Bellinzonese

Giudice di pace nuova Bellinzona: donna o uomo?

Intervista ai candidati Emma Crugnola e Alain Pedrioli in vista dell'elezione fissata domenica 10 febbraio

2 febbraio 2019
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Domenica 10 febbraio i bellinzonesi sono chiamati a eleggere il primo giudice di pace della Città aggregata per il decennio 2019-29. L’unione dei 13 quartieri ha infatti comportato la revisione dei circoli che d’ora in avanti si presenteranno geograficamente distribuiti in questo modo: a nord della capitale i due Comuni non aggregati di Arbedo-Castione e Lumino faranno circolo a sé (designata tacitamente Elisabetta Ghirlanda che fino al 31 maggio 2019 continuerà a fare la giudice di pace del ‘vecchio’ Circolo di Bellinzona); a sud della capitale i Comuni autonomi di Cadenazzo e Sant’Antonino, insieme a quello di Isone, faranno circolo a sé staccandosi da quello di Giubiasco che comprende sino a fine maggio anche Camorino e Valle Morobbia (eletto tacitamente per il Circolo di Sant’Antonino è il giudice di pace Roberto Benaglia).

Quanto alla città aggregata, si fusionano gli attuali Circoli del Ticino (che comprende gli ex Comuni di Gudo, Sementina, Monte Carasso, Gorduno, Gnosca, Preonzo e Moleno) e quello di Giubiasco orfano di Sant’Antonino, Cadenazzo e Isone. New entry nel Circolo di Bellinzona sarà Claro che prima dell’aggregazione faceva parte del Circolo della Riviera. In corsa per la carica di giudice di pace della nuova Bellinzona vi sono Emma Crugnola (giudice del Circolo di Giubiasco dal 2015 e membro della Direttiva dell’Associazione ticinese dei giudici di pace) e Alain Pedrioli (giudice del Circolo del Ticino dal 2008, presiede la stessa associazione). Entrambi di area liberale-radicale, per scelta individuale solo Pedrioli ha deciso di affiancare la sigla Plr al proprio nome nella scheda di voto. Dal canto suo il Plr di Bellinzona ha deciso di non dare indicazioni di voto. Ecco due delle cinque domande/risposte pubblicate nella versione cartacea del 1° febbraio.

1. Quale esperienza ha maturato come giudice di pace? Perché ritiene che il suo profilo personale e professionale sia adatto a questo compito? Fa differenza essere uomo o donna, in un ambito in cui si è chiamati a dirimere situazioni molto particolari e locali?
2. Dal 1803 a oggi la Giudicatura di pace ha perso per strada alcuni ambiti. Oggigiorno la ritiene ancora un’istituzione all’altezza? E l’elezione popolare?


Emma Crugnola

1) Sono giudice di pace del Circolo di Giubiasco che conta 19’000 abitanti e tratta annualmente 400 procedure. Parallelamente lavoro a tempo parziale nel Servizio risorse umane dell’ospedale di Bellinzona. Dopo la maturità alla Scuola cantonale di commercio ho lavorato in diversi ambiti. I contatti personali sono essenziali per me. L’esperienza di giudice maturata in questi anni è stata intensa e gratificante. Oltre all’evasione di tutte le pratiche, dalle conciliazioni alle cause che richiedono una decisione, dedico molto tempo allo studio della legge e alla lettura della giurisprudenza per aggiornarmi costantemente. È un compito affascinante poiché mi pone in contatto con i concittadini e assume, in tempi di crescenti difficoltà, un ruolo sociale di indubbia valenza. In questo senso il mio vissuto mi è stato di grande utilità in quello che ritengo l’aspetto essenziale della mansione: l’ascolto e la comprensione delle parti che si rivolgono al giudice per trovare una soluzione ai loro problemi. Non ne farei una questione di genere, ma essere donna attiva professionalmente, impegnata nella società e mamma di tre figli significa dover gestire più attività contemporaneamente e mantenere la calma in ogni situazione. L’esperienza e la sensibilità mi hanno permesso di acquisire la consapevolezza che con pazienza, tenacia e impegno si possono ottenere grandi risultati.

2) Certamente. Questa figura ha seguito l’evoluzione della società, perdendo alcune funzioni che le competevano nell’800. Oggi il suo ruolo di conciliatore rimane di grande attualità. I motivi che generano litigiosità sono vieppiù complessi e le parti spesso si fanno assistere da professionisti per risolvere i loro problemi; ma un giudice indipendente e preparato può, anche in questi casi, essere decisivo. Ho fiducia nell’elezione popolare. Permette ai cittadini di scegliere la persona che sentono più vicina, che conoscono e ritengono capace di svolgere adeguatamente il delicato compito che la legge le attribuisce.

 

Alain Pedrioli

1) L’opinione pubblica riconosce nel giudice di pace una persona integerrima, leale, coerente e corretta. Una persona che viva inoltre sul territorio e sia autorevole a livello personale e professionale. Aver fatto parte di associazioni in ruoli dirigenziali, aver collaborato con enti e società nell’organizzare eventi ed essere furiere dei pompieri di montagna ha forgiato le mie competenze sociali e comunicative. Le mie precedenti esperienze lavorative, nella scuola elementare e come segretario comunale, unite al mio attuale ruolo quale docente di economia e diritto e vicedirettore del centro professionale tecnico di Bellinzona, mi hanno insegnato i valori dell’obiettività e dell’imparzialità. Non è una questione di genere, ma di stile e di personalità. L’esperienza di 24 anni trascorsi in Giudicatura, come pure il fatto di essere stato eletto presidente dell’associazione dei giudici di pace, mi ha portato un bagaglio di competenze sicuramente importante. Il tutto mi conduce in maniera naturale e senza alcuna alterigia a ricandidarmi in questo ruolo.

2) Dall’Atto di Mediazione del 1803 ad oggi le competenze del giudice di pace sono mutate, ma la sua figura è rimasta radicata nella storia del Canton Ticino. Annualmente le 38 Giudicature trattano più di 10’000 incarti, i quali vengono generalmente evasi in tempi rapidi. A mio parere, per continuare a svolgere questa funzione laica, è necessario attuare dei miglioramenti continui che valorizzino la sua professionalità. Il fatto di essere l’unica carica giudiziaria eletta dal popolo porta poi maggior peso alla sua funzione, che ha peculiarità diverse da quelle degli altri magistrati. Il voto popolare può mostrare dei limiti, ma elettrici ed elettori hanno i mezzi per riconoscere il candidato ideale.

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