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Tamaro Village, una causa contro Comune e Cantone

La annuncia la Depos City Discount Sa, promotrice del progetto, che intende chiedere un risarcimento danni per la gestione del dossier

I campi da padel sarebbero dovuti sorgere accanto allo Splash&Spa, lì dove si vuol costruire il Tamaro Village
30 marzo 2022
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«C’è proprio una volontà di mettere il bastone fra le ruote da parte di alcuni municipali». C’è molta amarezza nelle parole di Lorenza Cattaneo Colombo, presidente della Depos City Discount Sa, che lamenta «molteplici errori e un modo di affrontare, o per meglio dire di ostacolare, i nuovi progetti dell’edilizia privata». Amarezza tale, per cui la società intende ora intentare una causa civile contro il Comune di Monteceneri e il Cantone «in risarcimento degli ingenti danni che finora abbiamo subito». Danni, al momento, ancora non quantificati. Casus belli: il Tamaro Village, progetto in sospeso dal 2019 per via di un ricorso di Pro Natura e rispedito recentemente al Consiglio di Stato (CdS) dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram) affinché entri nel merito. A questo si aggiunge l’ultimo progetto della società, tre campi da padel provvisori sul sedime dove dovrebbe sorgere il Tamaro Village: la domanda di costruzione è stata inoltrata lo scorso dicembre ed è ancora pendente.

Lo sbaglio di Municipio e Consiglio di Stato

La doccia fredda è arrivata settimana scorsa, quando il Tram ha accolto il ricorso, sottolineando l’errore procedurale del Municipio. Errore poi ripetuto dal governo. Sostanzialmente, l’esecutivo comunale ha notificato la licenza edilizia preliminare per il Tamaro Village soltanto a Pro Natura, e non al suo legale. Daniel Ponti, avvocato di Pro Natura, ha fatto poi richiesta di regolare notifica, impugnando la decisione. Tuttavia, Municipio prima ed esecutivo cantonale poi, hanno respinto il ricorso ritenendolo fuori tempo massimo. «Un grave errore procedurale – osserva la presidente –, a causa del quale la realizzazione del progetto sarà rinviata di una decina d’anni. Il CdS, invece di dichiarare solamente irricevibile il ricorso, avrebbe potuto già esprimersi nel merito. Ora invece siamo tornati praticamente al punto di partenza». E la questione dei campi da padel?

I campi da padel, ‘progetto temporaneo’

«Si trattava di un progetto temporaneo, in attesa di ottenere la licenza edilizia definitiva per la costruzione dell’hotel (il Tamaro Village comprende un albergo su quattro piani con 150 posti letto, oltre a dei negozi e una struttura medica legata allo sport, ndr). La domanda si limitava a tre reti e altrettanti tappeti blu con sabbia naturale, recintati – sottolinea Cattaneo Colombo –. Per lo spogliatoio, i servizi igienici e le docce si sarebbe fatto capo allo Splash & Spa». Il terreno destinato ai due progetti è infatti immediatamente a est dell’acquaparco, al quale il Tamaro Village dovrebbe essere collegato con una passerella di circa venti metri, lì dove fino a due anni fa sorgeva la pista da ghiaccio dell’Hockey Club Ceresio. «Abbiamo concesso alla società quel sedime gratuitamente per dodici anni – ricorda l’imprenditrice –. Della pista hanno usufruito la popolazione, i ragazzi delle scuole elementari e medie di tutta la valle, nonché innumerevoli squadre di giocatori provenienti da tutta la Svizzera. Poi, a causa delle restrizioni dovute al Covid, è stata dapprima chiusa e poi demolita».

‘Ci hanno fatto perdere un altro treno’

Quella per i campi da padel a prima vista sembrava una richiesta di routine. Si sta invece procrastinando più dell’atteso. «Non abbiamo ricevuto nulla, un preavviso, un parere negativo. È solo arrivata dal Cantone una richiesta di complemento della documentazione. Dal Municipio, solo delle vaghe telefonate: ‘Non preoccuparti, la licenza è in dirittura d’arrivo’ o ‘sareste eventualmente disposti a concedere uno sconticino per i domiciliati di Monteceneri?’» lamenta Cattaneo Colombo. Ma il tempo perso è prezioso: «Siccome eravamo convinti che la licenza sarebbe arrivata entro tempi ragionevoli, abbiamo richiesto delle offerte per la realizzazione del progetto. Tutte purtroppo con termini di consegna bimestrali, che non abbiamo evidentemente potuto confermare. Ora siamo quasi ad aprile e ci troviamo in ritardo sia per l’effetto novità, sia per una costruzione che non potrà essere in nessun caso pronta entro la fine della primavera. E dall’autunno alla primavera non si può giocare, trattandosi di campi all’aperto. Il Comune ci ha fatto perdere un altro treno, un altro progetto che probabilmente non verrà, a questo punto, più realizzato...».

L’errore? ‘Non dell’ex sindaca’

Il Tamaro Village però non è stato definitivamente respinto. «Vero, e noi restiamo ottimisti sull’esito del ricorso. Però chissà quando arriverà, temo che almeno altri cinque anni dobbiamo metterli in conto. È veramente un grande peccato. Abbiamo avuto diversi interessati agli spazi commerciali. Tutte trattative che ora sono sospese e difficilmente riprenderanno. Anche perché verosimilmente anche il progetto andrà quantomeno rivisto, fra cinque anni ne avrà dieci e sarà vecchio». La presidente ha espresso ironicamente il proprio dispiacere già settimana scorsa, sui social, scrivendo in un post ‘Cercasi Municipio competente’. Un’esternazione ripresa poi dal ‘Mattino della domenica’ in chiave anti liberale-radicale, dato che sindaca al momento dell’avvio della procedura e del ricorso era Anna Celio Cattaneo, cognata dell’imprenditrice, sorella del consigliere nazionale Rocco Cattaneo. «L’errore però non è stato compiuto da Anna – precisa Cattaneo Colombo –, che peraltro per evitare conflitti d’interesse non partecipava alle sedute riguardanti il progetto. I capodicastero dell’Edilizia privata e della Pianificazione del territorio erano rispettivamente Carlo Soldini (Ps) e Marco Cattani (Lega)». E sebbene l’esecutivo montecenerino attuale sia quasi totalmente cambiato, per la presidente ci sarebbe ancora «una volontà di mettere il bastone fra le ruote da parte di alcuni municipali ai progetti di edilizia privata che non piacciono. Non capisco che problema possano dare tre campi da padel in quel posto lì, dove per dodici anni c’è stata una pista di ghiaccio con musica, luci, buvette, spogliatoi...».

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