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Nuovi orari a scuola, stessa folla su bus e treni

Allievi di Liceo e Commercio di Bellinzona ritengono il cambiamento inutile e svantaggioso. E scatta un sondaggio

Alla Scuola cantonale di Commercio
27 novembre 2020
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I nuovi orari decisi dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) e introdotti a inizio settimana nelle scuole medie superiori ticinesi suscitano malumore tra gli allievi. Per dirla con le parole di una studentessa della Scuola cantonale di commercio (Scc) di Bellinzona “il sistema adottato non sembra essere efficace come promesso. I treni continuano a essere affollati, le distanze impossibili da garantire. Il problema è stato rinviato di un’ora”. È quanto scrive in una presa di posizione inviata ai media Ivana Pisic, responsabile del Comitato studentesco della Scc, dopo essersi confrontata con i suoi compagni sulla nuova tabella oraria che posticipa l’inizio delle lezioni allo scopo di sgravare i trasporti pubblici nelle ore di punta e diminuire così il rischio di contagio da Covid-19. “L’unica differenza visibile con lo slittamento degli orari di un’ora è il passaggio da folle di studenti a folle di studenti e lavoratori nelle ore di punta serali. Si avvicinano perciò adulti, spesso categoria più a rischio, e ragazzi, il gruppo quotidianamente più esposto al virus. Come se non bastasse, l’inefficacia dei trasporti pubblici impedisce a molti degli studenti di prendere treni o autobus diversi rispetto all’orario precedente. Per questo motivo gli allievi sono tenuti a presentarsi fino a un’ora prima dell’inizio delle lezioni. Chiaramente l’attesa avviene all’interno dello stabile scolastico e gli assembramenti sono così inevitabili”, fa notare l’allieva. Stando a nostre verifiche ciò succede in particolare per chi arriva dalle zone periferiche. Gli allievi dalla Valle di Blenio partono ad esempio con il bus mezz'ora dopo il solito e si ritrovano a Bellinzona alle 8.20, tre quarti d'ora prima del suono della campanella. Al pomeriggio finire e tornare a casa dopo, erode peraltro il tempo serale a disposizione per lo studio o per altre attività, che si tratti di una corsetta, di leggere un libro o trascorrere del tempo in famiglia, aggiunge Pisic.

Il Sisa ribadisce la necessità di aumentare le corse

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il Sindacato indipendente studenti e apprendisti (Sisa) che ieri tramite comunicato stampa e con tanto di striscioni affissi in più sedi ha ribadito la necessità di aggiungere delle corse supplementari nelle tratte più critiche, come peraltro suggerito dalla petizione che ha lanciato poco più di due settimane fa. La situazione sui trasporti pubblici non è migliorata in maniera significativa, scrivono. “Restano molte infatti le tratte che continuano ad essere affollate, soprattutto la sera”. Uno dei motivi, sottolinea il Sisa, è da ricercare nel fatto che nessun provvedimento è stato proposto per le scuole professionali. Il sindacato studentesco rende attenti anche su un altro aspetto: la riduzione delle pause causa un calo dell’attenzione durante le lezioni e il peggioramento della qualità dell’apprendimento. Il nuovo orario prevede infatti alcuni cambiamenti in tal senso: se al mattino la ricreazione è rimasta di 15 minuti, quella del pomeriggio è stata dimezzata (da 10 a 5 minuti); è stata inoltre annullata la pausa di 5 minuti fra una lezione e l’altra. Invariata per contro la pausa pranzo (45 minuti o 1,5 ore a dipendenza del piano di ciascuna classe).

La risposta del Decs: per evitare la scuola a distanza

Oltre al Sisa, anche nelle singole sedi sono in corso mobilitazioni. Al Liceo di Bellinzona una lettera firmata da una trentina di allievi che sollevano gli aspetti negativi generati dalla nuova griglia oraria ha ricevuto negli scorsi giorni una risposta firmata da Daniele Sartori, caposezione dell’Insegnamento medio superiore. A fronte dei chiarimenti chiesti dai giovani, Sartori spiega che la decisione è dettata dalla volontà di fare il possibile per evitare di passare all’insegnamento a classi dimezzate (scenario 2) o completamente a distanza (scenario 3). Il caposezione nega che gli orari fossero già variati tra i liceali bellinzonesi. O meglio, se ciò è vero per la fine delle lezioni (ripartita sulle ultime 3ore del pomeriggio), lo stesso non vale per l’inizio mattutino, le 8.20 per quasi la totalità delle classi. Sartori si appella alla collaborazione di tutti per evitare “a tutti i costi la chiusura della scuola in presenza” e aggiunge: “L’auspicio è naturalmente che questa misura sia solo transitoria e che si possa ritornare agli orari normali prima possibile”. L’argomento sarà nuovamente tematizzato in occasione di un incontro tra gli autori della lettera e la direzione del liceo cittadino, ci viene reso noto.

Un sondaggio per tastare il polso

Sempre al liceo, per riuscire ad avere una visione più completa di come gli allievi vivano il cambiamento d’orario, ieri il comitato studentesco ha lanciato un sondaggio interno promosso via social e via Whatsapp che sonda una serie di aspetti attraverso una decina di domande. Viene chiesto in particolare il grado di soddisfazione rispetto al nuovo orario, quanto erano affollati i mezzi pubblici prima del cambiamento, se la situazione a tal proposito sia cambiata (in meglio o in peggio), quanti minuti prima della lezione si arriva a scuola (da 5 fino a un’ora) e cos’è cambiato rispetto a prima in tal senso, quanto si debba aspettare i mezzi pubblici al pomeriggio dopo aver finito le lezioni, se a casa si riscontrino disagi e se ci si è trovati costretti a spostare o annullare attività extrascolastiche. Un punto, quest’ultimo, che effettivamente ha scombussolato in alcuni casi gli equilibri precedenti. Se è vero che una serie di attività sono state annullate, molte altre sono ancora in corso. Basti pensare alle lezioni di musica oppure agli allenamenti sportivi che non rientrano tra quelli non concessi in questo periodo dalle disposizioni cantonali in vigore almeno fino al 18 dicembre.

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