Bellinzonese

Un sito didattico nel quinto fortino della fame a Camorino

L'Amb intende investire 300'000 franchi per inserire il manufatto (oggi usato come magazzino) nella Via dell'acqua realizzata in Valle Morobbia

10 febbraio 2020
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Trasformare il quinto fortino della fame, quello situato più in alto, in un fortino dell'energia, ossia un sito didattico dedicato al mondo dell’energia elettrica, in particolare quella idroelettrica. Con questo obiettivo l’Azienda municipalizzata di Bellinzona (Amb), sin dalla metà del secolo scorso proprietaria del manufatto situato al Pian di Bur nel comprensorio di Camorino, ha pubblicato in questi giorni una domanda di costruzione volta a tastare il terreno presso l’autorità cantonale preposta a esprimere un preavviso. «Qualora dal Dipartimento del territorio giungesse un parere positivo – spiega alla ‘Regione’ il direttore Amb Mauro Suà – faremo proseguire l’iter che prevede un investimento di circa 300mila franchi, con relativa richiesta di credito al Consiglio comunale». Non raggiungibile in auto ma solo a piedi lungo un sentiero, il fortino è situato all’imbocco della valle Morobbia non lontano dalla condotta forzata utilizzata nell’ambito della centrale idroelettrica di proprietà della Città. Attualmente è in condizioni discrete e da lungo tempo viene utilizzato come magazzino dagli operai Amb impiegati nella manutenzione della condotta stessa e delle sue vicinanze boschive.

Entusiasmare e sensibilizzare i visitatori

«Il progetto – annota ancora Suà – s’inserisce in quello della ‘Via dell’acqua’ da noi voluto una decina d'anni fa, e recentemente rinnovato in occasione del 150° dell'Amb, per avvicinare la popolazione e tutti gli interessati alle nostre attività in Valle Morobbia e allo sfruttamento dell’acqua per fini idroelettrici e di approvvigionamento idrico per la popolazione». In questo contesto «riteniamo che il fortino potrebbe inserirsi come tappa divulgativa dedicata non da ultimo alle scuole ma anche, ovviamente, a tutte le persone e ai grupppi interessati». Non si tratta insomma di ‘metter lì’ quattro pannelli illustrativi, ma di entusiasmare il pubblico – lungo un percorso didattico, storico e tecnologico sia interno, sia esterno all'ex edificio militare – sensibilizzandolo non da ultimo al corretto utilizzo delle risorse energetiche, un tema oggi sempre più d’attualità.

Cosa c'è da fare

Lo stato di conservazione del fortino presenta un forte deterioramento dell’intonaco a base di calce interno ed esterno della muratura cilindrica perimetrale, per la quale è necessario un importante intervento di rifacimento. La carpenteria primaria del tetto è in buono stato è può essere mantenuta, con alcuni interventi puntuali di riparazione, mentre la carpenteria secondaria (correntini e listonatura) andrà sostituita, così come le opere di copertura in lamiera. All'interno, la scala e la soletta in legno sono in parte marci, mancanti o pericolanti. Per rendere meglio usufruibili i due locali interni, si ipotizzano due modifiche rispetto all'architettura originale. Il primo riguarda la scala interna: l'idea è di portarla verso la parete perimetrale così da liberare lo spazio centrale. Questo intervento è ritenuto fondamentale per consentire ai futuri utenti di vedere senza schermature le spiegazioni e le esperienze proposte dai docenti. La seconda modifica riguarda la scala d'accesso al fortino: essendo gli attuali gradini in sasso alti fino a 28 centimetri, in vista di un afflusso di bambini delle scuole elementari sarebbe meglio rifare la scala regolarizzando alzate e pedate, rendendo l'accesso più comodo e al riparo da eventuali infortuni. S'intende compiere questi interventi in maniera reversibile nel rispetto dei materiali e dell'architettura originale.

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