Archivio

Il pp dimissionario Corti: non volevo gettare ombre sui colleghi

(© Ti-Press / Tatiana Scolari)
20 gennaio 2017
|

È durato un paio d'ore stamattina, al Palazzo di giustizia di Lugano, l'atteso incontro fra una delegazione del Consiglio della magistratura (Cm) e il procuratore pubblico dimissionario Nicola Corti (nella foto Ti-Press). Il Cm aveva convocato il pp dopo la dura lettera consegnata da quest'ultimo poco prima di Natale al Gran Consiglio, con cui non solo annuncia la sua uscita dalla magistratura per il prossimo 1° luglio, ma nella quale insinua anche dubbi su autonomia e indipendenza del Ministero pubblico, criticandone le modalità di conduzione. Accuse ritenute dai vertici della Procura infondate e offensive. Nella mattinata di oggi, come detto, l'incontro tra Corti e il Consiglio della magistratura. Il cui esito è riassunto in un comunicato stampa diramato poco fa e firmato dallo stesso Corti e dal presidente del Cm, il giudice Werner Walser. Una nota congiunta, che non è proprio un esempio di chiarezza. La pubblichiamo per esteso:

“In data odierna una delegazione del Consiglio della magistratura  ha sentito il procuratore pubblico Nicola Corti, il quale ha ribadito senso e portata del suo scritto con riferimento a quanto da lui già posto all'attenzione del presidente del Consiglio della magistratura.

Stante il chiaro invito formulato nella sua lettera di dimissioni a evitare maldicenze, il procuratore pubblico Nicola Corti ha tenuto a precisare di non aver certo inteso gettare ombre sull'operato di colleghi.

In sintesi, va riconosciuta l'esistenza di difficoltà con la direzione del Ministero pubblico che hanno reso vieppiù difficili le condizioni di lavoro per il magistrato interessato, il quale, a prescindere dal possibile esito di un procedimento peraltro mai aperto nei suoi confronti, ha per finire scelto di rassegnare le proprie dimissioni.

Il riferimento a problemi irrisolti – in corso di trattamento anche a livello politico-istituzionale dalla pubblicazione del rapporto 26 agosto 2009 del Consiglio della magiustratura – è da intendersi quale auspicio a che, nel chinarsi sulle proposte attualmente  in discussione, riguardanti segnatamente le modifiche del sistema di elezione dei procuratori pubblici, anche in futuro venga adeguatamente garantita l'autonomia del magistrato inquirente”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