
Assistito dall'avvocato Luca Marcellini, e domiciliato in uno studio legale luganese vivendo con nemmeno 4mila franchi al mese, stamane l'ex patron granata Gabriele Giulini si è presentato in aula penale a Roveredo dopo aver impugnato un decreto d'accusatore del procuratore pubblico Franco Passini che lo condanna a una pena pecuniaria di 19'000 franchi sospesa e a una multa effettiva di 3500 franchi.
Il reato di cui deve rispondere: falsità in documenti per aver sottoscritto un'attestazione a San Bernardino nel 2012 nella quale dichiarava di essere titolare di azioni per 3,4 milioni di euro della Alter International quale pegno di un credito che avrebbe vantato nei confronti di un altro imprenditore italiano. Il quale - alle prese con problemi sia ereditari di famiglia con la sorella che ha poi denunciato Giulini, sia societari con acquirenti americani che avrebbero bloccato talune operazioni relative alla società russa - non ha mai integralmente saldato il presunto debito.
Si tratta di Rodolfo Errani, noto imprenditore di Faenza nel campo delle serrature metalliche (gruppo Cisa) per il quale Giulini sostiene di aver assiduamente e con successo lavorato per diversi anni in Russia costituendo e gestendo per conto suo una società mista attiva nel settore del metallo. "Con Errani c'era un rapporto di fiducia reciproca e quei soldi mi sarebbero serviti a saldare una parte dei miei debiti accumulati col Calcio Bellinzona e per lo Stadio previsto a Castione", ha detto Giulini in tribunale. "Dopo varia insistenza ho ricevuto solo 400mila euro e tutt'oggi attendo 3 milioni".
Secondo Giulini, la dichiarazione da lui sottoscritta nell'agosto 2012 a San Bernardino (a suo dire redatta da collaboratori di Errani) seguiva un certificato al portatore consegnatogli nel 2011. A suo dire era tutto regolare, tesi contestata dall'Accusa, secondo cui Giulini avrebbe commesso una falsificazione. "Per me quel certificato era un pegno col quale Errani mi sollevava da qualsiasi onere societario. A me interessavano solo i soldi, non la società, con i quali avrei risolto i debiti del Bellinzona Calcio", ha specificato Giulini respingendo l'accusa.
Il procuratore ha chiesto la conferma del Decreto d'accusa ritenendo che Giulini firmando quel documento fosse ben cosciente di favorire l'amico Errani nella causa civile ereditaria in corso in Italia con la sorella.