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Due alberghi in vendita a Olivone: Posta e San Martino

Per entrambi progetti di rilancio non andati in porto. Luciano Cattaneo, titolare della società proprietaria del San Martino: ‘In valle manca entusiasmo’

L'albergo San Martino (Ti-Press)
27 gennaio 2021
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Stesso destino per due alberghi di Olivone. Le strutture, entrambe tristemente chiuse ormai da diverso tempo, sono in vendita. Si tratta del San Martino e del Posta, entrambi affacciati sulla strada cantonale che attraversa il paese, distanti poche centinaia di metri l'uno dall'altro. I due immobili di valenza storica sono in cerca di nuovi proprietari e il prezzo di vendita è molto simile: rispettivamente 750mila e 795mila franchi. Due hotel e tanti progetti per il loro rilancio non andati in porto proprio in una regione dove ci sarebbe necessità di strutture di questo tipo. Nel caso del San Martino, ritirato all’asta nel 2014 dalla società immobiliare Ribos di Lugano di Luciano Cattaneo, era stato elaborato un progetto per uno Ski & Bike hotel. Idea che però non ha avuto seguito perché, come spiega Cattaneo raggiunto dalla ‘Regione’, non sono stati individuati enti pubblici o privati interessati. «Avevamo elaborato un bel progetto di rilancio già approvato dal Comune ma purtroppo in valle abbiamo riscontrato poco entusiasmo e nessuna voglia di collaborare», rileva. «Abbiamo riscontrato un clima piuttosto dismesso, nessuno sembra davvero credere nel potenziale di una struttura di questo tipo a Olivone e questa attitudine ci ha demotivato. Peccato, avessi avuto vent’anni di meno me ne sarei occupato personalmente», aggiunge l’avvocato oggi 82enne. L’edificio, il cui valore è stimato a 1,245 milioni, necessita di importanti lavori di miglioria, tanto che il preventivo di massima per una ristrutturazione totale ammonta a due milioni. Cattaneo fa presente che vi è la possibilità di percepire dei sussidi cantonali per la realizzazione del progetto. L'avvocato luganese dice di essersi rivolto anche al Comune di Blenio per un sostegno, ma di non aver riscontrato interesse da parte dell’Ente locale.

'Il Comune non può ritirare un albergo'

«Il Comune non può ritirare un albergo, non è nemmeno nostro compito gestire un esercizio pubblico», rileva da parte sua Claudia Boschetti Straub, sindaco di Blenio. Quanto a una partecipazione finanziaria, la sindaca è del parere che in questo periodo d'incertezze legate alla pandemia, non sia possibile contribuire al progetto. Inoltre, fa presente, il Comune ha già sovvenzionato l’Albergo Posta, che ora è in vendita. Anche per questa struttura erano stati elaborati interessanti progetti di rilancio. Il Posta, ricordiamo, era stato acquistato dalla Cooperativa Albergo Olivone & Posta con una parte di capitale proprio finanziato dai tre Comuni bleniesi (in primis Blenio con 250mila franchi) per creare un’impresa sociale. Uno studio di fattibilità aveva però evidenziato che per concretizzare un rilancio di successo sarebbe stato necessario un investimento oneroso, di almeno 6-8 milioni, soldi di cui la cooperativa non dispone. Il suo intento, ricordiamo, era di gestire l’albergo/ristorante attraverso un’impresa sociale che permettesse il reinserimento nel mondo del lavoro di persone portatrici di handicap o in assistenza. In passato il Comune di Blenio ha inoltre partecipato anche al finanziamento del Centro Pro Natura Lucomagno situato ad Acquacalda. Struttura che offre anche la possibilità di pernottare che l’anno scorso ha però dovuto chiudere anticipatamente, a fine agosto, ovvero circa un mese e mezzo prima rispetto al solito a causa di un problema con un cantiere.

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