Claro

Claro, Patriziato bacchettato: ordine di ripristino del sentiero

Il Municipio di Claro ha deciso
14 settembre 2016
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Svolta decisiva nello 'scandalo' del sentiero Moncrino-Benzo di 4 km che il Patriziato di Claro, proprietario, ha abusivamente sistemato e allargato fino a renderlo accessibile a  mezzi 4x4 diretti ai monti. Come appreso dalla 'Regione', a inizio settembre il Municipio, facendo proprie le conclusioni del Servizio giuridico del Dipartimento del territorio, ha intimato al Patriziato l'ordine di ripristino entro il prossimo 31 dicembre. La decisione è impugnabile con un ricorso al Consiglio di Stato entro 30 giorni. Prossimamente l'Esecutivo locale si esprimerà anche sulla multa.

Alcuni membri del Patriziato, si ricorderà, hanno eseguito i lavori abusivamente con tanto di pala e piccone. I loro nomi – come ha documentato giovedì scorso la trasmissione 'Falò' della 'Rsi' – figurano su una targhetta applicata in bella vista a un masso. A lavori ultimati, e scoppiato il bubbone, con non poco imbarazzo il Patriziato nell'aprile 2015 si era visto costretto a presentare al Comune una domanda di costruzione a posteriori.

Due le opposizioni allora interposte, dal Dipartimento del territorio (Dt) e dalla Società ticinese per l'arte e la natura (Stan). Quella del Dt – basata sul fatto che l'ampliamento del sentiero contrasta con la Legge federale sulla pianificazione del territorio relativa all'uso dei sedimi ubicati fuori zona edificabile, avendo l'intervento “mutato notevolmente le dimensioni e il calibro” del sentiero – ha automaticamente imposto, a metà 2015, il diniego della licenza edilizia da parte del Municipio. Decisione, la sua, contro la quale il Patriziato non ha ricorso.

Peraltro nell'opposizione vincolante del Dt si legge che “trattasi non più di sentiero pedonale in foresta ma ormai di strada che può essere percorsa da veicoli a motore”. Fra i motivi esposti dal Patriziato vi era anche il fatto che l'allargamento servirebbe a soddisfare interessi anche agricoli per la transumanza del bestiame. A questo riguardo la Sezione dell'agricoltura ha mostrato pollice verso sostenendo che il sentiero, peraltro usato da secoli, è più che sufficiente. Pare quindi ormai chiaro che l'abuso è stato fatto per agevolare l'accesso dei claresi ai molti rustici presenti sui monti. Rustici a loro volta – come pure documentato da 'Falò' – frutto di pesanti abusi edilizi sanzionabili, ma sui quali l'autorità non sembra aver vigilato a sufficienza nei decenni e anni passati.