La Camera del popolo conferma il finanziamento di 44,7 milioni di franchi per la ricostruzione dell'edificio
Dopo il "Sì" del Consiglio degli Stati a marzo, oggi anche la Camera del popolo ha approvato - con 166 voti contro 2 - la concessione di un prestito di 44,7 milioni di franchi per la demolizione e la ricostruzione dell'edificio che ospita la sede dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) a Ginevra. Il relativo decreto federale è così definitivamente approvato.
L'immobile in questione, considerato vetusto, non è mai stato ristrutturato e non è più conforme agli standard attuali. "Il nuovo edificio", ha spiegato il consigliere federale Ignazio Cassis, "fungerà da biglietto da visita della Svizzera". Il progetto permette inoltre "di portare avanti le proprie attività in un edificio funzionale, sicuro e conforme alle norme in vigore", ha aggiunto il "ministro" ticinese. A nome della sua Commissione della politica estera, Christine Badertscher (Verdi/BE), ha dal canto suo ribadito che la nuova opera edile "contribuisce anche a rafforzare la Ginevra internazionale, soprattutto sul piano delle infrastrutture".
Il prestito della Confederazione alla Fondazione per gli immobili delle organizzazioni internazionali (FIPOI) pari a 44,7 milioni di franchi sarà rimborsabile - senza interessi - in 50 anni. I lavori dovrebbero durare quattro anni, dal 2026 al 2029. Il Cantone di Ginevra contribuirà al progetto con 21,6 milioni di franchi. Nel giugno del 2022, il Parlamento aveva già approvato un prestito di 5,7 milioni di franchi destinato a finanziare gli studi preliminari.
Fondata nel 1951, l'OIM è la principale organizzazione intergovernativa nel campo della migrazione e fa parte del sistema delle Nazioni Unite. È una preziosa fonte di consulenza in materia di politiche e prassi migratorie e opera in situazioni di emergenza. Ci sarà posto per 600 lavoratori. Lo stabile permetterà anche di accogliere i rappresentanti degli Stati membri in occasione di conferenze.
Oggi la Ginevra internazionale si trova confrontata con gravi pressioni di natura finanziaria, esercitate soprattutto dall'attuale amministrazione degli Stati Uniti.