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La Società pattinaggio: ‘Noi non siamo una fonte di reddito’

Il presidente Stefano Zoppi fa il punto dopo che il tema dell'insostenibilità economica del Centro sportivo è tornato in Consiglio comunale

Bimbi sul ghiaccio di Prato Sornico
20 luglio 2023
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«Se c’è qualcuno che ritiene di poter fare meglio, le chiavi sono qui». Stefano Zoppi lo dice con un mezzo sorriso, facendo tintinnare il mazzo, ma l’espressione è quella di chi si sente, almeno in parte, incompreso, e comunque sempre sotto la lente. In qualità di presidente della Società pattinaggio Lavizzara (Spl) è coinvolto nella grande diatriba riguardante la (non) resa economica del Centro sportivo Lavizzara a Prato Sornico, una struttura nata per essere il motore dell’Alta valle, ma che per il Comune si sta rivelando un onere finanziario difficile da sostenere. Il tema è tornato d’attualità in occasione dell’ultima seduta di Consiglio comunale, svoltasi lunedì, quando la commissione speciale incaricata dal Municipio ha orientato il legislativo sulle misure da intraprendere per migliorare la gestione del Centro sportivo. Fra esse, alcune riguardano l’attività stessa della Spl.

Un budget di 370mila franchi

«La premessa indispensabile è che al Comune va riconosciuto l’impegno nel sostenerci, ma esso è comunque condizionato da una situazione economica oggettivamente complicata. Detto questo, alla Società pattinaggio Lavizzara che presiedo vengono imputate determinate responsabilità se la bilancia costi-ricavi dell’intera struttura non è tale da consentire un progressivo alleggerimento dei costi complessivi, determinati dai debiti contratti per la copertura della pista – considera Zoppi –. Evidentemente chi si esprime in quei termini non ha idea di quello che la Spl fa come “mandato”, dell’impegno e della passione che ogni singolo membro di comitato mette nel lavoro svolto in pratica 7 giorni su 7 durante 8 mesi dell’anno».

Il primo elemento di confronto arriva dal budget complessivo della Società pattinaggio: circa 370mila franchi fra costi e ricavi, che hanno determinato l’anno scorso un passivo di 50mila franchi, poi in pratica annullato grazie all’intervento di due fondazioni. «Le cifre emergono dalla gestione di entrate e uscite di tutto il settore dell’hockey su ghiaccio (compresa la scuola hockey), del pattinaggio pubblico e di quello artistico, dell’organizzazione di tornei amatoriali e per ragazzi, nonché della gestione della buvette-ristorante, di cui si è presa carico la Società pattinaggio dopo che due tentativi di concorso operati dal Comune non hanno dato gli esiti sperati».

‘La ristorazione? Più di così è difficile’

A chi imputa alla Spl l’incapacità di far rendere la buvette-ristorante come teoricamente potrebbe, Zoppi risponde che «fare più di così è oggettivamente molto difficile. Date le circostanze, i tempi di occupazione, l’impegno della gerenza e una struttura gestionale che deve basarsi molto su aiuti semi-volontari cui comunque bisogna riconoscere almeno dei rimborsi spesa, è già notevole che si possa giungere, come l’anno scorso, a un utile di circa 4’000 franchi. Pretendere di più significherebbe rinegoziare tutto, disporre di un vero staff di cucina con cuoco e aiuto cuoco, più altro personale professionista che garantisca una rotazione. Un apparato del genere avrebbe, per il contesto di Prato Sornico, costi assolutamente insostenibili».

Un salto di qualità in questa direzione, riflette il presidente della Spl, «potrebbe avvenire unicamente con una professionalizzazione generale in seno al Centro sportivo Lavizzara, che consideri anche ulteriori massicci investimenti nella struttura, chiudendola come un palazzetto, e dotandola, a ridosso della pista, di un ostello per l’accoglienza di gruppi e squadre provenienti da fuori. Ma parliamo di altri milioni di franchi di investimento, che andrebbero pianificati come un progetto di portata regionale».

Il ruolo attualmente assolto dalla Società pattinaggio Lavizzara «è un altro, e mi duole che in molti non lo abbiano ancora recepito. Quale semplice società sportiva, il nostro compito non può e non vuole essere un approccio basato sull’esigenza di fare dei guadagni: a noi basta non generare perdite. Per riuscirci, facciamo letteralmente i salti mortali. L’obiettivo della Spl è essere un punto di riferimento per tutte le fasce d’età, creare movimento in Alta valle, renderla viva promuovendo e consolidando il settore dell’hockey su ghiaccio. Il progetto Rivers, che vede coinvolti Hc Ascona, Hc Valle Verzasca e Hc Vallemaggia (e tutti e tre i club finanziano il vivaio) coinvolge 160 ragazzi e genera costi significativi. Quello principale, ma più che giustificato, arriva dall’allenatore professionista, cui vanno aggiunti gli allenatori volontari che, esattamente come succede nella ristorazione, offrono un encomiabile impegno ma devono essere rimborsati almeno delle spese vive e di parte del tempo impiegato. A tutto ciò si aggiungono altre spese annue non indifferenti. Il risultato è un progetto funzionante di promozione dello sport, di socializzazione focalizzata in Alta valle, ma anche di valenza tecnica, visto il buon livello delle diverse squadre in cui si incontrano e giocano i ragazzi. Le tre società tra l’altro partecipano al progetto Rivers attivi, che dà ai ragazzi uno sbocco o nell’Hc Ascona in Seconda Lega, oppure negli altri due club per un hockey più di divertimento e meno competitivo».

Il grande apparato sportivo giovanile, prosegue Zoppi, «concorre a creare ogni anno un periodo agosto-marzo in cui c’è sempre un bellissimo movimento, cui inevitabilmente si legano dei costi. Un lavoro che poi si estende anche nell’organizzazione di eventi come ad esempio il Memorial Giordano Grassi, che porta in Lavizzara 300 ragazzi (molti con le rispettive famiglie), per due weekend (16-17 e 23-24 settembre) generando un indotto non indifferente sul territorio».

Per finire, Stefano Zoppi ribadisce un concetto fondamentale: «La Società pattinaggio Lavizzara non è una fonte di reddito perché non può esserlo».

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