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Il Plr: ‘Un Piano d’azione per razionalizzare la luce pubblica’

Illuminazione e lotta agli sprechi, con una mozione Michela Ris chiede al Cantone di fare la sua parte. Nostra panoramica nei Comuni, che fanno già molto

Anche di notte, ma con i Led si risparmia molto
(Ti-Press)
9 agosto 2022
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Un piano d’azione per razionalizzare l’illuminazione pubblica, soprattutto nei mesi più critici, e incentivare i Comuni a gestirla meglio nei luoghi in cui non è necessaria per ragioni di sicurezza. Non solo, serve anche monitorare il consumo energetico della luce pubblica e l’utilizzo dell’illuminazione e dell’energia negli stabili pubblici per evitare inutili sprechi.

Sono queste le richieste che il Partito liberale radicale formula al Consiglio di Stato, con una mozione firmata a nome del gruppo parlamentare dalla deputata (e municipale di Ascona) Michela Ris. "Gli scenari che ci aspettano sono preoccupanti", ricorda la granconsigliera nel suo atto. I problemi "sono ormai osservabili ogni giorno con l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e dei prezzi del carburante. Il Consiglio federale ha anche parlato di alta probabilità di blackout, soprattutto nei mesi invernali".

E c’è un’altra questione che preoccupa non poco: quella dei prezzi, in continua ascesa. Difatti, Ris scrive che "la Commissione federale dell’energia elettrica ha annunciato che il prossimo anno i prezzi dell’elettricità aumenteranno in modo significativo per molti fornitori (si parla di una media del 47%) senza contare le incertezze sulla sicurezza dell’approvvigionamento per il prossimo inverno".

Anche Swissgrid "ha già annunciato un aumento delle tariffe per l’uso della rete di trasmissione che a cascata verranno incluse nei costi della rete cantonale e poi nella distribuzione locale delle varie aziende comunali e sui cittadini".

Che fare, quindi? "Razionalizzare l’uso dell’illuminazione pubblica", e dove ci sono degli sprechi provare a evitarli: "In ogni comune i punti luce sono dislocati ogni 22/25 metri circa, e ogni comune è libero di decidere cosa e quando illuminare".

A proposito, rammenta ancora Ris, "l’Ufficio federale dell’ambiente ha emanato un opuscolo dove raccomanda di adeguarsi alle nuove tecnologie sostituendo le vecchie lampadine e di limitare le immissioni luminose durante la notte".

Le idee a sinistra

Poche settimane fa anche Ps e Verdi, attraverso un’interrogazione con primo firmatario il socialista Fabrizio Garbani Nerini, hanno posto l’attenzione sull’importanza della lotta all’inquinamento luminoso per ridurre gli sprechi, e per far fronte alle prospettate difficoltà di approvvigionamento energetico.

Un‘altra proposta, giunta a ’laRegione’, è quella del già deputato Ps al Gran Consiglio Francesco Cavalli: "Un piccolo suggerimento per la prossima stagione invernale, quella in cui, secondo le leggi della natura, dovrebbe prevalere l’oscurità. Ci vorrebbe un’ordinanza cantonale che imponesse una rinuncia alle troppe luminarie che nel periodo natalizio ingombrano le nostre strade, dentro e fuori l’abitato. Ciò comporterà un certo risparmio energetico, non certo decisivo ma nemmeno trascurabile, e di sicuro un sensibile calo dell’inquinamento luminoso".

Già molte soluzioni in Europa

A causa della crisi energetica che sta investendo grandi parti dell’Europa a seguito della guerra russa in Ucraina, diverse città stanno cercando di ridurre il consumo di fonti energetiche. Fra i vari Stati, in testa si pone la Germania che più di altri sta subendo le ritorsioni di Putin. Per esempio la capitale della Bassa Sassonia, Hannover, è stata la prima grande città a tagliare l’acqua calda negli edifici pubblici; inoltre le fontane pubbliche sono state spente, insieme alle luci notturne del palazzo municipale e dei musei. Obiettivo, ridurre il consumo energetico del 15%.

