Bellinzonese

A Bellinzona c'è il 'terrore da discarica'

Il Gruppo Ppd in Consiglio comunale insorge contro gli agenti presenti ai centri di raccolta: 'Meglio informare che reprimere'

Ti-Press
23 maggio 2019
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L'introduzione, a Bellinzona, di alcuni agenti di sicurezza nei centri di raccolta per disincentivare i comportamenti non corretti dell'utenza non va giù al Gruppo Ppd in Consiglio comunale, che oggi ha inoltrato un'interrogazione al Municipio. "La presenza di questi agenti sta diffondendo nella popolazione una sorta di 'terrore da discarica' che di certo non favorisce comportamenti virtuosi nella cittadinanza", scrivono i pipidini in un comunicato stampa che accompagna l'interrogazione.

Stando ai rappresentanti Ppd, questa scelta dimostra che la strategia informativa fin qui adottata dal Municipio non ha dato gli esiti sperati. "La popolazione è disorientata e ora, pure spaventata; oltre il danno finanziario a carico della Comunità, anche la beffa di uscire dagli ecocentri senza informazioni aggiuntive, che sarebbero utili per il futuro", scrivono. Perciò in risposta alle "numerose segnalazioni da parte di cittadini bellinzonesi, e dopo aver verificato a tutto campo nei centri di raccolta", il Gruppo Ppd in Consiglio comunale chiede al Municipio di investire più tempo e denaro per informare meglio i cittadini, "al posto di utilizzare questo denaro per reprimere comportamenti non corretti".

In modo particolare il Gruppo Ppd suggerisce all'esecutivo di disporre della presenza nei centri di raccolta di personale formato, a disposizione degli utenti durante gli orari di apertura. Collaboratori adeguatamente istruiti dai servizi cittadini preposti che accompagnerebbero i cittadini "nell’impegnativa azione di liberarsi dei rifiuti, senza l’ansia di incappare in ammonimenti o rimproveri di vario tipo". Questa azione, viene aggiunto, potrebbe essere promossa a tappeto facendo capo alle risorse fornite dalle persone al beneficio delle prestazioni assistenziali; tale opzione non costerebbe nulla in termini finanziari al Comune poiché l’attività delle persone in assistenza, sotto il cappello dei lavori di pubblica utilità, sarebbe interamente preso a carico dal Cantone per almeno 6 mesi.

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