Bellinzonese

Hotel Alpina di Airolo, c’è anche il ricorso al governo

I referendisti contrari all’acquisto hanno impugnato la decisione del Legislativo. Ritengono non sostenibile dal Comune la spesa di 3,73 milioni

Ti-Press
18 luglio 2019
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Azione a tenaglia in quel di Airolo contro la decisione con cui lo scorso 30 aprile il Consiglio comunale con 19 sì e 2 no ha stanziato 3,73 milioni di franchi per acquistare l’hotel Alpina con l’obiettivo di destinarlo in affitto per una decina d’anni all’Ufficio federale delle strade (Ustra) che vi alloggerebbe gli operai impiegati nel cantiere per la realizzazione del secondo tunnel stradale sotto il Gottardo. Non solo è stato lanciato con successo un referendum per contrastare l’avallo del Legislativo (cfr. ‘laRegione’ del 27 giugno), referendum che avendo raccolto 177 firme obbligherebbe il Municipio a fissare ora una votazione popolare. Il condizionale è d’obbligo, perché si viene ora a sapere che oltre al referendum la decisione del Cc è stata anche impugnata con un ricorso interposto al Consiglio di Stato. Promotori del referendum sono l’ex municipale di ‘Aria Nova’ Franchino Filippini, l’ex consigliere comunale Plr Franco Jori e la signora Elena Beffa. Quanto al ricorso, è stato firmato da Franco Jori, persona molto nota nell’alta Leventina non solo per il suo passato politico (è stato in Cc per 36 anni) ma anche per aver condotto per quasi mezzo secolo, fino al 2006, uno studio medico in paese. «Ho trattato molti temi d’interesse pubblico – spiega alla ‘Regione’ – e oggi nutro molte riserve» sul principio ‘Perdite zero, guadagno sicuro’ portato avanti dal Municipio e fatto proprio dal Consiglio comunale, secondo cui “la comunità airolese non ha nulla da perdere e ha molto da guadagnare: finanziariamente dalla bontà dell’operazione, economicamente a livello di indotto, socialmente per l’occupazione e turisticamente (o altro) per la futura destinazione del comparto” dell’hotel Alpina.

Tuttavia Jori declina, almeno per ora, l’invito a esporre le proprie motivazioni a sostegno di referendum e ricorso. Poiché l’iter di quest’ultimo – ricorso che deve riguardare questioni formali relative alla procedura di adozione della decisione da parte del Cc – richiede l’invio di osservazioni ed eventuali repliche e dupliche all’apposito servizio del governo cantonale, «eventuali mie dichiarazioni rilasciate ai media potrebbero causare qualche problema al buon esito del ricorso stesso». D’altronde la Legge organica comunale è silente sulla possibilità di far votare o no la popolazione su una decisione ‘sub judice’, indicando unicamente un termine di 5 mesi dopo la pubblicazione dell’esito della raccolta firme. Solitamente il buon senso induce il Municipio di turno (è accaduto ad esempio l’anno scorso a Bellinzona per il contestato progetto di nuova piazza di Preonzo) a chiedere ai referendisti un po’ di pazienza in attesa che l’autorità ricorsuale si pronunci; la cosa però si complica, dilatandosi nel tempo, se il ricorso avanza al Tribunale amministrativo cantonale o al Tribunale federale, le cui decisioni richiedono svariati mesi se non anni. Ad Airolo non è dato sapere per ora cosa deciderà il Municipio.

Dal canto suo Elena Beffa contesta apertamente l’operazione hotel Alpina: «Il Municipio incassando l’affitto di 290mila franchi all’anno e le varie tasse conta di recuperare i 3,73 milioni al termine del cantiere. Ma i lavori potrebbero anche durare molto meno del previsto. Quanto alla futura destinazione dello stabile, vi sono per ora solo ipotesi quali una casa per anziani o una possibile vendita in ambito turistico. Solo ipotesi prive di conferme, che andrebbero invece date considerati i 3,73 milioni, troppi per un piccolo Comune come il nostro che dovrebbe semmai investire seriamente nel favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e l’arrivo di nuove famiglie». Un altro punto critico – conclude Elena Beffa parlando peraltro di clima intimidatorio in paese nei confronti dei referendisti – riguarda «il senso di fare questo bel regalo all’Ustra, che dovrebbe invece risolvere da sé il problema del vitto e dell’alloggio degli operai, senza appoggiarsi al troppo generoso Comune».

Appalto per la fornitura di servizi 

Lo scorso 13 maggio il sindaco Franco Pedrini (Ppd) intervistato dalla ‘Regione’ aveva chiarito i buoni rapporti esistenti fra Comune e Ustra: «Nell’ambito di questa operazione ci siamo trovati perfettamente in linea. A partire dal concetto di risanamento ambientale del nostro fondovalle, abbiamo intavolato trattative costruttive su questo e altri importanti cantieri presenti e futuri e credo che sia di fondamentale importanza cercare soluzioni vantaggiose per entrambi. Soluzioni, e il capitolo hotel Alpina è un solo esempio fra tanti, che avranno ricadute a lungo termine infrastrutturali, finanziarie e occupazionali». Fra queste anche la concreta possibilità di ottenere da Ustra l’appalto per la fornitura di servizi al villaggio di cantiere (tramite un’apposita società multiservizi da istituire dal Comune) con un importante indotto a livello locale, ossia opportunità lavorative (15-20 posti di lavoro) e sostegno ai commerci locali a prezzi equi.

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