Bellinzonese

Pronzini: 4 apparecchi per la risonanza magnetica in città non sono troppi?

(©Ti-Press / Gabriele Putzu)
7 marzo 2017
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Opposizione alla domanda di costruzione e interrogazione al Consiglio Stato. Matteo Pronzini contesta la dotazione di un apparecchio per la risonanza magnetica al Centro medico di Bellinzona. Come da noi riferito sull'edizione di oggi, il deputato in Gran consiglio ha presentato opposizione alla domanda edilizia. E ora interroga il Consiglio di Stato sull'opportunità, e sui rischi, dell'iniziativa pensando al difficile compito del controllo dei costi della salute: 'Quattro apparecchi per la risonanza magnetica  a Bellinzona: non sono decisamente troppi?'. 

"Il Centro medico di viale Officina a Bellinzona – premette Pronzini ribadendo quanto rilevato nell'opposizione alla domanda di costruzione – occupa al momento attuale ben 20 medici. Molto probabilmente, rileva, si tratta del centro medico numericamente più importante della regione, con un numero 5 volte maggiore ai medici occupati presso uno dei due Ospedali di zona di Acquarossa e Faido. "I medici presente coprono diverse specializzazioni, medicina interna, otorinolaringoiatria, urologia, dermatologia e venereologia, ortopedia e fisioterapia. Non  è presente  la ginecologia".

Il nocciolo della questione è come detto la richiesta di un impianto per la risonanza magnetica, presentata – stando a quanto rende noto Pronzini – alcune settimane or sono dal proprietario dell’immobile. Domanda per l’acquisto e l’istallazione di un’apparecchiatura Rmi, la quale è soggetta ad un Decreto legislativo concernente la pianificazione delle attrezzature medico-tecniche di diagnosi o di cura a tecnologia avanzata o particolarmente costosa. Ad avanzare la richiesta – fa sapere il deputato al Gran consiglio Mps e candidato al Municipio della Nuova Bellinzona – è la società XDonna Swiss Medical Sa di Piazza Indipendenza 4 a Bellinzona. In base al registro di commercio, precisa, amministratrice unica risulta essere la dottoressa Elena Cauzza, titolare di uno studio medico ginecologico proprio in piazza Indipendenza 4.

 
Ebbene, Pronzini rende attenti che con decisione del 28 giugno 2016 il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di XDonna Swiss Medical SA. "Al punto 1 della stessa è chiaramente indicato quale luogo d’installazione la via Salvioni 2a a Bellinzona", facendo notare (aspetto che reputa non secondario) che "di recente i proprietari dell’immobile di via Salvioni 2a, sempre a Bellinzona, hanno inoltrato una domanda di costruzione per la realizzazione di un centro medico con creazione di sale operatorie". Un progetto – sottolinea –  presentato dalla  l'Alameda Sa, alla cui testa vi  è il signor Dino Cauzza, marito della dottoressa Cauzza e, fino 30 settembre 2016, membro della direzione dell'Eoc quale responsabile dell'Area finanze e controlling.

"Ora parrebbe – scrive Pronzini – che la dottoressa abbia dirottato la posa dell’apparecchiatura per la risonanza magnetica, in un primo tempo destinata al progetto patrocinato dal marito in via Salvioni 2a, verso la nuova destinazione". Con la posa di questa nuova apparecchiatura – conclude  – la città di Bellinzona "avrebbe il suo quarto apparecchio di risonanza magnetica (uno, pubblico, presso l’ospedale San Giovanni e due, private, presso l’Irc Radiologico Collegiata Sa". Una circostanza a suo dire "tutt’altro che trascurabile alla luce della consapevolezza, emersa anche durante i recenti dibattiti in materia ospedaliera e fatta propria anche dal governo, secondo la quale in medicina molto spesso l’offerta genera la domanda; un elemento questo constatato anche in materia di utilizzazioni di strumenti diagnostici particolarmente costosi".

Di seguito le domande che rivolge al Consiglio di Stato: 
 
1. L’autorizzazione concessa a XDonna Swiss Medical Sa per un impianto di risonanza magnetica finalizzato all’ambito ginecologico ed in un preciso luogo, via Salvioni 2a a Bellinzona, può essere “ceduta” ad altri, usata per scopi diversi a  quelli richiesti e installata in un altro luogo?;

2. Non ritiene il Consiglio di Stato che un quarto apparecchio per la risonanza magnetica rappresenti un'offerta eccessiva per la città di Bellinzona e quindi rappresenti, oggettivamente, una possibile causa di aumento dei costi della salute che tanto si dice di voler contenere?.

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