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Arti e mestieri nell’ex Officina? ‘Ben venga la proposta’

Ma il direttore Supsi, Franco Gervasoni, invita anche alla prudenza: ‘Il luogo darebbe un impulso alla collaborazione, ma il luogo non è tutto’

Franco Gervasoni, direttore della Scuola universitaria professionale (Ti-Press)
16 febbraio 2021
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«La vicinanza logistica favorisce indubbiamente la collaborazione, perciò ben vengano proposte in tal senso. Tuttavia la collaborazione c’è e si rafforza se lo si vuole veramente, indipendentemente dal fatto di operare sotto lo stesso tetto». Usa i piedi di piombo il direttore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana Franco Gervasoni commentando la proposta del vicedirettore del Centro professionale tecnico di Bellinzona Matteo Mozzini (vedi la ‘Regione’ del 12 febbraio) di trasferire la Scuola d’arti e mestieri (Sam) nel previsto nuovo Quartiere Officine avvicinandola ai laboratori del Dipartimento tecnologie innovative della Supsi che fra una decina d’anni potrebbero trovarvi spazio nell’ambito dello Swiss Innovation Park. Secondo Mozzini il trasferimento della Sam – preferibile all’ipotesi Liceo o Commercio avanzata da una mozione interpartitica in Consiglio comunale – avrebbe il pregio di aggregare più livelli in ambito tecnologico (formazione, aziende, ricerca privata e pubblica), visto anche l’interesse espresso dalla Supsi stessa per una propria presenza nel futuro quartiere. «La collaborazione fra i due livelli è uno degli elementi cardine del nostro sistema formativo», premette Gervasoni rimarcando che il Dipartimento tecnologie innovative «già oggi collabora molto bene con l’Arti e mestieri». Si tratta «di un elemento determinate e di continuità tra le due filiere formative, aiutando a incrementare le prospettive per i giovani che intraprendono questo percorso».

Le mire su Bellinzona

Partendo dalla Supsi, la domanda di fondo è sapere quali possibilità vi sono che trovi spazio, fra una decina d’anni, nel Quartiere Officine di Bellinzona. «Abbiamo trasmesso al Cantone la nostra opinione credendo di poter dare un contributo alle valutazioni avviate sui contenuti del nuovo comparto», risponde Gervasoni. In particolare «vediamo la possibilità di sviluppare a Bellinzona alcune nostre attività, prospettando una sinergia con gli ambiti di attività del Parco svizzero dell’innovazione a noi più vicini, quello della ricerca in primis. Si potrebbero integrare i laboratori gestiti da nostri istituti e i centri di competenza interessati a insediarsi».

‘Individuare le priorità’

Attualmente però il Dipartimento tecnologie innovative della Supsi ha preso casa nel nuovo campus di Viganello che verrà inaugurato a marzo. Perché pensare a Bellinzona? «Una valutazione va fatta nel medio e lungo termine – risponde Gervasoni – anche per il fatto che gli spazi a Viganello risultano già ora tutti occupati, tanto da aver dovuto prendere in affitto quattro piani in via Balestra per alloggiare l’Istituto sistemi ed elettronica applicata». Quanto all’Arti e mestieri, il direttore Supsi non si sbilancia: «Occorre avviare una valutazione sulle priorità del Quartiere Officine, la cui posizione è molto interessante sorgendo ai piedi della stazione ferroviaria. Quanto alla domanda posta, non sono io la persona che può esprimersi con cognizione di causa se sia meglio insediarvi l’Arti e mestieri o il Liceo o la Commercio. Posso solo rimarcare che più la Supsi è vicina all’Arti e mestieri, meglio è. Ma, ripeto, un’ottima collaborazione può esserci anche a una distanza di soli 10 minuti a piedi».

Guardando allo Swiss Innovation Park

Secondo Mozzini, Sam e Supsi sotto lo stesso tetto potrebbero condividere e sfruttare al meglio le risorse umane, logistiche e finanziarie a disposizione; mentre sul piano pratico gli studenti dei due istituti potrebbero collaborare su progetti innovativi, realizzando nei laboratori della formazione di base ciò che viene immaginato e sviluppato nella formazione superiore o nelle aziende presenti sullo stesso sedime. Gervasoni non si spinge fino a lì, riconoscendo comunque che «si potrebbero condividere dei laboratori o altri tipi d'infrastrutture, sebbene i laboratori principali del Dipartimento tecnologie innovative rimarranno ancora a Viganello. Riconosco però che se nell’ambito dello Swiss Innovation Park dovessero insediarsi delle realtà tecnologiche imprenditoriali e di ricerca affini ai nostri laboratori, la collaborazione con l’Arti e mestieri potrebbe trarne indubbi vantaggi, migliorando ulteriormente. Ma, e lo ripeto, di fondamentale importanza è la volontà di collaborare fra i vari livelli, a prescindere dal luogo. Oggigiorno – conclude il direttore Supsi – la distanza non rappresenta più un problema insormontabile. E nella cosiddetta ‘Città Ticino’ auspico che possa finalmente cadere quel muro psicologico delle distanze. Bellinzona, Lugano, Mendrisio e Locarno non sono poi così lontane l’una dall’altra».

Bertoli (Decs) chiede una riflessione ordinata

La ‘Regione’ ha interpellato anche il Dipartimento educazione, cultura sport. Dal suo direttore, il consigliere di Stato Manuele Bertoli, arriva una presa di posizione scritta: “Innanzitutto non posso che stigmatizzare la confusione fatta dal sig. Mozzini e/o dal vostro giornale tra la sua funzione di vicedirettore del Centro professionale tecnico di Bellinzona e la sua posizione di candidato alle prossime elezioni politiche comunali. La discussione sui contenuti formativi presso il sedime oggi occupato dalle Officine deve tenere conto di molti aspetti, ma deve svolgersi in maniera ordinata, evitando di confondere ruoli e funzioni. Sono convinto che la politica comunale e cantonale, con il supporto delle analisi tecniche, sapranno coniugare al meglio le possibilità logistiche offerte dal luogo, la presenza del parco dell’innovazione e la formazione connessa con questo contenuto, ma per ora è troppo presto per esprimermi nel merito”. La ‘Regione’ respinge l’insinuazione ribadendo di aver dato voce a un addetto alla formazione professionale (vicedirettore Centro professionale tecnico) che, in modo qualificato e approfondito ed esulando dalla candidatura, contribuisce ad arricchire il dibattito su ‘cosa’ le varie componenti della società desiderano si concretizzi nel nuovo comparto. Non per nulla tra dicembre e gennaio la Città di Bellinzona ha aperto una consultazione pubblica incentrata sul mandato di studio in parallelo e sul progetto scelto ‘Porta del Ticino’.

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