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Il presidente dei Giudici dei provvedimenti coercitivi Edy Meli da fine luglio in pensione

(Ely Riva)
1 febbraio 2016
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Il presidente dell’Ufficio dei Giudici dei provvedimenti coercitivi Edy Meli ha rassegnato le dimissioni con effetto dalla fine del prossimo mese di luglio. Ha optato per la pensione. Classe 1956, Meli è in magistratura dall’inizio degli anni Novanta. Oggi sul ‘Foglio ufficiale’, fanno sapere i Servizi del Gran Consiglio, esce il bando concorso per l’elezione di un nuovo presidente del citato ufficio, per il periodo di nomina 1°agosto 2016/31 dicembre 2020. L’elezione del magistrato che subentrerà a Meli spetterà al parlamento.
Diverse e delicate le competenze dei Giudici dei provvedimenti coercitivi, che prima dell’entrata in vigore, nel 2011, della procedura penale unificata sul piano federale si chiamavano Giudici dell’istruzione e dell’arresto. Sono chiamati a convalidare o meno gli ordini di arresto e le misure coercitive. Si pronunciano sulle richieste di proroga della detenzione preventiva, così come sulle istanze per la carcerazione di sicurezza e su quelle di levata dei sigilli.
Dopo la laurea in diritto all’Università di Ginevra nel 1983, Meli ha conseguito il brevetto di avvocato nell’86 e quello di notaio l’anno successivo. Divenuto contitolare di uno studio legale e notarile, ha svolto la libera professione sino al 1990, ricoprendo anche il ruolo di legale del sindacato Vpod. Poi l’entrata in magistratura. Dal ’90 e per tre anni è stato giudice istruttore per il Sottoceneri, quando in Ticino vi erano due Procure. Quella appunto sottocenerina e quella sopracenerina, poi unificate con l’istituzione del Ministero pubblico, avente giurisdizione sull’intero territorio cantonale.
Nel 1993 Meli è stato designato procuratore pubblico su proposta del Partito socialista. Carica che ha ricoperto, occupandosi di diverse inchieste, fino al 2001, quando è stato nominato Giar, ovvero Giudice dell’istruzione dell’arresto. Nel dicembre dell’anno seguente è diventato presidente dell’Ufficio dei Giar, in sostituzione dell’uscente Claudio Lepori. Nell’ambito degli adeguamenti dell’organizzazione giudiziaria alla nuova procedura penale, i Giar sono diventati Gpc, Giudici dei provvedimenti coercitivi.

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