Bellinzonese

Museo di storia naturale: Faido e Locarno a confronto

Audizione oggi davanti alla Gestione del Gran Consiglio: Zali consegna due documenti con i motivi della scelta fatta; chiesto anche un rapporto comparativo

Gli storici hotel Suisse e Milano di Faido, indicati come possibile sede ma scartati (Ti-Press)
16 febbraio 2021
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Nuovo museo cantonale di storia naturale: verificare più approfonditamente la decisione (e i motivi ad essa correlata) che nel 2017 ha portato il Consiglio di Stato a scegliere il comparto di Santa Caterina a Locarno, di proprietà cantonale, scartando le altre otto opzioni presentate da altrettante località ticinesi. Lo ha deciso stamane la Commissione gestione del Gran Consiglio dopo aver ascoltato, dapprima per la durata di un’ora e un quarto, una delegazione giunta dalla Media Leventina in difesa della proposta di destinare a tale scopo gli storici hotel Suisse e Milano di Faido, di proprietà privata; ascoltato successivamente, più brevemente, il consigliere di Stato Claudio Zali, responsabile del dossier, che ha consegnato ai commissari due documenti contenenti i motivi favorevoli a Locarno e sfavorevoli alle altre otto località. Tuttavia la Gestione, volendo andare ancora più a fondo della questione, ha fatto propria la richiesta avanzata dal deputato leventinese Michele Guerra, sostenuto da alcuni colleghi, affinché il Dipartimento del territorio e la Sezione della logistica presentino nelle prossime settimane un rapporto comparativo fra le varianti Locarno e Faido. Locarno che in base all'analisi delle idoneità paesaggistiche, pianificatorie, infrastrutturali e architettoniche effettuata nel 2017 dalla Logistica, si piazza in testa, mentre Faido al quinto posto su nove candidature.

Su cosa si decide

Sul tavolo della Gestione, ricordiamo, vi sono da una parte il messaggio governativo che per l’adattamento del comparto di Santa Caterina in Città Vecchia a Locarno chiede lo stanziamento di un primo credito di progettazione pari a 9,5 milioni di franchi, cui ne seguiranno altri 36 per la realizzazione; dall’altra c’è una mozione interpartitica sottoscritta l’anno scorso da ben 27 granconsiglieri che sollecitano l’avvio di un approfondito studio comparativo tra Locarno e Faido. Stamane la delegazione leventinese, formata dal sindaco Roland David, dal professor Remigio Ratti e dai giornalisti Claudio Mésoniat e Tiziana Mona (quest’ultima quale promotrice del gruppo Museo nella natura in Leventina), ha esposto e ribadito tutti i punti a favore della soluzione medio leventinese, non solo a favore di una località periferica, ma anche connessi allo stretto rapporto con il territorio prealpino e alpino che un museo di questo tipo potrebbe avere se collocato a Faido. Un lungo elenco di punti a favore (compresa la ricerca di fondi privati per il finanziamento dell’acquisto dei due alberghi situati vicino alla stazione ferroviaria) che nell’arco dei mesi e degli anni non ha mosso di un millimetro le granitiche convinzioni governative, forti del rapporto elaborato da un collegio d’esperti.

Voglia di capire meglio

La mozione elaborata da Sara Imelli (Ppd), Diana Tenconi (Plr) e Michele Guerra (Lega) e sottoscritta da altri 24 deputati sensibili alle zone periferiche in cerca di sviluppo, ricordiamo, chiede al CdS di procedere con una comparazione dettagliata coinvolgendo degli esperti esterni. Una proposta che non sta in piedi, chiediamo, visto lo stato avanzato del progetto Santa Caterina? «In Gestione – risponde alla ‘Regione’ il suo coordinatore Matteo Quadranti – è maturata l’esigenza di comprendere dettagliatamente tutti i motivi favorevoli a Locarno e di esclusione non solo di Faido, ma anche delle altre proposte giunte dal resto del Ticino. I documenti consegnatici stamane dal consigliere di Stato potrebbero aiutarci in questo compito, incluso il rapporto comparativo chiesto e atteso per le prossime settimane. Procedere con un’analisi esterna, come chiesto dalla mozione? Allo stato attuale è prematuro dare una nostra indicazione rispettivamente sul messaggio con il credito per Santa Caterina e sulla mozione interpartitica. Un’opinione maturerà nel corso della primavera, e non è detto che debba essere unanime». I relatori indicati per la stesura dei rapporti commissionali sono i locarnesi Fiorenzo Dadò (Ppd) e Nicola Pini (Plr) insieme al bassoleventinese Michele Guerra (Lega). 

I relatori

Michele Guerra, che aveva insistito affinché la Gestione organizzasse le due audizioni odierne, rimarca di essere l'unico leventinese nella commissione e si dichiara a favore della variante Faido: «Il rapporto comparativo chiesto oggi ci permetterà di avere un quadro più completo, aiutandoci a prendere la decisione migliore nell'interesse di tutto il Ticino, evitando guerre territoriali». Dal canto suo Fiorenzo Dadò guarda verso il Verbano: «Il progetto presentato dal Consiglio di Stato, dopo attente verifiche e approfondimenti, è sicuramente molto interessante  e a prima vista l'opzione migliore – dice alla 'Regione' –. Questo progetto, e non lo dico da locarnese, risponde a tutta una serie di esigenze e si inserisce, secondo me, in un contesto ideale dal profilo naturalistico, logistico e della sua accessibilità. Stamattina abbiamo comunque sentito i promotori dei museo a Faido, faremo come commissione le nostre valutazioni». Infine Nicola Pini evidenzia dal canto suo che il messaggio governativo per la progettazione ingloba anche la mozione, da lui stesso firmata con altri deputati, che chiede di abbinare al museo una ‘Casa delle valli’, occasione immaginata per presentare da vari punti di vista la storia passata e presente di importanti realtà discoste del Ticino. Quanto alla via intrapresa dal governo, i documenti e gli approfondimenti sin qui fatti, nonché il sopralluogo eseguito nel comparto di Santa Caterina, «mi inducono a ritenere la soluzione Locarno convincente. Non da ultimo perché valorizza un vasto comparto che vanta una storia secolare nel cuore di Città Vecchia». Una soluzione peraltro «legata a doppio filo col territorio, viste le sinergie già delineate con istituzioni affini fra cui le Isole di Brissago, l’Istituto federale di meteorologia, le Bolle di Magadino, ecc.». In definitiva quanto finora già noto e approfondito, «conferma che Faido può avere un senso, ma quella di Locarno è un’occasione unica».

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