Lumino

Girardi-Lumino's: il Tf conferma la condanna

L'ex direttore del Lumino's, Luigi Girardi
3 ottobre 2016
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Ricorso respinto e spese giudiziarie a suo carico di 4mila franchi. Nulla da fare a Losanna per l'ex direttore del Motel Lumino's, Luigi Girardi, che negli scorsi giorni si è visto respingere il proprio ricorso dal Tribunale federale cui si era rivolto con l'avvocato Rossano Bervini contestando la condanna a 21 mesi di detenzione inflittagli dalla Corte d'appello (Carp) lo scorso gennaio. Carp che lo aveva ritenuto colpevole di tentata violenza o minaccia contro le autorità e i funzionari (il video mostrato al compianto consigliere di Stato Michele Barra nel quale si vedeva un alto funzionario, ora ex, del Dipartimento del territorio in atteggiamenti compromettenti nel bordello di Lumino), registrazione clandestina di conversazioni, contravvenzione alla legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (ha presentato un generico foglio di salario mensile di 16'500 franchi lordo non controfirmato da chicessia) e impedimento di atti dell'autorità (ha intralciato gli agenti di polizia che nel luglio 2013 perquisivano e sigillavano il postribolo). Girardi, rispetto al giudizio di primo grado che lo condannava a 24 mesi, era per contro stato prosciolto dalle imputazioni di sfruttamento di atti sessuali e promovimento della prostituzione, violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d'immagini relativamente a un capo d'accusa, tentata truffa e violazione alla Legge sull'Avs.

Nel ricorso Girardi, che risiede in Italia, criticava la Carp per non avergli rilasciato un salvacondotto necessario a presenziare al proceso e per averlo condannato in contumacia; chiedeva inoltre il rifacimento del dibattimento in videoconferenza. Punti sui quali l'Arta Corte ha risposto negativamente sottolineando inoltre che tutte le deposizioni, durante l'inchiesta e nei due processi, sono state raccolte correttamente e sono dunque valide. Ciò che induce inoltre il Tf a escludere l'arbitrio nella valutazione fatta dai giudici di primo e secondo grado. Nel merito dei fatti, Girardi sosteneva di non aver mai mirato a ricattare o a minacciare Barra allo scopo di ottenere il rilascio di una licenza edilizia per il suo postribolo. Respingendo tutte le critiche, a questo riguardo il Tf spiega che Girardi nel ricorso non motiva sufficientemente la propria opinione. Quanto alla registrazione clandestina di una conversazione, il Tf conclude che a nulla servono le scuse presentate alla vittima; il reato rimane.

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