Svizzera

La fiducia nei pazienti può ridurre la resistenza agli antibiotici

Uno studio dell'USI suggerisce che la fiducia dei medici nei pazienti diminuisce le richieste di antibiotici non necessari

26 agosto 2025
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I pazienti spesso chiedono ai loro medici antibiotici non necessari, favorendo così la resistenza a questi farmaci. Secondo uno studio dell'Università della Svizzera italiana (USI), una maggiore fiducia nei confronti dei pazienti potrebbe aiutare a porre rimedio a questa situazione.

Nel mondo cinque milioni di persone muoiono ogni anno a causa di infezioni batteriche perché gli agenti patogeni sono resistenti agli antibiotici, si legge in un comunicato odierno dell'USI. Secondo l'OMS, questa cifra è destinata a raddoppiare entro il 2050. Se da un lato i nuovi trattamenti possono frenare questo sviluppo, dall'altro l'uso responsabile di questi farmaci è almeno altrettanto importante.

Peter J. Schulz, specialista in scienze della comunicazione citato nel comunicato, vuole capire in che misura il comportamento umano contribuisca al problema della resistenza. Nell'ambito dello studio sostenuto dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, il team dell'USI ha scoperto quello che ritiene essere un fattore decisivo: la fiducia che i medici di famiglia ripongono nei loro pazienti.

Quasi il 90% degli antibiotici viene in effetti prescritto negli studi dei medici di famiglia. I pazienti chiedono spesso che vengano loro prescritti degli antibiotici. Anche se non sono indicati dal punto di vista medico, a volte il medico acconsente a questa richiesta. I motivi sono diversi, tra cui la mancanza di tempo per le consultazioni e il desiderio di non entrare in conflitto.

I ricercatori hanno intervistato otto medici di famiglia e 101 fra i loro pazienti nella Svizzera italiana, ai quali è stato chiesto di indicare se avrebbero richiesto attivamente gli antibiotici durante un consulto.

Prescrizione ritardata

Le persone che si considerano soggette a malattie e che vogliono ricevere un trattamento il più completo possibile sono più propense a chiedere la prescrizione di antibiotici, così come i maschi e le persone con un livello di istruzione più basso, per le quali esiste un divario di conoscenze.

Lo studio ha anche valutato il livello di fiducia che le due parti hanno l'una nell'altra: quando un medico si fida di più di un malato, quest'ultimo chiede meno antibiotici. Pur ammettendo che sarebbero necessari ulteriori studi per comprendere nel dettaglio questo fenomeno, i ricercatori sottolineano che questa scoperta può già essere messa a frutto per ridurre il consumo di antibiotici non necessari.

Ciò potrebbe avvenire attraverso la prescrizione differita: il medico rilascia una prescrizione che può essere onorata solo dopo alcuni giorni, se il trattamento è ancora indicato in quel momento. Nel caso di infezioni virali benigne, le condizioni di salute spesso migliorano spontaneamente dopo alcuni giorni. Secondo Peter J. Schulz, questo metodo ha permesso di ridurre significativamente il consumo di antibiotici in alcuni paesi, come l'Olanda.

È una questione di responsabilizzazione: i medici devono avere fiducia nella capacità dei pazienti di valutare correttamente il proprio stato di salute e di assumere farmaci solo se realmente necessari. "Ma questo non significa che le persone malate riceveranno un antibiotico ogni volta che lo desiderano", avverte il ricercatore.