Culture

Jack Savoretti, cantando agli sconosciuti (videointervista)

Dall’infanzia in Ticino a Morricone, da Dylan che gli regala due inediti per il nuovo 'Singing to strangers' fino al Palacongressi di Lugano, il 7 maggio

Jack Savoretti: 'Spot the Dylan track...' (foto: Elia Bianchi, Ti-Press)
8 aprile 2019
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Sostituendo “San Francisco” al classico di Tony Bennett, il rapporto con la Svizzera di Jack Savoretti s’intitolerebbe ‘I left my heart in Carona’. «È la mia infanzia, a Carona ho lasciato un pezzo del mio cuore. La gente è stata molto vicina a me e alla mia famiglia. Forse questa è l’unica volta in 10 anni che vengo a Lugano senza passare da lì. Anche perché il ristorante La Posta, uno di quelli che amo di più al mondo, è chiuso».

Ride, Jack Savoretti, cantautore britannico classe 1983, figlio di padre genovese e madre di origini tedesche, ebree e polacche. Un nonno partigiano che partecipò alla liberazione di Genova dai tedeschi e che ha una via dedicatagli dal comune di Lavagna, un padre emigrato perché testimone di una rapina, un contesto così genovese da fargli registrare il video di ‘Home’ (2015, dal bell’album ‘Written in scars’) nel ‘Luigi Ferraris’, lo stadio cittadino del “suo” Genoa. Tutto quadra, d’altra parte, per uno al quale un giorno fu chiesto “cosa sognavi di fare da bambino?” e la risposta non fu “il cantautore”, bensì “il calciatore”.

Il prossimo 7 maggio, Savoretti sarà al Palacongressi di Lugano, data ticinese del tour di ‘Singing to Strangers’, album anticipato da un singolo cinematografico nei suoni intitolato ‘Candlelight’ e registrato, così come tutto l’album, negli studi in cui Ennio Morricone ha fatto la storia del cinema, musically speaking.

'Ho attinto dalla musica italiana degli anni in cui il cantautorato classico si è fuso con il rock'

«Con Ennio Morricone ci sono cresciuto. Quasi ogni weekend guardavo un film western» dice Jack, i cui concerti da un po’ di tempo a questa parte finiscono con ‘The Ecstasy of Gold’, il Morricone per ‘Il buono, il brutto, il cattivo’ di Sergio Leone. «Quando ho iniziato l’album – spiega l’artista – volevo il suono del Maestro, quel misto di grandi orchestrazioni con un tocco di R’n’R, la chitarra cattivissima, il basso molto sporco. All’inizio si parlava di registrare a Londra, ma non volevo imitare il suono. Ho saputo di questo studio che apparteneva a Morricone, nel quale c’è ancora quasi tutto il materiale usato al tempo, così ci siamo chiusi dentro per 10 giorni». Ma non è stato solo il Maestro ad ispirare il nuovo album, summa degli ascolti italiani di Jack: «Ho preso da Patty Pravo, Luigi Tenco, Battisti, gli anni in cui il cantautorato classico si è fuso con il rock, quel che è successo in Francia con Serge Gainsbourg, in America con Marvin Gaye».

‘Che lavoro fa tuo padre?

“Tutti gli occhi addosso, ma non credo ci sia niente da vedere: sono solo io che canto agli sconosciuti”. Queste liriche arrivano giusto a metà di questo ‘Singing to Strangers’. Sono quelle della title-track, intimista e rivelatrice. «Il titolo ce l’avevo prima di avere scritto la canzone. Avevo origliato la risposta di mia figlia alla domanda di una sua amica che le chiedeva cosa facesse suo padre. “Canta agli sconosciuti”, aveva detto lei. In effetti, alla fine della giornata, cantare agli sconosciuti è esattamente quello che faccio». E tutto il disco è stato scritto «con questa frase in mente. Ho pensato che sarebbe stato bello inserire una canzone cantata da solo, con la spiegazione del perché ho fatto quest’album. Mi sono seduto con il mio chitarrista ed è uscita».

‘Abbiamo trovato una valigia di suoi testi degli anni 90 mai utilizzati. Vorresti lavorarci?’.

«Io non c’entro molto con Bob. Dicono “è il nuovo Dylan” a tutti quelli che cantano con una chitarra in mano». Così per introdurre ‘Touchy Situation’, il testo inedito di Bob Dylan su ‘Singing to Strangers’, che ruba la scena anche a ‘Music’s too sad without you’, con Kylie Minogue, registrata live a Venezia. «Dovevo lavorare con Steve Earle – racconta Jack – ma non è successo. Il manager, che dev’essere lo stesso di entrambi, mi disse “abbiamo questa valigia piena di testi inediti di Bob degli anni 90. Sei interessato a lavorarci?”. Io dico di sì, sicuro che non sarebbe successo niente. Due giorni dopo mi arrivano due poesie firmate da Dylan. Una l’ho scartata perché non ci ho capito nulla, l’altra è stato come se conoscesse la mia vita».

Il motivo per il quale in ‘Touchy Situation’ si fatica a scorgere Dylan si deve alla moglie Jemma Powell, attrice: «Lui scrive in un modo tale che quando canti un suo testo gli assomigli automaticamente. Mentre la provavo, mia moglie mi ha detto “sembra una canzone di Dylan che nessuno ha mai sentito, sì, ma pare che tu non abbia nulla a che fare. Perché non farla un po’ più tua?”. E così ho fatto. Adesso, quando faccio ascoltare agli amici l’album, faccio un gioco che io chiamo “Spot the Dylan Track” (“Indovina il pezzo di Dylan”, ndr) e per ora nessuno ci ha preso».

Paul Simon, Jackson Browne e ‘Paura e delirio a... Sanremo’

Nella mezz’ora trascorsa con Jack, il discorso è passato anche dalle parti di Sanremo, dove in febbraio cantò a fianco degli Ex-Otago nella serata dei duetti; Sanremo che è per Savoretti «un misto tra ‘Paura e delirio a Las Vegas’ di Terry Gillian e un film felliniano». Si è parlato anche di Genova – «non ci ho mai vissuto, ma quando ci arrivo sento l’odore della mia famiglia» –, di Paul Simon – «è per il cantautorato quello che Elvis è per il rock and roll, Sam Cooke per il soul, James Brown per il funk», e di Jackson Browne, a casa del quale è stato registrato il suo secondo album ‘Harder than Easy’: «Ho un’ammirazione infinita per uno che quando scrive ti fa vedere tutto, cicatrici comprese».

A chiudere, Lugano. «Aspettavo da tanto tempo questo invito. Sono molto fiero e grato, spero che lo show valga il peso di questo onore. Al Palacongressi ho visto Buena Vista Social Club, Antonello Venditti, forse ci ho anche cantato con la scuola, alla festa di fine anno». Appuntamento al Palacongressi, dunque, per uno show «romantico, non perché l’album sia romantico, ma nel senso di atmosfera. Per chi ama la musica, sarà una bellissima serata».

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