
Decreto di abbandono per il titolare della Tamborini Vini di Lamone. Lo ha firmato il Municipio di Gudo al termine delle verifiche eseguite sull’utilizzo di diserbante, la scorsa primavera, nel grande vigneto Terre di Gudo situato lungo la strada cantonale. Diserbo che lo stesso Claudio Tamborini, interpellato in luglio dalla ‘Regione’, aveva descritto come "straesagerato” a causa dell’eccessiva larghezza sotto i filari (circa il doppio rispetto alla norma) da lui stesso verificata sul posto. Ciò che lo aveva indotto a richiamare all’ordine il suo operaio responsabile dei trattamenti.
Il caso, ricordiamo, ha assunto una dimensione pubblica a seguito di un’interpellanza presentata in Consiglio comunale. Un atto che ha indotto l’esecutivo a richiedere l’intervento del Laboratorio cantonale affinché verificasse lo stato dell’acqua di falda sotto il vigneto, essendo quell’area agricola caratterizzata da grado di protezione intermedio S2; parallelamente sempre il Municipio durante l’estate ha intimato a Tamborini un rapporto di contravvenzione in relazione all’utilizzo di prodotti fitosanitari contenenti sostanze non ammesse in quella zona.
Rapporto cui il titolare dell’importante casa vitivinicola ha risposto con la propria autocertificazione che assicura il corretto utilizzo di prodotti permessi e nelle concentrazioni fissate dall’Ufficio federale dell’agricoltura. Si tratta in particolare di diserbante avente come principio attivo il glifosato: consentito dalle normative federali nei terreni agricoli S2, com’è il caso della tenuta in questione, non ne è stata trovata traccia nelle acque. Dall’autocertificazione risulta inoltre che non è stato utilizzato alcun diserbante vietato in S2, in particolare quello avente come principio attivo il glufosinato, che diversamente dal glufosato è insidioso per le falde e per la salute dell’uomo. Quanto alle analisi svolte dal Laboratorio cantonale sull’acqua di falda, l’esito è negativo.