Otto attivisti atterrano a Ginevra, uno a Zurigo. Dieci ancora detenuti in Israele.
Otto dei 19 attivisti svizzeri della Global Sumud Flotilla, precedentemente detenuti nella prigione israeliana di Ketziot, sono atterrati oggi a Ginevra. Un altro attivista è arrivato ieri a Zurigo. Tra loro ci sono anche due ticinesi, secondo fonti informate.
Gli attivisti erano stati espulsi da Israele e sono giunti a Istanbul prima di fare ritorno in Svizzera. Attualmente, dieci svizzeri, tra cui l'ex sindaco di Ginevra Rémy Pagani, rimangono in carcere in Israele. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha dichiarato che essi sono in "relativamente buona salute, date le circostanze".
Annie Serrati, portavoce dell'associazione Waves of Freedom (WOFA), presente oggi all'aeroporto di Ginevra, ha confermato che le condizioni di salute dei detenuti sono "relativamente buone", ma ha espresso preoccupazione per le condizioni di detenzione, in particolare per l'igiene e l'accesso a cibo e acqua potabile.
Una delegazione dell'ambasciata svizzera a Tel Aviv ha visitato il centro di detenzione per la seconda volta, incontrando i prigionieri svizzeri. Il DFAE ha sottolineato che continua a mantenere contatti con le autorità israeliane e gli avvocati dei detenuti per informare le famiglie.
Gli attivisti rientrati a Ginevra hanno denunciato un trattamento "disumano" e si sono detti "molto preoccupati" per i compagni ancora detenuti. "Siamo scioccati da quello che abbiamo visto e vissuto", ha dichiarato uno di loro, intervistato all'aeroporto di Ginevra, dove circa 200 persone erano presenti per accoglierli.
Ha raccontato che la flottiglia ha subito "un vero e proprio attacco militare" da parte della marina israeliana e ha descritto le condizioni di detenzione come "disumane", parlando di "torture e violenze". Ha aggiunto che una dichiarazione completa verrà fatta al ritorno degli altri militanti, ricordando che oltre 300 membri della flottiglia, tra cui 10 svizzeri, sono ancora in prigione.
L'attivista ha criticato la "totale inerzia" del DFAE, accusandolo di non aver fatto abbastanza per aiutarli, mentre ha lodato il supporto della Turchia per il loro rimpatrio via Istanbul.
Marianne Jenni del DFAE ha risposto alle critiche, affermando che il dipartimento ha sempre insistito con le autorità israeliane per il rispetto dei diritti fondamentali e ha sottolineato la responsabilità individuale degli attivisti, che erano stati avvertiti dei pericoli.
In totale, 19 cittadini svizzeri facevano parte degli oltre 400 attivisti a bordo delle 41 navi della flottiglia fermata al largo di Gaza. Oltre agli otto rientrati oggi a Ginevra, uno è atterrato ieri a Zurigo.