Bellinzonese

Reclute positive ad Airolo, ‘decisione irresponsabile’

Gioventù comunista critica i vertici dell'Esercito per come sta gestendo la pandemia nella truppa

Il tampone fatto prima del congedo, anziché dopo come deciso dal Comando, avrebbe permesso di evitare molti problemi (Ti-Press)
11 febbraio 2021
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All’urlo di “Boicottiamo l’esercito untore!” Gioventù comunista prende atto “con disappunto” di quanto riportato nei giorni scorsi dalla ‘Regione’, ovvero la notizia della sezione mista alla Scuola reclute Sanitari di Airolo risultata positiva al Covid per il 90% (sei militi su 28 durante la settimana e 18 durante il 'grande congedo' di quattro giorni a casa lo scorso weekend, ciò che ha comportato la quarantena per tutti i familiari entrati in contatto). “Non è la prima volta che tra i ranghi dell’esercito si diffonde inutilmente il virus”, ricorda Gioventù comunista segnalando le centinaia di contagi registrate durante la prima ondata. Paradossale, viene sottolineato, è che il problema si sia sviluppato ora proprio tra le forze designate a sostenere la popolazione dal profilo sanitario. Anziché effettuare un tampone il venerdì mattina prima del congedo e trattenere in caserma gli eventuali militi che la sera stessa fossero risultati positivi, ricordiamo, il medico e il comandante della Scuola reclute hanno optato per un tampone da effettuare solo al rientro dal 'grande congedo', caricando sui militi la valutazione/decisione se tornare o no a casa dopo tre settimane interrotte di servizio e la responsabilità di un eventuale contagio fra le mura domestiche, con tutte le conseguenze del caso per i familiari.

'Interrompere, meglio il Servizio civile'

Nell’ambito professionale – annota Gioventù comunista – un datore di lavoro irresponsabile che si comporta allo stesso modo viene sanzionato, “ma non vale altrettanto per i militari graduati, che continuano a mettere a rischio direttamente i giovani militi e indirettamente la popolazione”. Gioventù comunista rivendica quindi “con forza l’introduzione di sanzioni nei confronti degli ufficiali che agiscono in questo modo”. Tutto ciò porta la formazione politica a rincarare la dose di critiche verso l’Esercito, confidando che “i giovani soggetti all’obbligo di leva e le loro famiglie prendano coscienza della situazione e, facendo valere i propri diritti sanciti dalla Costituzione, interrompano l’addestramento militare e passino al Servizio civile, che ha dimostrato in questi mesi di saper portare un sostegno più efficiente nelle strutture ospedaliere e per anziani”.

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