L'UDC plaude il consigliere federale Guy Parmelin e l'abbassamento dei dazi statunitensi sulle esportazioni svizzere dal 39 al 15%, affermando che l'accordo raggiunto dimostra la capacità della Confederazione ad agire in modo autonomo negli affari economici internazionali.
In una nota diffusa oggi il partito attribuisce i meriti dell'intesa al ministro dell'economia democentrista Parmelin, lodandone il lavoro "dietro le quinte" e la collaborazione con gli attori economici.
Parmelin non vuole mettersi in mostra, bensì cerca di ottenere i risultati migliori, adottando la strategia giusta, agendo dietro le quinte e aprendo la porta ai rappresentanti dell'economia, per il bene dell'industria svizzera, sostiene l'UDC.
L'accordo con Washington - prosegue il comunicato - garantisce posti di lavoro in Svizzera e accordi quadro migliori per l'economia d'esportazione elvetica. L'intesa conferma inoltre l'efficacia di una politica commerciale indipendente e orientata a più partner, senza vincoli istituzionali. Il partito afferma che la Svizzera debba continuare a diversificare le proprie relazioni economiche e a concludere ulteriori accordi di libero scambio.
Nel comunicato, i democentristi colgono l'occasione per criticare inoltre il pacchetto di accordi tra la Confederazione e l'Unione europea (UE) definendolo un rischio di "perdita di autonomia" che esporrebbe la Svizzera alla burocrazia europea e a un legame giuridico permanente con Bruxelles.
A detta dello stesso partito, a causa di un disguido tecnico, l'UDC ha inviato il suo comunicato stampa ancora prima che il Consiglio federale e fonti statunitense diramassero l'accordo dai dazi al 15%. Il comunicato è stato poi ritirato e ripubblicato una seconda volta dopo l'annuncio del Governo.