LA CHASSE AUX PAPILLONS / CACCIA ALLE FARFALLE
Francia/Germania/Italia 1992
Sceneggiatura: Otar Ioseliani; fotografia: William Lubtchansky; montaggio: Ursula
West, Jocelyne Ruiz, Otar Ioseliani, Nathalie Alquier; musica: Nicolas Zourabishvili;
Interpreti: Narda Blanchet, Pierrette Pompon-Bailhache, Alexandre Tcherkassoff,
Thamar Tarassachvili, Alexandra Liebermann, Mathieu Amalric, Lilla Ollivier, Pascal
Aubier…; produzione: Pierre Grise Productions, Paris / Best International Films,
Italia / Metropolis Filmproduktion GmbH & Co KG, Berlin / Sodaperaga Productions,
Paris / Canal+ / France 3 Cinéma.
Colore, v.o francese, st. f, 118’
Premio Pasinetti e Premio CICAE, Venezia 1992 / Gran Premio dell’Accademia delle Arti
di Berlino, 1992 / Premio Nika, Mosca 1992
Nella provincia francese, due anziane amiche, Marie-Agnès e Solange, abitano in un castello ricevendo amici e intrattenendo rapporti con gli abitanti del villaggio. Quando Marie-Agnès muore, il castello va in eredità a una sorella di Mosca (che però lo venderà subito ad alcuni speculatori giapponesi) e quel vecchio mondo di amiche finirà per sempre e tragicamente.
Giocando con una trama frastagliata e divertente che non risparmia ironia e sarcasmo per nessuno (dal prete ubriacone all’avida antiquaria, dai parenti russi con gli stessi difetti e la stessa fame di denaro di quelli occidentali), il film lascia emergere, scena dopo scena, “un coerentissimo ritratto dell’avidità umana descritta con il cinismo disincantato che richiedono i tempi ma anche con lievità e naturalezza” (Aprà).
Lontano da ogni dogma, Ioseliani cerca di raccontare con questo raffinato racconto morale quello che rendeva la vita vivibile e che oggi non c’è più, come la caccia alle farfalle del titolo, che non ha nessun rapporto con la trama ma rimanda a “un gioco irrimediabilmente perso, a un ricordo di tempi più distesi, in cui c’era spazio per inseguire farfalle (e sogni)” (idem). Il regista appare nella parte del fantasma che fuma. È triste, ma noi non abbiamo né pensieri né ricordi comuni con delle persone che hanno vissuto in un’altra epoca. Una favola triste. (Otar Ioseliani)