Bellinzonese

Airolo si appella ai privati: 'Risanate gli appartamenti'

Non ha portato i frutti sperati la campagna lanciata dal Municipio per invogliare i ticinesi a domiciliarsi nel paese. Il sindaco: molti alloggi vecchi

2 gennaio 2019
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Cosa potrebbe spingere una famiglia a trasferire il proprio domicilio ad Airolo? La parola d’ordine è qualità. Ne è convinto il sindaco Franco Pedrini che in una chiacchierata con la ‘Regione’ mette sul piatto alcune possibili ricette. Bisogna però iniziare facendo un salto indietro nel tempo di cinque anni, all’estate 2014 quando il Municipio del Comune altoleventinese aveva rimpolpato l’abituale bollettino rivolto alla popolazione con un inserto di venti pagine nel quale decantava gli aspetti positivi del vivere ai piedi del San Gottardo. “Le strutture sono tali da poter supportare una crescita della popolazione”, scriveva allora il sindaco aggiungendo che “la catena innesca una dinamica positiva: gente attira gente, cresce l’indotto delle entità economiche locali, si creano nuovi posti di lavoro, si migliorano le offerte di servizi e svago, e così via. A tutto vantaggio del benessere generale”. Nell’inserto venivano quindi elencati parecchi vantaggi: dalla centralità nelle Alpi alle vie di transito stradali e ferroviarie, fino alla bellezza del territorio in inverno e d’estate con la possibilità di praticare lo sci e fare escursioni a piedi e in bici; venivano pure citati l’intensa vita sociale e i servizi di base offerti da Comune e altre istituzioni; un accenno era infine riservato allo studio pubblicato dalla ‘Basler Zeitung’ che indicava Airolo e altre località dell’Alto Ticino come il paradiso del ceto medio in Svizzera riguardo al costo della vita, con canoni di locazione e costi dei terreni più bassi che altrove.

‘Un opportunità per le imprese edili attive nella regione’

A cinque anni di distanza «non si può dire che quella campagna abbia portato grandi risultati», spiega Pedrini. La popolazione domiciliata è rimasta stabile e gli aumenti sono solo stagionali con lavoratori che restano un po’ di mesi e poi vanno. A questo punto li sindaco ripone la propria fiducia nella ricucitura del paese prevista fra il 2027 e il 2030, quando col materiale di scavo della seconda canna autostradale sotto il Gottardo si procederà alla copertura dell’A2 per un chilometro all’altezza dell’abitato, ciò che metterà a disposizione della collettività quasi 200’000 metri quadrati di terreno da dedicare a infrastrutture sportive e ludiche, all’agricoltura e allo svago estivo e invernale. Qualità, si diceva. «Infatti – sottolinea Franco Pedrini – se un importante sforzo sarà compiuto da Confederazione, Cantone e Comune per migliorare la qualità del nostro territorio da decenni ormai segnato dall’autostrada e dallo svincolo, mi piace pensare che anche il settore privato possa cogliere l’occasione per fare la sua parte». L’accenno è alle residenze esistenti e al loro stato di conservazione: «Alle nuove abitazioni un po’ troppo raramente si è aggiunto il risanamento delle esistenti. Mi riferisco in particolare ai molti appartamenti ormai vetusti, energeticamente inefficienti e quindi poco attrattivi. Potrebbero accogliere più facilmente dei nuovi domiciliati e inquilini se fossero ammodernati e resi più confortevoli». L’auspicio, rivolto ai privati e alle imprese edili dell’Alto Ticino che licenziano in inverno i loro muratori motivando la decisione col rallentamento dell’edilizia, è proprio questo: «Si colga l’occasione della ricucitura e degli incentivi che mettiamo a disposizione come Comune per metter mano anche all’edificato esistente. Chi l’ha fatto ha avuto successo». Un esercizio che anche i proprietari di due hotel hanno compiuto recentemente credendo nell’Airolo di domani.

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