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‘Urbania’: sui binari del progetto si sdraia (anche) la Stan

Unitamente alla Società ticinese per l’arte e la natura, si oppongono due privati. Indigesta la demolizione dello stabile progettato dal Cavadini

Domani
21 dicembre 2022
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Sono tre le opposizioni a Muralto contro il grande progetto "Urbania" da circa 50 milioni che cambierebbe i connotati di Piazza Stazione. Uno è a firma della Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), che conferma quindi la sua estrema attenzione verso il comparto dopo già averla dimostrata opponendosi al progetto di ristrutturazione del soprastante Grand Hotel, che la Artisa di Stefano Artioli da ormai un anno vorrebbe rilanciare.

L’opposizione della Stan viene confermata a ‘laRegione’ da Benedetto Antonini: «Sì, ci siamo opposti in quanto tutta la zona è protetta dall’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (Isos) ma non se ne tiene conto. Inoltre, il progetto rientra nell’area di protezione di un bene culturale come il Grand Hotel, ma anche questo non è considerato». Di fatto, prosegue Antonini, la futura edificazione più a sud, fronte Ramogna, risultando più alta rispetto a quella attuale porticata progettata da Agostino Cavadini, «oscurerebbe completamente il grande albergo osservandolo dal basso. Il nuovo edificio, la cui architettura mi ricorda l’epoca fascista, raggiungerebbe la quota dell’attuale stabile adiacente, progettato dal Mariotta, e sostituirebbe una vera e propria icona del Locarnese (la costruzione del Cavadini appunto)»; quella resa celebre dalle gigantografie delle stelle del cinema che campeggiavano durante i Festival dagli anni 50 e 60.

L’interrogazione al Municipio

Unitamente all’opposizione della Stan, come accennato, ne sono state inoltrate altre due da parte di privati, alle quali si aggiunge un’interrogazione al Municipio inoltrata dagli esponenti di Muralto Democratica Linda Broggini, Monique Fransioli-Ignazio, Guglielmo Braguglia, Flavio Magri, Bibiano Monotti e Gian-Luigi Varini. Titolo dell’interrogazione: "Distruzione del porticato, a detta del sindaco, ‘simbolo di Muralto a cui i muraltesi tengono moltissimo’, ‘testimone della nascita del Film Festival ’76 anni or sono’".

"Nella documentazione della domanda di costruzione appare in maniera manifesta che i manufatti presenti sui mappali 560, 561, 570 e 736 Rfd di Muralto verranno completamente demoliti per dar spazio a una nuova costruzione. Costruzione che prevede dei porticati completamente differenti da quelli esistenti". Tutti i mappali, considerano i consiglieri comunali, appartengono al Piano particolareggiato 1 (Pp1), denominato Comparto Grand Hotel Locarno, e "il punto 2 dell’articolo 43 delle Norme di applicazione del Piano regolatore di Muralto prevede che i Piani particolareggiati presentino misure pianificatorie per la salvaguardia dei valori urbanistici, architettonici e culturali dei comparti e per la loro integrazione nel contesto urbano".

Il rapporto di pianificazione del Pp1 Grand Hotel pubblicato nell’agosto del 2020, si legge nell’interrogazione, "precisa gli interventi ammessi nel comparto definito come ‘ristrutturazione dell’edificazione’: ‘La riattazione e ristrutturazione degli edifici esistenti; il completamento dell’edificazione esistente; la ricostruzione dell’edificazione previa demolizione, auspicata in particolare per l’edificio funzionale (autosilo)’". Per "ricostruire", viene considerato, secondo il dizionario Treccani "si deve intendere ‘ricostruire di nuovo’. Inoltre precisa che in archeologia il termine è inteso come ‘completare graficamente l’architettura di un edificio o monumento antico, congetturando le parti mancanti sulla base delle rovine rimaste o di notizie pervenute’". I consiglieri dell’opposizione sottolineano poi che il sindaco Stefano Gilardi ha recentemente presentato il suo Comune alla Rsi mostrando tre foto "storiche e caratteristiche"; una è quella del porticato del Cavadini che verrebbe demolito.

Al Municipio viene quindi sostanzialmente chiesto cosa intenda fare ora per "preservare i porticati a colonnato caratteristici non solo di via Stazione, ma anche di Piazza Grande a Locarno". Inoltre, gli viene domandato di precisare "il motivo per cui il messaggio municipale relativo ai beni culturali di Muralto (che avrebbe dovuto essere presentato e votato entro fine 2021) è giunto solo ora, dopo che molti manufatti oggetto dello studio commissionato dal Municipio hanno subito interventi di totale ammodernamento. In taluni casi ne hanno addirittura stravolto le caratteristiche architettoniche decantate dall’esperto nella sua relazione". Dica infine il Municipio "come mai per taluni oggetti ha applicato una strategia di tutela senza tuttavia alla fine raggiungerne lo scopo prefisso data la decorrenza dei termini".

Va rilevato per altro che nella domanda di costruzione depositata per "Urbania" dalla Renzetti Properties Sa e dalla Posteggio Stazione Muralto Sa, risulta che sui tre edifici destinati a soccombere alle ruspe (l’autosilo datato ’86, il Palazzo Urbania del ’50 e i portici di Cavadini del ’38) "non vi è nessun grado di tutela". In particolare, secondo l’Isos, l’edificio porticato del Cavadini non possiede "qualità né architettoniche, né spaziali, né storiche particolari". L’idea dei progettisti è quella di sostituire le tre edificazioni attuali "per organizzare un unico nuovo fronte urbano che funga da ‘basamento’ per il Grand Hotel, che è l’edificio di riferimento per il comparto". Il nuovo disegno del fronte prende spunto dagli elementi che caratterizzano la facciata del Grand Hotel "per reinterpretarli e riassemblarli in una composizione tettonica contemporanea".

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