Berlino non è da meno: spente le luci di duecento edifici pubblici, quando non strettamente necessario, come pure di siti importanti e simbolici come il Municipio e la Porta di Brandeburgo. Gesti concreti che vogliono anche essere di buon esempio per la popolazione. Un messaggio di sensibilizzazione dal pubblico al privato.

A BELLINZONA

‘Spegnere i castelli? Per ora non ci abbiamo pensato’

Fatte le debite proporzioni, anche Bellinzona potrebbe a sua volta fare lo stesso – nell’immediato – oscurando nottetempo i propri simboli rappresentati dai tre castelli, dalle loro mura e dalle varie chiese sparse nel territorio aggregato? È la domanda che inizia a circolare nella Turrita. «Riguardo alla situazione di crisi energetica che preoccupa l’Europa, non abbiamo ancora preso particolari provvedimenti», spiega il municipale Mauro Minotti sollecitato da ‘laRegione’. «Negli ultimi mesi – sottolinea il capodicastero Sicurezza e Servizi industriali – abbiamo installato degli impianti con tecnologia Led in sostituzione ai precedenti vecchi fari dei castelli risalenti ormai agli anni 90. Fari che comportavano spese per la sola corrente elettrica di 25mila franchi all’anno».

L’investimento complessivo pari a 1,3 milioni di franchi è stato coperto per metà dal Cantone, poiché proprietario della Fortezza, e per metà dalla Città che potendo beneficiare del Fondo per le energie rinnovabili ha infine ridotto il proprio impegno a 160mila franchi. I nuovi Led sono peraltro dotati di un sistema di regolazione del flusso luminoso, ciò che permette di dosare l’intensità nelle ore notturne, con conseguente diminuzione del consumo di energia e, non da ultimo, dell’inquinamento luminoso. Tutto ciò ha permesso di abbassare le spese di circa due terzi, portandole a 8mila franchi annui.

Strade: Città e Lumino Comuni virtuosi

Il municipale ricorda inoltre che già da alcuni anni la Città ha implementato un nuovo sistema d’illuminazione stradale dotato di sensori che attivano i lampioni, anch’essi in gran parte aggiornati con tecnologia Led, solo quando ci sono movimenti. Guardando fuori dai confini cittadini, un esempio virtuoso arriva da Lumino, primo Comune del Sopraceneri ad essere stato insignito (nel lontano 2010) del label ‘Città dell’energia’.

In questo ambito ha fatto scuola la decisione, adottata nel 2021 dalle sue autorità sostenute anche dalla popolazione, di non illuminare le strade comunali da mezzanotte e un quarto fino alle 5.15 del mattino. Spegnere i lampioni dove e quando non servono "aiuta la qualità di vita sia per noi sia per la fauna, così da avere condizioni ecologiche più naturali", sottolineava il Gruppo socialisti, verdi e indipendenti a sostegno della propria petizione (oltre duecento firme) che chiedeva al Municipio di mantenere la misura dopo la fase test conclusasi positivamente.

A sua volta, ricordiamo, Lumino aveva preso spunto (e il caso è citato anche nella mozione del Plr) da Val-de-Ruz, comune neocastellano di 17mila abitanti che nel 2018 diede inizio a un progetto simile: dopo la prima fase test, l’80% degli abitanti si era detto favorevole allo spegnimento notturno. E per quanto riguardava la sicurezza, la Polizia cantonale neocastellana non aveva constatato particolari problemi a livello di reati. In Francia addirittura, dopo l’introduzione di questo sistema in alcune città, risulta che gli atti vandalici sono diminuiti perché i loro autori approfittano… dell’illuminazione pubblica per compierli.

