Luganese

Medie, il direttore arrestato e quei segnali non raccolti

Interpellanza Aldi e Dadò punta il dito contro il percorso di educazione sessuale e reclama lumi su procedure e criteri di nomina dei responsabili di sede

(Depositphotos)
20 settembre 2022
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Stanno assumendo un crescendo istituzionale le questioni poste nel servizio pubblicato dalla Regione in merito all’arresto del direttore della sede di scuola media del Luganese, arrestato il 7 settembre scorso con la pesante accusa di atti sessuali con fanciulli per aver fatto l’amore con una ragazza di meno di 16 anni e di aver palpeggiato un’altra minorenne. Agli interrogativi evocati, che nella sostanza aleggiano ancora senza una risposta, se ne aggiungono altri più rilevanti, tanto da farne un problema politico. Nell’interpellanza intitolata "‘Prostituzione, orge, perversione sessuale e Kāma Sūtra presentati come rito di passaggio’ non bastavano per fare aprire gli occhi?", presentata al Consiglio di Stato, i deputati in Gran Consiglio Sabrina Aldi (vicecapogruppo della Lega dei ticinesi) e il presidente del Centro/Ppd Fiorenzo Dadò reclamano spiegazioni relative alle procedure e ai criteri di nomina del 39enne come docente prima, del suo trasferimento da una sede all’altra e della sua nomina a direttore.

Quei segnali inquietanti non raccolti

Un’interpellanza che trasuda indignazione sulla scorta di tutto quanto emerso sinora e una serie di segnali e informazioni che avrebbero dovuto far risuonare l’allarme dei vertici del Dipartimento educazione cultura e sport (Decs) e degli alti funzionari preposti al controllo e alla verifica. Un verifica mancata nonostante vi fossero giovanissime allieve che avevano già provato a riferire ai loro docenti taluni comportamenti del collega oggi incarcerato, comportamenti ritenuti da loro molesti o comunque inadeguati e malgrado la raffica di domande critiche dei genitori sul percorso formativo legato all’affettività e all’educazione sessuale agli allievi di terza media nell’ambito della tesi che stava affinando nel 2017-2018, per ottenere l’abilitazione all’insegnamento dal Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa). Un percorso, sottolineano Aldi e Dadò, "portato avanti dal docente anche con delle chat su whattsapp nella quali venivano trattati temi sensibili e discussioni delicate sul sesso. Chat nella quale lo stesso docente esortava gli studenti a essere il più possibile sinceri e spontanei senza farsi inibire dalla timidezza e dal pudore anche fuori dagli orari scolastici". Tutto questo a prescindere dalla questione penale e dai suoi sviluppi.

Ignorate le 5 pagine di critiche dei genitori?

Nell’interrogazione, i due deputati richiamano quelle cinque pagine, pubblicate negli allegati in fondo alla tesi, impregnate di perplessità e critiche formulate dall’assemblea genitori della sede nei confronti del controverso insegnamento. A cominciare dalla domanda relativa al senso e all’opportunità di parlare di orge e masturbazione agli allievi di terza media. L’assemblea ha chiesto soprattutto che il docente smettesse immediatamente di proporre il percorso formativo nell’ambito della lezione di latino. I genitori hanno esplicitato anche la mancanza di fiducia nei confronti dell’allora docente, ancora in formazione, e senza alcuna competenza per poter esporre temi sulla sessualità. Consideravano del tutto inappropriata la creazione del Padlet, (applicazione educativa, una sorta di "bacheca virtuale" sulla quale si possono caricare, posizionare e condividere qualsiasi tipo di file e materiali), dove gli studenti potevano scrivere domande sul sesso. I genitori si dicevano pronti a esporre tutte le questioni ai responsabili cantonali della scuola, nel caso in cui la direzione della sede non avesse preso misure immediate. Queste e altre domande, come quella relativa a chi fosse al corrente di tali questioni e se semplicemente sono state ignorate, pesano come macigni, alla luce dell’arresto del direttore.

Le risposte a questa interpellanza e alle altre due, verranno verosimilmente fornite, nei limiti dell’inchiesta penale in corso, nella prossima seduta di Gran Consiglio.

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