"Vorrei che fosse assolutamente chiaro: non mi pento di quello che ho fatto. Non c’è nulla di psicologicamente sbagliato in me". Sono le parole di Dylann Roof, il 22enne autore del massacro nella Mother Emanuel African Methodist Church, chiesa storico punto di riferimento della comunità afroamericana a Charleston in South Carolina dove Roof aprì il fuoco il 17 giugno 2015 uccidendo nove persone. Si apre così una nuova fase processuale sul caso del giovane, accusato di aver perpetrato il crimine a sfondo razziale e che rischia la pena di morte.
L’intelligence americana avrebbe ottenuto dopo le elezioni di novembre quelle che considera prove attendibili che la Russia abbia fornito a Wikileaks, attraverso una terza parte, materiale hackerato dal Democratic National Committee (Dnc). È quanto riferiscono tre fonti ufficiali Usa citate dalla Reuters sul suo sito web.
Già mesi prima le autorità americane avevano affermato con una certa sicurezza che vi fosse l’intelligence russa dietro le cyverintrusioni. Non vi erano però ancora prove sul fatto che Mosca avesse manovrato anche la diffusione di tali informazioni.
Il presidente eletto Donald Trump ha ad oggi ridimensionato tali indicazioni, così come la richiesta del presidente Barack Obama di condurre una inchiesta a riguardo.
Intanto Trump, secondo il Wall Street Journal, ha intenzione di ristrutturare l'intelligence americana, in particolare la Cia, che – stando sempre al Wsj – sarebbe rea di sminuire la sua vittoria sostenendo la tesi delle intrusioni di hacker russi.
È stato fermato a Berlino un 26enne tunisino che ha cenato con Amri la sera prima dell’attacco. Il giovane avrebbe preso parte, o sarebbe comunque stato informato, della volontà di compiere l'attacco al mercatino di natale della capitale tedesca. Amri, consapevole di essere ripreso dopo la strage, fece il saluto a una telecamera.