Bellinzonese

Futuro della Scuola media di Castione, domande al governo

Dopo le interpellanze del Ppd ai Municipi di Arbedo-Castione e Lumino, l'Mps sollecita ora il Consiglio di Stato

'Se ci fosse la luna si potrebbe cantare', ossia il progetto la cui variante di Pr da due anni è bloccata da tre ricorsi
12 gennaio 2021
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I possibili scenari sul futuro della Scuola media di Castione, già oggetto recentemente di interpellanze del Ppd di Arbedo Castione e Lumino ai rispettivi Municipi, arrivano anche sui banchi del Consiglio di Stato. A chiedere lumi su “una scuola ora sottodimensionata in un comprensorio in piena espansione” sono i granconsiglieri dell'Mps Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori. “Il Decs – ricordano i deputati riprendendo quanto pubblicato dalla 'Regione' lo scorso 19 dicembre – starebbe valutando se demolire l'attuale sede (sostituendola con una nuova struttura tra Bellinzona e il quartiere di Claro) o risanare le strutture già presenti, con però una riduzione della capacità di accoglienza a soli 350 allievi” anziché 500. Al governo viene chiesto di confermare se l'autorità cantonale sta studiando degli scenari per gli studenti dei Comuni che oggi fanno capo alla Scuola media di Castione; di illustrare quali sono questi scenari e le conseguenze che potrebbero comportare per gli studenti dei vari Comuni e se le autorità comunali interessate sono state coinvolte (o lo saranno) nell’elaborazione di questi possibili scenari.

I 200 metri della discordia

Altre ipotesi sono al vaglio considerati i lunghi tempi necessari a evadere i tre ricorsi (di cui uno interposto dall'Associazione per il miglioramento ambientale di Castione e sottoscritto da 56 confinanti) che dal 2018 contestano la variante di Piano regolatore varata dal Consiglio comunale di Arbedo-Castione per poter accogliere il previsto edificio uscito dalla penna dalla comunità di lavoro ‘Edy Quaglia PeR architetti’. Scelto nel 2015 da un'apposita giuria al termine di un concorso di architettura a due fasi, il progetto da 24 milioni di franchi intitolato ‘Se ci fosse la luna si potrebbe cantare’ prevede l'ampliamento e sopraelevazione delle attuali Medie portandole a una lunghezza complessiva di 200 metri e a un'altezza di 12 e mezzo, il tutto includendo quattro sezioni di scuola dell'infanzia e una mensa. Una 'stecca' che sin dalla sua presentazione ha suscitato perplessità nel vicinato, specie fra gli abitanti situati a ridosso, nella porzione a nord sul confine con Lumino. Tuttavia – ricordiamo – sia la giuria, sia il Consiglio di Stato in risposta a una prima interrogazione parlamentare, già nel 2018 indicavano “la necessità, nell’ottica di un opportuno affinamento del progetto, di sviluppare il tema del volume unitario, che con un’articolazione più attenta dei contenuti potrebbe garantire una proposta volumetrica e urbanistica più equilibrata rispetto al contesto circostante”. Va anche ricordato, tuttavia, che per una lunghezza di 85 metri, sui 172 complessivi previsti, escludendo dunque il tratto rappresentato dalle attuali Scuole medie che verranno inglobate nel nuovo edificio, questo vedrà l’intero pianterreno sgombro per un’altezza di 3 metri e 80.

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