Sulla base di un rapporto adottato oggi il Consiglio federale esaminerà nella riforma del primo pilastro l'ipotesi di considerare dividendi oltre una soglia come salario ai fini contributivi
Il versamento di dividendi eccessivi al posto del salario potrebbe avere ripercussioni sulle entrate per l'AVS. Per vederci più chiaro, forte di un rapporto in merito adottato oggi, il Consiglio federale intende esaminare da vicino il problema nell'ambito della futura riforma del primo pilastro.
Gli imprenditori che detengono una quota significativa della loro società hanno un certo margine di manovra per ripartire la loro remunerazione tra salario e dividendi, sottolinea una nota governativa odierna.
Stando alle riforme II e III sull'imposizione delle imprese, i dividendi, che a differenza dei salari non sono soggetti al pagamento dei contributi sociali, beneficiano di un trattamento fiscale favorevole per chi li riceve, poiché sono tassati solo parzialmente.
Per il governo tale situazione può incentivare le imprese ad aumentare la quota dei dividendi a scapito dei salari, con una conseguente diminuzione delle entrate delle assicurazioni sociali, in particolare dell'AVS, come adombrato dal postulato di Eva Herzog (PS/BS) del 2022, approvato oggi dall'esecutivo. Herzog chiedeva al governo di proporre correttivi che andassero al di là della lotta ai singoli abusi praticata finora.
Ma in assenza di dati precisi sull'ammontare dei dividendi versati, non è possibile quantificare l'impatto reale delle riforme fiscali sui contributi sociali, stando al comunicato. Tuttavia, il Consiglio federale ha constatato un continuo aumento del numero di società di capitali col conseguente incremento del numero di aziende che potrebbero versare dividendi anziché salari con perdite per le assicurazioni sociali. Per il 2018, precisa la nota, si può affermare che la fondazione di società di capitali al posto di ditte individuali ha comportato per l'AVS una perdita di entrate stimata al massimo a 182 milioni di franchi.
Il rapporto evidenzia pure che le casse di compensazione constatano regolarmente casi di abuso. Tuttavia, secondo la giurisprudenza del Tribunale federale, per riqualificare dividendi in salario le casse di compensazione devono provare che il salario conseguito è anormalmente basso rispetto agli standard del settore, un requisito difficile da dimostrare nella pratica.
In diversi Stati limitrofi, gli azionisti di maggioranza delle società di capitali sono generalmente considerati lavoratori indipendenti, di modo che tutti i loro redditi, compresi i dividendi, siano soggetti al pagamento dei contributi sociali. Per il momento il governo esclude questa misura, poiché presenterebbe più svantaggi che vantaggi. Essa richiederebbe in particolare una complessa armonizzazione tra il diritto fiscale e quello delle assicurazioni sociali.
Al suo posto, l'esecutivo crede che si potrebbe rinunciare all'obbligo di dimostrare che è stato versato un salario troppo basso, poiché questo requisito è difficile da attuare in una procedura di massa come la riscossione dei contributi. I dividendi superiori a una data soglia di rendimento sarebbero quindi considerati come salario e soggetti al pagamento dei contributi sociali. Questa proposta dovrà essere esaminata in modo approfondito nell'ambito della prossima riforma dell'AVS.