Label: cosa si è fatto, cosa si fa e si farà

Vale infine la pena ricordare che Bellinzona, dopo la prima certificazione risalente al 2011, ha successivamente ottenuto la conferma del label ‘Città dell’energia’, l’ultima volta per il periodo 2020-23. Diversi i progetti ritenuti virtuosi nell’ultimo decennio: oltre alla tecnologia Led, citiamo anche l’avvio dell’elaborazione del Piano energetico comunale e del Piano della mobilità, il potenziamento del trasporto pubblico, una innovativa politica di approvvigionamento energetico attraverso la propria Azienda multiservizi, la rinuncia al nucleare (il 72,6% dell’energia elettrica fornita dall’Amb proviene dalla centrale idroelettrica della Morobbia), il programma Sole per tutti (poi però cancellato dalla paletta di offerte per motivi normativi), la realizzazione di impianti che sfruttano fonti rinnovabili (a Giubiasco è in arrivo la centrale comunale a biogas), nonché la consulenza energetica. Un’attenzione particolare viene poi riservata alla ristrutturazione energetica degli stabili pubblici, spesso avvenuta in concomitanza con l’allacciamento al teleriscaldamento (vedi Bagno pubblico).

A LOCARNO

A ogni modo, va detto che i Comuni stanno già facendo la loro parte. «Siamo già nella terza fase d’implementazione dell’illuminazione Led pubblica, già solo questo ci fa risparmiare anche a livello economico: nell’ordine dei 100/150mila franchi l’anno», ci spiega Pierluigi Zanchi, capodicastero sicurezza e Città dell’energia di Locarno.

Inoltre, «è in dirittura d’arrivo un lavoro di controllo dei punti luce e in base a questo rapporto stiamo allestendo un piano luce, che attraverso un regolamento o un’ordinanza sarà uno strumento sia per il Comune, sia per i privati e le ditte: ci siamo accorti che, senza dover spendere niente, se l’illuminazione viene orientata in modo diverso si può produrre molto inquinamento luminoso in meno».

Poi, riprende Zanchi, si intende «installare sensori e valvole che regolano, negli stabili dove è fattibile, le temperature. Secondo alcuni parametri già verificati ridurremmo il consumo del 15/20%. In più vogliamo fare molti passi avanti con la rete anatermica e raddoppiare la produzione di energia fotovoltaica: oggi è al 7%, entro fine legislatura vogliamo portarla al 14% ed entro quella dopo al 30%».

NEL SOTTOCENERI

A Mendrisio, rileva a ‘laRegione’ il sindaco Samuele Cavadini, «abbiamo già fatto molti passi in avanti, cambiando tutto il sistema di illuminazione pubblica. Siamo Città dell’energia gold, e tra le varie iniziative abbiamo sostituito tutte le vecchie lampadine con quelle Led e con l’irrorazione luminosa giusta, per evitare l’inquinamento luminoso». Mendrisio «già da tempo ha un Piano d’illuminazione pubblica - continua Cavadini -, e il nostro impegno è confermato dal fatto che dal 2009 al 2021 la città ha dimezzato il consumo energetico e ridotto l’inquinamento luminoso, pur aumentando i corpi illuminanti da 2’491 a 2’904 esemplari».

Anche a Chiasso, afferma il sindaco Bruno Arrigoni, «abbiamo fatto molto». Certo, «è un tema molto attuale ed è giusto che se ne parli, ma noi da anni abbiamo cominciato a razionalizzare meglio tutta l’illuminazione pubblica: abbiamo installato lampade Led e soprattutto previsto un sistema di regolazione di luminosità nelle ore notturne, quando ne serve di meno. Chiasso è un Comune Minergie e abbiamo dei parametri da rispettare».

Da Lugano, il capodicastero sviluppo territoriale Filippo Lombardi afferma che «come Lugano energia, assieme alla Ail, abbiamo un tavolo di lavoro e prossimamente porterò in Municipio delle proposte».

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