Bellinzonese

La passerella e gli altri vincoli del Bagno pubblico

Al bar lounge delle piscine di Bellinzona cercasi soluzione anti ombrelloni, considerati non adatti al bene protetto

26 gennaio 2019
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La stagione balneare sembra ancora lontana, ma al Bagno pubblico di Bellinzona sono in corso i lavori relativi alla terza tappa della sua ristrutturazione. Una tappa che si focalizza in particolare sulla sistemazione della passerella, elemento fondamentale attorno a cui si sviluppa il Bagno pubblico disegnato negli anni 70 dall’architetto Aurelio Galfetti. Un collegamento sopraelevato di quasi 500 metri tra la zona golenale del fiume Ticino e la città che è obbligatorio percorrere se si vuole accedere alla cassa d’entrata alle piscine. Ma fino a che punto il vincolo di protezione cantonale del Bagno pubblico prevale su altri aspetti, ad esempio la sicurezza? Un tema su cui Dicastero opere pubbliche (Dop) della Città, Ufficio cantonale dei beni culturali e architetto stesso si sono chinati, per esempio a proposito della ringhiera presente lungo la passerella, di un’altezza che con il passare del tempo ha smesso di essere a norma. Poiché il vincolo di protezione non permette di cambiarla, il compromesso raggiunto di recente prevede che venga riposata uguale ma più alta di una decina di centimetri. L’importanza della passerella si riflette anche sul bar lounge realizzato al Bagno pubblico in occasione della seconda tappa dei lavori, e inaugurato nel 2016. Il Dop era chiamato a formulare una soluzione per l’accesso al locale pubblico situato vicino all’inizio della passerella per chi volesse cibarsi in pausa pranzo senza dover pagare anche l’entrata alla struttura. Scartato da Cantone e Galfetti l’idea di collegamento diretto tra bar e parco urbano, la soluzione scelta prevede l’entrata dalla cassa previo pagamento del biglietto e poi, una volta consumato il pasto, la possibilità di chiedere indietro i soldi al bar e uscire direttamente da qui. «Si è deciso così per valorizzare l’utilizzo della passerella. Inoltre in questo modo non serve una cassa aggiuntiva ma si sfrutta quella ristrutturata di recente», spiega il capodicastero Christian Paglia. Ma allora, per semplificare il tutto, perché non basarsi sulla fiducia di chi alla cassa dichiara di voler entrare per mangiare e non deve così pagare il biglietto (come succede ad esempio al Lido di Lugano)? Paglia non esclude che in futuro si possa andare in questa direzione. Già dalla scorsa stagione per recarsi al lounge a bere l’aperitivo o di sera è in effetti possibile entrare direttamente dal bar senza percorrere un bel tratto della passerella.

Nuovo arredo per 50mila franchi

Il lounge necessita ora di un intervento urgente per permettere l’utilizzo a partire da maggio. L’arredo utilizzato inizialmente – formato da palette di legno – si è deteriorato e non è più utilizzabile. Previsto dunque l’acquisto e la posa di divanetti e tavolini funzionali e consoni alla struttura. Un’ipotesi è già al vaglio del Dop, che stima una spesa di circa 50mila franchi. Naufragata invece per motivi di costi e di statica l’idea di “issare” una vela che potesse ombreggiare e riparare una parte del bar lounge in modo da sostituire gli attuali ombrelloni, ritenuti non idonei a un bene protetto. Come spiega Paglia, si cerca ora un’altra soluzione, che potrebbe consistere in una copertura con lamelle amovibili. Valutazioni su fattibilità e costi sono in corso.

‘Al parco urbano serve un’identità’

Dare un nome vero e proprio al parco urbano di Bellinzona situato accanto alle piscine per renderlo un punto di riferimento per la popolazione. È l’obiettivo di un’interpellanza di Ronnie David (Verdi) che critica lo stato attuale del progetto, definendolo “uno spazio deserto e poco utilizzato e utilizzabile per la cittadinanza e per i frequentatori delle scuole nei dintorni”. David propone pertanto al Municipio di indire un concorso d’idee per il nome del parco coinvolgendo magari le scuole cittadine. Il consigliere comunale è autore di un’altra interpellanza con Marco Noi sulla potatura degli alberi nella parte bassa di viale Stazione. Secondo i consiglieri dei Verdi, il taglio viene effettuato solo per poterli ingabbiare nelle decorazioni natalizie e chiedono pertanto se non sia il caso di rinunciare alle luminarie a favore di un viale alberato.

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