Bellinzonese

Cedimenti collinari, Bellinzona esce dalla zona rossa

Il Cantone promuove l'adeguatezza degli interventi di premunizione eseguiti a Carasso, Daro, San Paolo, Pedemonte e Nocca

8 febbraio 2021
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Per lungo tempo hanno convissuto con il rischio di subire crolli e seri danneggiamenti. Ma grazie agli interventi di premunizione che la Città ha realizzato nell’arco di più anni, oggi possono sentirsi molto più al sicuro. La conferma arriva dalla Sezione forestale cantonale (Ufficio pericoli naturali, incendi e progetti) che pubblica per la durata di un mese, fino a inizio marzo, i Piani delle zone di pericolo di caduta sassi post interventi. Parliamo di una serie di zone collinari abitate di sponda destra (Carasso) e sinistra (Daro, San Paolo, Pedemonte e Nocca) il cui grado di pericolo è man mano passato da medio-elevato (blu e rosso) a residuo (bianco-giallo), ossia molto basso, per la tranquillità dei proprietari di fondi, manufatti di vario genere e strade. “Grazie a questi interventi di premunizione – sottolinea il Cantone – non sono più presenti zone di pericolo elevato che toccano la zona abitata (a esclusione di pochi mappali a uso secondario) e le vie di comunicazione comunali”. 

Dal 2001 a oggi

Il lungo iter ha origine esattamente vent’anni fa. Il Piano delle zone di pericolo (Pzp) relativo alla caduta massi veniva approvato dal Consiglio di Stato il 30 gennaio 2001. Il documento evidenziava diversi conflitti fra talune zone edificabili e i pericoli di crolli. L’allora Città di Bellinzona diede quindi avvio a un progetto di premunizione. Prima tappa realizzativa, Carasso sud: a seguito della costruzione di reti paramassi, il Pzp del 2001 è stato aggiornato una prima volta a fine 2009. Un ulteriore aggiornamento si rende necessario oggi anche in corrispondenza delle altre zone interessate dalle opere di premunizione realizzate fra il 2011 e il 2014. I piani in pubblicazione non tengono conto di quelle costruite da privati negli anni successivi al collaudo dei manufatti concretizzati dal Comune. In entrambi i pendii di sponda destra e sinistra sono state realizzate opere sia di tipo passivo (reti paramassi nella zona di transito) che di tipo attivo (interventi puntuali nella zona di distacco). 

Di sponda in sponda

Partiamo dalla sponda destra di Carasso: il progetto ha interessato quattro zone edificabili distinte, ossia Mandella, Mezzavilla, Falò e Garland-Pro Giovane. Per la protezione degli edifici esistenti sono state realizzate dal settembre 2012 al luglio 2013 (e collaudate nel settembre dello stesso anno) una ventina fra sottomurazioni, ancoraggi e fissaggi, reti in aderenza, spurgo e demolizione di materiale instabile, pulizia sottobosco e taglio piante, reti paramassi. Sulla sponda sinistra nelle zone di Daro, San Paolo e Pedemonte migliorie sono state portate nel corso del 2013 in quattro distinte zone edificabili tramite 25 opere collaudate nel 2014. Sopra il quartiere residenziale di Nocca sono infine state cinque le zone edificabili che hanno beneficiato di maggiore protezione con una trentina d'interventi, ossia Ronco Vecchio, vicolo Cracco, Nocca e due a Montebello.

La rete ha retto

Durante l’esecuzione dei lavori, evidenzia la Sezione forestale, è emersa la necessità di opere aggiuntive a causa di alcuni crolli che hanno in parte compromesso l'efficacia dei manufatti di trattenuta già realizzati. Viene in particolare citato l'evento del 10 ottobre 2013 in zona San Paolo/Pedemonte che ha interessato una grande rete paramassi posata soltanto poche settimane prima, rete che ha svolto in modo corretto la sua funzione protettiva trattenendo tutti il materiale sceso. Si è subito liberata la rete dai detriti scesi e verificato lo stato; gli elementi strutturali deformati e compromessi sono stati sostituiti e/o riparati.

‘Buon grado di sicurezza’, ma non totale

Tutto ciò porta i servizi cantonali a concludere che la combinazione di migliorie puntuali e la posa di reti paramassi “ha permesso di raggiungere un buon grado di sicurezza per la zona edificabile e quella già edificata”. Attualmente “si ritiene che il pericolo di caduta di elementi lapidei possa essere ridotto a un grado residuo laddove nel 2001 il pericolo veniva attribuito, a dipendenza delle zone, al grado medio (zona blu) o elevato (zona rossa). Sebbene la possibilità che sassi o blocchi cadano sulla zona edificata sia stata sensibilmente ridotta, il Cantone rende attenti che “non è stata completamente eliminata”. Nelle zone giallo-bianco, con pericolo residuo, possono infatti sempre verificarsi “eventi pericolosi con probabilità molto bassa ma intensità anche forte”. Da qui il concetto di pericolo residuo: in questo caso la delimitazione di nuove zone edificabili e gli ampliamenti della zona edificabile possono essere autorizzati a determinate condizioni, da valutare caso per caso. Inoltre l'adozione di adeguati accorgimenti tecnico-costruttivi è consigliata, mentre nuove costruzioni sensibili, con assembramento di persone, sono da evitare.

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