Bellinzonese

Ravecchia, sospeso l'acquisto dell'ex ospedale

A causa di necessità logistiche della Confederazione a Bellinzona, saranno avviate nuove trattative con il Comune. Ritirato il messaggio municipale.

L'accordo prevedeva l'acquisto della Città per 4,6 milioni (foto Ti-Press)
17 giugno 2020
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Si rendono necessarie ulteriori trattative tra Armasuisse e la Città di Bellinzona per l'acquisto da parte del Comune dell'ex ospedale di Ravecchia. Nelle scorse settimane la Confederazione – proprietaria  – ha infatti comunicato al Municipio turrito di avere necessità di trovare a Bellinzona dei locali per la centralizzazione delle proprie necessità logistiche e in particolare una sistemazione provvisoria per i prossimi cinque anni per la neo costituita Corte di appello del Tribunale penale federale (destinata poi a insediarsi nel rinnovato Pretorio di viale Franscini, di proprietà cantonale) indicando proprio gli spazi dell’ex ospedale quale possibile soluzione temporanea. I competenti uffici della Confederazione hanno perciò chiesto al Municipio di discutere in vista di una soluzione condivisa, "nel rispetto delle reciproche esigenze", viene precisato nel comunicato diramato dalla Città. "Una volta completati gli approfondimenti - si aggiunge - saranno valutate le diverse opzioni di collaborazione tra Confederazione e Città in relazione alla destinazione dell’immobile". Una situazione che costringe il Municipio, in accordo con la Commissione della gestione e i capi gruppo in Consiglio comunale, a togliere il messaggio relativo all'acquisto dell’ex ospedale dall'ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio comunale convocato il 30 giugno. Un messaggio che - attraverso l'acquisto della Città per una somma di 4,6 milioni di franchi (più altri 1,15 milioni per lavori urgenti) prevedeva di destinare lo stabile a nuova sede del Dicastero opere pubbliche e ambiente più ad altri contenuti ancora da stabilire, verosimilmente di tipo associativo e culturale. 

I timori dei socialisti: a rischio il centro culturale

"Non possiamo ancora una volta sacrificare la decennale necessità di disporre di un centro culturale accessibile a tutta la popolazione", annota dal canto suo la sezione del Ps di Bellinzona ricordando di ritenere prioritario destinare una parte degli spazi dell'ex ospedale a centro culturale: "Eventuali spazi nel nuovo quartiere che prenderà posto nell’attuale sedime delle Officine, saranno a disposizione solo tra un decennio e siamo purtroppo sicuri che ben poche forze economiche e politiche sosterranno la creazione di spazi socio-culturali in quel contesto. Infatti ancora una volta siamo pronti a scommettere che, come oggi, emergeranno 'altre importanti e legittime priorità'. Il rischio concreto è dunque che il centro culturale non vedrà mai la luce". Il Ps si chiede quindi se l’ex ospedale sarà in grado di ospitare Dop, tribunale e cultura. E se non esistano valide alternative per una delle tre realtà. "Senza mettere in dubbio l’acquisto dello stabile da parte della Città , senza sminuire le necessità del Dop e soprattutto riconoscendo l’importanza che l’intero Tpf resti a Bellinzona, ci batteremo affinché la cultura non venga sacrificata ancora una volta senza trovare subito delle soluzioni concrete, fattibili in tempo breve, per realizzare un centro culturale; e la spesa delle attività culturali di Bellinzona passi dall’attuale circa 1% del budget globale a un 3% più vicino agli standard di tutte le città ticinesi e svizzere".

 

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