Il presidente sezionale Marco Nobile riflette sulla controprestazione degli elettori liberali-radicali bellinzonesi alle federali. 'Dati che devono spronarci'
Un’aggregazione che ha reso il Plr meno presente sul territorio, alcune ex roccaforti liberali-radicali nelle quali fioccano critiche sui municipali in carica, la rinuncia a ricandidarsi del vicesindaco Andrea Bersani, l’avanzata rosso-verde e femminile sul piano cantonale e una controprestazione dell’elettorato distrettuale alle elezioni federali. Sono molti gli elementi di criticità che obbligano la sezione liberale-radicale di Bellinzona a una seria riflessione sugli obiettivi in vista delle elezioni comunali 2020. Ne parliamo col presidente Marco Nobile.
In effetti il trend indica la contrazione del Plr anche a Bellinzona, sia in termini di voti che di partecipazione. Pur considerando che la nostra percentuale è ancora la più alta fra i centri, e facendo le debite distinzioni fra elezioni comunali, cantonali e federali, quelli più recenti sono risultati che devono preoccuparci e fare da sprone. In questo caso, a livello cantonale non si è riusciti a far capire la ragionevolezza di una scelta politica di centro. Il discorso non è passato a livello comunicativo. Il Plr non è riuscito a esporre adeguatamente i temi su cui il centro ha lavorato ricercando il consenso. Per contro sono stati meglio recepiti dagli elettori temi come ecologia e socialità da una parte, e antieuropeismo e frontiere dall’altra. Dobbiamo perciò riappropriarci della credibilità data da una comunicazione che dev’essere diversa per far emergere i nostri valori.
Ribadisco che siamo il centro in cui il Plr col 28% ha tenuto meglio degli altri. Inoltre un certo tipo di ripresa rispetto al 20 ottobre lascia ben sperare. Chiesa a Bellinzona era quarto al primo turno ed è rimasto quarto, Merlini è rimasto terzo ma ha recuperato due punti percentuali. Sicuramente in ottica comunali 2020 dobbiamo riflettere sul fatto che l’aggregazione ha comunque inciso negativamente su alcune ‘roccaforti’ del nostro partito negli ex Comuni e che qui e là anche esponenti del nostro partito criticano apertamente talune situazioni della nuova Bellinzona; in questo senso osservo che nel nome della dialettica interna siamo bravi a farci male da soli. Pure da considerare l’avanzamento della forza rosso-verde, visto che abbiamo un sindaco socialista apparentemente imbattibile e che c’è una chiara avanzata ambientalista. Dobbiamo anche riflettere sulla forza della donna, nel caso specifico rosso-verde, che ritengo abbia raccolto parecchi consensi fra le donne liberali-radicali. Senza contare che, a differenza di oggi, quattro anni fa Lombardi e Abate non hanno avuto avversari in grado di minacciarne i seggi.
Questa sensibilità è ben presente anche nel nostro partito, nel quale le donne liberali-radicali sono organizzate sul piano cantonale, contribuiscono al dibattito e hanno voce in capitolo. Concordo sul fatto che questo lavoro debba essere maggiormente promosso sul piano locale, non da ultimo considerando il successo registrato dalla lista ‘Più donne’ che in aprile si è aggiudicata due seggi in Gran Consiglio.
Si tratta di una questione che va ben ponderata e che richiederà tutta la nostra attenzione e sensibilità. Le prossime saranno elezioni durissime. Bisognerà tirar fuori gli artigli per raggiungere l’obiettivo di confermare tre municipali. Perciò come sezione desiderosa di trovare contromisure praticabili all’erosione di consensi, ci siamo dati una strategia di avvicinamento alle elezioni di aprile, anche con incontri dedicati alla strategia comunicativa chiamata a focalizzare adeguatamente i temi prioritari sui cui impostare obiettivi e lavoro sul terreno. Quanto alla ricerca dei candidati, tiene conto sia degli aspetti numerici, sia di quelli più politici. Infine la rappresentatività: sarà riservata la giusta attenzione alle donne e ai quartieri.
Sui temi il nostro partito va ‘svecchiato’, nello stile come nel messaggio che vuole trasmettere. Dobbiamo saper parlare alle nuove generazioni e coinvolgerle. E ritorno all’aggregazione, dopo la quale abbiamo un po’ perso il contatto col territorio. Prima, come detto, eravamo quasi ovunque. Gestivamo le situazioni. Oggi molto meno e la gente lo percepisce.
Rifarei oggi la stessa cosa, anche perché occorre essere signorili nel riconoscere il merito degli altri. Arrivando a oggi, bisogna invece essere realisti nel definire gli obiettivi. Abbiamo argomenti validi da far valere, in primis la volontà di fare e di cercare soluzioni praticabili. Perciò dobbiamo lottare, ribadisco, per mantenere gli attuali tre seggi. Uno, se confrontiamo le percentuali odierne con quelle del 2017, può essere a rischio.