Bellinzonese

Con la bici in rotonda, a Bellinzona istruzioni per l'uso

Pro Velo e Polizia comunale hanno offerto oggi pomeriggio vicino al Liceo 'lezioni' gratuite agli utenti della strada

Ti-Press/Crinari
3 ottobre 2019
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“Ma che fa, è impazzito?!”. Alzi la mano l'automobilista che non lo ha pensato o detto osservando il ciclista spostarsi in mezzo alla carreggiata e affrontare la rotonda restando al centro della strada. Eppure è proprio questo il modo corretto – per chi si sposta sulle due ruote a propulsione umana – di approcciarsi alle rotatorie. Lo hanno ricordato oggi pomeriggio a Bellinzona alcuni membri di Pro Velo Ticino affiancati da agenti della Polizia comunale che a partire dalle 16 e per un'ora abbondante hanno sensibilizzato gli utenti della strada in transito nella trafficata rotonda del Grottino Ticinese, situata non lontano dal Liceo e alla confluenza di via Mirasole, via Chiesa e via Lavizzari. Già alcuni anni fa la Sezione della circolazione aveva allegato alla cedola della tassa annuale un opuscolo contenente le regole d'oro; a sua volta l'Associazione traffico e ambiente (Ata) le ricorda nel proprio portale: anzitutto, viene specificato, il ciclista di turno deve rendere ben visibile le proprie intenzioni. Da qui l'invito a fare segnalazioni chiare e al momento giusto, cercando nel limite del possibile il contatto visivo con i conducenti motorizzati. La sequenza ideale indicata prevede almeno quattro fasi: dapprima, avvicinandosi alla rotatoria, volgere lo sguardo indietro e una volta verificata la possibilità di farlo, spostarsi verso il centro della carreggiata segnalando tale intenzione col braccio sinistro; quindi, rispettare il diritto di precedenza dei veicoli che si trovano già nella rotonda; terzo, una volta entrati nella rotonda, proseguire pedalando al centro della carreggiata; e per ultimo, in procinto di uscire dalla rotonda, indicare tale intenzione con un chiaro gesto del braccio destro. Così facendo si riduce al minimo il rischio che il veicolo superi incautamente il ciclista e che questi esclami “ma che fa, è impazzito?”.

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