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I bombi e l'autoriscaldamento

La regine cova le uova come gli uccelli

Un bombo
(© Jonas Lysholdt Ejderskov / WWF-Danimarca)
22 febbraio 2025
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I bombi si sono evoluti nell'antico Himalaya durante un periodo di raffreddamento globale. Sono tra i pochi insetti in grado di riscaldarsi in condizioni di freddo. Sono infatti in grado di aumentare la temperatura del proprio corpo vibrando rapidamente i muscoli, un comportamento noto come termoregolazione. Questo permette loro di volare anche in condizioni climatiche più fredde e di essere attivi anche quando altre api o insetti non lo sono. Ma andiamo per ordine: vi siete mai chiesti dove vadano api, farfalle e altri insetti durante i mesi invernali? Ci aspettiamo di vederli volare tra i fiori e saltare nei prati o sui sentieri dei nostri boschi durante la primavera, l'estate e persino in autunno. Tuttavia, quando le temperature scendono e noi ci copriamo per stare al caldo, è facile pensare che queste creature siano semplicemente scomparse. Mentre molte di esse spariscono, cioè dalla nostra vista, un numero significativo di specie temperate sopravvive a questi mesi rigidi mettendo in atto un comportamento davvero radicale. Per esempio, prendiamo i nostri vecchi amici bombi: questi impollinatori cicciottelli e pelosi sono fenomenali e se necessario danno il via all’auto-riscaldamento.

Vita da regina

Alla fine dell'estate, nuove regine di bombi emergono e si accoppiano. Una curiosità: le regine covano le uova come gli uccelli. Dopo quattro giorni di cura esse si schiudono e si nutrono delle palline di polline formate dalla regina. Dalla prima nidiata nascono solo femmine, che aiuteranno la regina, solo più tardi depone uova “maschili”. Tutte le regine si nutrono di polline e nettare fino a quando le temperature autunnali non diventano troppo fredde per consentire ai fiori di sopravvivere e alle api di foraggiarsi in modo costante. A questo punto, cercano un pendio esposto a nord (che rimane più fresco) e si scavano una piccola buca nel terreno, spesso tra le radici degli alberi. Questo è l'unico momento in cui un bombo scava. Dopo aver scelto il luogo in cui svernare, la regina costruisce una piccola coppa di cera che riempie di nettare, uno strumento fondamentale per la sua sopravvivenza. Con l'arrivo dell'inverno, il terreno inizia a gelare e, in molti luoghi, la neve e il ghiaccio ricoprono la sua tana. Tuttavia, all'interno del terreno, il suo corpo può rimanere abbastanza caldo da impedirle di entrare in uno stato di ibernazione (brumazione è il termine usato per gli insetti). Senza cibo, perderebbe peso troppo rapidamente e morirebbe di fame. La natura irregolare del riscaldamento climatico può far sì che i bombi svernanti si sveglino troppo spesso per sostenere il loro peso corporeo durante i mesi in cui non sono in grado di lasciare la tana e di foraggiarsi, portandoli alla morte prima della primavera e del ritorno dei fiori.

Un po’ di storia

I bombi si sono evoluti tra i 25 e i 40 milioni di anni fa nell'antico Himalaya. Era un periodo nel quale la nostra Terra si raffreddava. I primi vivevano vicino al monte Everest, e avevano un aspetto più simile a quello delle vespe. Tuttavia, con il raffreddamento del clima, hanno sviluppato peli più spessi e corpi più grandi per conservare il calore. Ed è proprio in quel periodo che hanno anche sviluppato la capacità riscaldarsi attraverso la vibrazione dei muscoli. In effetti, i bombi sono gli unici insetti in grado di regolare la propria temperatura corporea, gli altri devono affidarsi esclusivamente al calore del sole. Di conseguenza, non è raro vederne volare in presenza di neve al suolo anche negli habitat alpini sulle cime delle alte montagne. Esiste persino una specie piena di risorse, nota come bombo alpino (Bombus polaris), che vive al di sopra del Circolo Polare Artico. Nel mondo esistono circa 400 specie di bombi. Tutte le specie sono diverse tra loro e spesso vengono chiamate con il loro nome scientifico in latino. In Svizzera ne esistono 40 specie, tra queste c’è il Bombus hypnorum, il Bombus terrestris e il Megabombus pascuorum floralis. Le differenti specie s’identificano grazie al numero e al colore delle strisce sul corpo e al colore del posteriore. I bombi abitano in ambienti diversi. Il Bombus terrestris abita nei buchi nel terreno lasciati dai topi, nelle fessure tra i muri ma anche sotto le terrazze. Il Megabombus pascuorum floralis fa il nido anche nei mucchi di foglie. Il Bombus hypnorum invece nidifica nelle cavità dei tronchi d’albero o nei vecchi nidi degli uccelli. I bombi amano ambienti variati, come i prati aperti con sentieri sabbiosi, vecchie siepi, cumuli di pietre o di legno morto.

I pericoli e le minacce

Durante i lunghi mesi di torpore invernale – uno stato prolungato di inattività simile al letargo – il corpo delle regine si congela quasi completamente. Tuttavia, gli insetti hanno un trucco che permette loro di sopravvivere a questo freddo estremo: una sostanza chiamata glicole. Il glicole è un antigelo che impedisce all'emolinfa dell'ape (il “sangue” dell'insetto) di congelare e formare cristalli di ghiaccio, che distruggerebbero i suoi tessuti corporei. Anche altri animali che vivono in luoghi freddi, tra cui alcune farfalle e persino la rana del legno, un anfibio straordinario, si sono evoluti per produrre glicole. Quando i mesi invernali sono passati e la neve ha iniziato a sciogliersi, il bombo regina inizia a muovere lentamente le zampe e il corpo finché non riesce ad attivare i muscoli del volo, riscaldandosi al punto da poter emergere e nutrirsi dei fiori primaverili che attendono il suo arrivo. Dopo aver recuperato le forze, inizierà a cercare una tana di roditore abbandonata o un buon ciuffo d'erba in cui deporre le uova e allevare i piccoli. I bombi amano prati secchi o magri. Si tratta di prati particolarmente ricchi di specie, che i contadini sfruttano poco, non falciandoli e concimandoli appena. Purtroppo, i prati secchi sono sempre molto più rari perché l’agricoltura è cambiata. In questi prati molto sfruttati vivono meno animali e crescono meno piante diverse. I bombi così non trovano cibo a sufficienza e gli mancano posti per i loro nidi. Come se non bastasse, le temperature sempre più elevate, mettono a rischio il bombo che ne soffre. Studi dimostrano che questi insetti così buffi e straordinari iniziano persino a essere più magri dei propri antenati.