Gli esperti si esprimono sul consumo di contenuti digitali su TikTok, Instagram e YouTube.

NEW YORK - Sempre più ricerche scientifiche attestano un legame tra il consumo di video brevi e il deterioramento delle capacità mentali.
Si tratta di un fenomeno noto e legato al termine “brain rot” (letteralmente "marciume cerebrale") che sta sempre più interessando le persone che consumano video brevi sulle piattaforme come TikTok, Instagram e YouTube.
In uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Bulletin, sono state analizzate 71 ricerche che confermano un legame tra il consumo di questi contenuti e il deterioramento delle capacità cognitive e della concentrazione, in particolare tra gli alunni delle scuole elementari e delle medie, con il conseguente peggioramento del rendimento scolastico e l'aumento di sentimenti di depressione, ansia, solitudine e stress
Ma quanto c'è di vero? «Bisogna distinguere tra allarmismo e dati concreti», dichiara il neuropsicologo James Jackson, riconoscendo la fondatezza di molte preoccupazioni. «La narrazione secondo cui le uniche persone che si preoccupano di questo fenomeno sono vecchi nonni scontrosi mi sembra davvero semplicistico», ammette Jackson.
I video brevi possono avere ripercussioni sul cervello se consumati in grandi quantità, ma servono maggiori studi per comprendere fino a che punto e attraverso quali meccanismi.
Ne è convinta anche la dottoressa Nidhi Gupta, endocrinologa pediatrica e studiosa degli effetti dello schermo, che sottolinea l'importanza di estendere le ricerche agli adulti. «Potrebbe volerci molto tempo per capire se i cambiamenti cognitivi siano reversibili», sottolinea.
Secondo Gupta, non è ancora il momento di parlare di catastrofe globale, anche se è possibile che nei prossimi 5-10 anni vengano confermate le preoccupazioni attuali. «Se l'uso di questi contenuti sottrae tempo ad altre attività più sane, isola le persone o impedisce di annoiarsi in modo creativo, allora diventa un problema», conclude.