Il 79% degli intervistati sostiene relazioni forti con l'UE, ma cresce l'ambivalenza sugli accordi bilaterali
La maggioranza della popolazione svizzera si augura relazioni con l'Unione europea (Ue) regolamentate in modo duraturo, secondo il sondaggio Europa 2025. Quasi otto persone su dieci, intervistate dall'istituto di ricerca gfs.bern, ritengono che la Confederazione abbia bisogno di relazioni forti con l'Ue per poter competere a livello globale.
La stessa quota di persone interrogate è favorevole all'introduzione di una procedura di risoluzione delle controversie in caso di conflitti sugli accordi esistenti, rileva lo studio commissionato dall'associazione di categoria delle aziende farmaceutiche Interpharma. Quest'ultima precisa che la popolazione è consapevole degli effetti degli accordi bilaterali per i quali il sostegno resta comunque chiaro. Il 69% degli svizzeri che ha risposto al sondaggio rappresentativo si aspetta che le relazioni bilaterali facilitino l'accesso a lavoratori qualificati di cui vi è urgente bisogno.
Secondo il 64% degli intervistati, gli accordi dovrebbero rafforzare anche la piazza economica elvetica. Circa la metà delle persone interrogate non è comunque sicura che gli accordi portino alla Svizzera complessivamente una maggiore prosperità. Questa differenza di percezione dimostra che è necessario un maggiore lavoro di spiegazione e informazione, in particolare da parte del Consiglio federale, sottolinea Interpharma.
Nell'insieme - secondo lo studio - la valutazione positiva degli accordi bilaterali da parte degli aventi diritto di voto svizzeri è diminuita per la prima volta nell'inverno del 2025. In precedenza, l'approvazione era aumentata costantemente dal 2020. Sebbene una chiara maggioranza del 58% continui a vedere i principali vantaggi degli accordi bilaterali, questa quota è diminuita di sei punti percentuali rispetto all'anno precedente.
Gli accordi bilaterali sono considerati svantaggiosi da circa il 20% degli interrogati, un punto percentuale in più rispetto all'anno precedente. D'altra parte, la quota di intervistati che riconosce sia i vantaggi che gli svantaggi è aumentata, indicando un atteggiamento sempre più ambivalente della popolazione nei confronti degli accordi bilaterali, scrive gfs.bern.