La disparità di trattamento che ho sempre denunciato tra Bosco e Airolo è ancora tale. Siamo, con Airolo, la principale stazione invernale e le più complete, ma a loro vanno 800mila franchi all'anno di aiuti e a noi 180mila. Cosa che non mi spiego ed è per questo che ho suggerito di rivedere la precedente chiave di riparto riducendo l'importo destinato alla stazione airolese a 500mila franchi. I trecento risparmiati andrebbero poi suddivisi tra le rimanenti località sciistiche. Cosa che i responsabili di Airolo ovviamente si sono guardati bene dall'accettare». Frapolli si dice invece soddisfatto di un altro aspetto che dal colloquio con le autorità cantonali è emerso come prioritario, ossia la questione della destagionalizzazione: «La chiave di riparto andrà a premiare maggiormente coloro che seguono le direttive della politica cantonale, vale a dire investire non solo nella stagione invernale bensì su tutte e quattro le stagioni. E a Bosco noi questa via l'abbiamo intrapresa da anni: basti pensare alla zipline, alla slittovia, al progetto di un metrò alpino con la Formazza e all'ampliamento dell'offerta ricettiva dell'Hotel Walser, con l'aggiunta dell'area wellness. Il Governo questo l'ha capito e apprezzato».

‘Non chiediamo la luna’

Giovanni Leonardi, presidente della Valbianca Sa che gestisce Airolo-Pesciüm, ritiene importante che approfittando dei primi due anni di transizione la possibile revisione del sistema sia avviata «coinvolgendo le cinque stazioni e tenendo presente la reale complessità dei loro impianti, ossia datazione, piani di manutenzione ordinaria e straordinaria, quest’ultima molto più onerosa, come pure le concessioni rilasciate dalle autorità». Gabriele Gendotti, presidente della Nuova Carì società di gestione Sagl, confida in una maggiore attenzione verso la stazione medio-leventinese: «Non chiediamo ovviamente la luna, ma una leggera correzione del sussidio che ci porti più o meno allo stesso livello del Nara considerando almeno due fattori: il primo è che da quattro anni vediamo premiati i nostri sforzi chiudendo i bilanci nelle cifre nere; il secondo è che i nostri impianti, rispetto ai calcoli fatti ormai diversi anni fa per fissare la chiave di riparto, non sono più così recenti e fra pochi anni vedranno scadere la concessione. L’impegno per la manutenzione si fa insomma crescente».

‘Ricercare fra noi la giusta soluzione’

Denis Vanbianchi, direttore della Società cooperativa impianti turistici Campo Blenio Ghirone, a sua volta intravede una «piccola disparità di trattamento: suggerisco quindi di ricercare al nostro interno una soluzione che vada bene a tutti e possa essere accolta positivamente dal Cantone, senza creare dei perdenti. Mi sembra di capire, inoltre, che il Cantone attenda da noi qualche passo in più verso il rafforzamento delle sinergie fra stazioni». Quanto alla destagionalizzazione, nell’autunno 2023 a Campo Blenio dovrebbe entrare nel vivo il progetto di rilancio estivo con nuove offerte per mountain bike e giochi d’acqua promosso dall’Associazione Campo Blenio Ghirone estate: «Miriamo a diversificare l’offerta con soluzioni che siano alla nostra portata».

‘Evitare doppioni e puntare sulla novità’

Infine nella media Valle di Blenio si guarda con fiducia al progetto turistico Sun Village di Acquarossa che dovrebbe a sua volta correlarsi con la stazione del Nara. Matteo Milani, presidente dell’Amici del Nara Sa, chiede che il sussidio non venga ridotto vista anche l’età degli impianti e la conseguente necessità di effettuare la dovuta manutenzione. Inoltre attende l’esito dello studio che il Municipio ha recentemente commissionato alla società specializzata Comal con l’obiettivo d’individuare e implementare le idee migliori affinché la futura offerta nel fondovalle e in quota risulti attrattiva e finanziariamente sostenibile durante tutto l’anno. «L’estate passata, vista anche la situazione un po’ particolare, è stata per noi un successo con quasi 2’500 persone salite con gli impianti», rammenta Milani: «Questo grazie non soltanto al valore naturalistico del luogo ma anche all’offerta. Penso ad esempio agli apprezzati quattro percorsi di discesa per mountain bike. Inoltre, ritenendo che occorra puntare sulle novità, abbiamo testato con successo i mountain gokart e i monopattini dotati di grandi ruote dentate. Quanto alla Comal, attendiamo input interessanti: il lieve ritardo accumulato al Nara ci permetterà di evitare errori e doppioni e di centrare gli obiettivi».

Nella Valbianca un uomo ‘strategico’ di Andermatt-Sedrun 

Si terrà intanto a inizio luglio l’assemblea della Valbianca Sa, la società che gestisce gli impianti di Pesciüm controllata all’80% dal Comune di Airolo e al 20% da quello di Quinto. Piatto forte all'ordine del giorno sarà il bilancio dell'ultima stagione invernale che ha dovuto fare i conti con la crisi pandemica subendo un forte calo di sciatori e quindi anche di entrate, parzialmente compensate dagli aiuti straordinari Covid. In quell'occasione il Consiglio di amministrazione, presieduto da Giovanni Leonardi e in gran parte giunto a scadenza di mandato, sarà rinnovato per quattro quinti e i due Legislativi comunali hanno nel frattempo avallato le rispettive proposte. Unico ‘superstite’ è Davide Gendotti, sindaco di Prato Leventina, che viene riproposto dal Comune di Quinto insieme alla municipale Patrizia Gobbi Coradazzi. Airolo si è invece orientato su Michele Beffa (direttore della locale ditta Tenconi il cui Cda è presieduto da Giovanni Leonardi), sull’ex vicesindaco di Lugano Michele Bertini (sostituisce l’ex sindaco Giorgio Giudici, membro della prima ora, da quando cioè nel 2009 la Città sul Ceresio mise a disposizione metà del capitale iniziale della Sa) e su Silvio Schmid, fino al 2018 ceo della Ski Arena Andermatt-Sedrun, dal 2019 attivo in seno all’Andermatt-Sedrun Sport Ag che ne gestisce gli impianti e dallo scorso febbraio nuovo presidente dell’ente Sedrun Disentis Tourismus ai vertici del quale ha già operato durante l’ultimo ventennio. Oltre a Giudici e a Leonardi lasciano Enzo Filippini (già presidente della Federazione ticinese di sci) e Arturo Mottini. Il nuovo presidente sarà designato nel corso della prima riunione di Cda. Prossimamente sarà anche scelto il futuro direttore dopo la partenza di Mauro Pini divenuto allenatore della campionessa mondiale di sci alpino Petra Vlhova. L’entrata di Schmid ha a tutti gli effetti una chiara connotazione strategica per Airolo-Pesciüm che secondo Leonardi – così intervistato dalla ‘Regione’ lo scorso 14 aprile – per poter confermare e rafforzare la propria posizione turistica nel cuore delle Alpi dovrebbe poter investire nell'arco dei prossimi 15 anni oltre 50 milioni di franchi. Airolo e Andermatt sono insomma destinate ad avvicinarsi, e non solo grazie alla seconda canna autostradale prevista sotto il Gottardo il cui materiale di scavo servirà a realizzare l’attesa ricucitura territoriale di Airolo, con tanta nuova superficie anche per lo svago.

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