Di fronte alle atrocità perpetrate a Gaza, la Svizzera “rimane ai margini”. Una posizione “incomprensibile alla luce della sua tradizione umanitaria e delle priorità della sua politica estera”. A scriverlo, in un’interpellanza depositata negli scorsi giorni, è il consigliere nazionale Jean Tschopp (Ps). Tre le domande che il deputato vodese rivolge al Consiglio federale: quali azioni concrete intraprende la Confederazione per rimuovere l’assedio che da diversi mesi priva la popolazione di Gaza dell’accesso agli aiuti umanitari? Quali misure ha adottato o intende adottare la Svizzera, Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, per attuare la risoluzione 2730 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (24 maggio 2024) per la protezione del personale umanitario e delle Nazioni Unite che rischia la vita nelle zone di conflitto? Qual è il coinvolgimento della Confederazione nei colloqui e nella diplomazia dei buoni uffici per un cessate il fuoco in vista della ricostruzione di Gaza e del futuro della regione verso una soluzione a due Stati?
L’atto parlamentare è stato firmato da una trentina di deputati di Ps, Verdi e Centro. Tra questi ultimi, Giorgio Fonio. Interpellato da ‘laRegione’, il consigliere nazionale momò ne spiega così il senso: “Stiamo assistendo da troppo tempo alla morte di bambini e civili innocenti. La Svizzera deve fare tutto quanto è nelle sue possibilità, affinché questo scempio termini al più presto! Qui non si tratta di stabilire chi ha torto o ha ragione ma di far cessare immediatamente l’uccisione di innocenti e consentire loro di accedere agli aiuti umanitari e alle cure sanitarie necessarie”. SG